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22 Dicembre 2024 15:50

La Procura di Taranto chiede il processo per i vertici della Cittadella della Carità

La notizia ci è arrivata a seguito della ricezione involontaria dell' atto giudiziario inviatoci erroneamente da un dirigente del Gruppo CISA di Massafra, molto affezionato ai "cappucci" ed alle consulenze che incassa da parte delle società ed enti pubblici

Dall’ avvocato Sergio Prete, presidente dell’ Autorità Portuale dello Jonio, all’ attuale presidente della Fondazione Cittadella della Carità avv. Sergio Sibilla, la Procura di Taranto ha depositato un avviso di conclusione indagini ex art. 415 bis, con cui è stato richiesto il processo per i vertici della Fondazione responsabili della malagestione della struttura sanitaria intitolata alla memoria dell’ arcivescovo più amato di Taranto, Mons. Guglielmo Motolese.

La notizia ci è arrivata a seguito della ricezione involontaria dell’ atto giudiziario inviatoci erroneamente da un dirigente del Gruppo CISA di Massafra, molto affezionato ai “cappucci” ed alle consulenze che incassa da parte delle società ed enti pubblici. Ed è per questo motivo, nel rispetto delle norme di Legge che non pubblichiamo l’atto, anche perchè si tratta di un avviso di conclusione delle indagini e contestuale richiesta di processo (ex-art.415 bis).

Lo scorso 11 agosto si era svolto in Prefettura a Taranto un incontro richiesto dalla Ull FPL Taranto in merito alla vertenza dei lavoratori della Fondazione Cittadella della Carità di Taranto. L’organizzazione sindacale nella sua nota alla stampa, denunciava  l’assenza del “Management della Fondazione e di tutti i componente del Consiglio d’Amministrazione. A rappresentare la Fondazione era presente soltanto l’avvocato Galeone privo di piena delega alla negoziazione”. Durante quella riunione la UIL FPL aveva contestato “alcuni atti unilaterali del Management che hanno avuto importanti ricadute sull’organizzazione del lavoro, con importanti ricadute sull’organizzazione del lavoro e sul servizio a seguito della modifica dell’appalto del servizio mensa, diventato Catering“.

Pertanto la la UIL FPL inoltre aveva richiestorassicurazione sulla situazione debitoria della Fondazione nei confronti dei fornitori e sul regolare pagamento dei contributi INPS e sul regolare versamento dell’IRPEF all’Agenzia delle entrate”. Ma in quella sede istituzionale “nessun riscontro è stato fornito” e l’organizzazione sindacale aveva comunque accolto l’impegno dell’avvocato Galeone, presente in rappresentanza della Cittadelle della Carità, di “fornire una dettagliata informativa in un incontro da espletarsi il prossimo 5 settembre in sede sindacale”.

“Esattamente il giorno dopo l’incontro in Prefettura – denunciava ancora la UIL FPL – è giunta una convocazione a firma del Presidente con all’ordine del giorno solo due argomenti, disattendendo  quanto sottoscritto e verbalizzato in nell’incontro in Prefettura. L’atteggiamento del Management della Fondazione è assolutamente incomprensibile e ci lascia pensare a solo due ipotesi: la mano destra non conosce quello che fa la mano sinistra, oppure che c’è una scelta del Management della Fondazione di disattendere gli accordi sottoscritti.” 

Per queste ragioni questa mattina lo scorso 18 agosto con una nota indirizzata al Prefetto di Taranto la UlL FPL aveva proclamato lo stato di agitazione riattivando la vertenza. La nota venne indirizzata anche all’Arcivescovo di Taranto monsignor Filippo Santoro in quanto “venga reso edotto di quanto sta avvenendo nella Fondazione di proprietà della Curia” anche perchè il management, i Presidenti, i componenti del CdA della Fondazione Cittadella della Carità di Taranto che cambiano continuamente vengono nominati dalla Curia Arcivescovile.

Resta da chiedersi cosa aspetti a questo punto il Prefetto a commissariare la Fondazione, avvalendosi dei poteri previsti dalla Legge per le Fondazioni. O forse la Curia è intoccabile ed i loro vertici ne approfittano ? E dove finiscono i soldi incassati dalla pubblicità di Radio Cittadella affidata ad una società costituita da Cosimo (detto Mimmo) Mazza un giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno (che successivamente a seguito degli articoli del CORRIERE DEL GIORNO ha ceduto le quote) ed amministrata da un tecnico radiofonico, tale Ignazio Stasi a lungo “vicino” all’ex-editore bancarottiere di Radio Studio 100 , Giancarlo Cardamone ? Tutto normale per la Fondazione ?

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