Si terrà il prossimo 26 ottobre l’udienza preliminare dinnanzi al Gip Giovanni Caroli del Tribunale di Taranto nei confronti dell’ormai ex-direttore del carcere di Taranto Stefania Baldassari, che è anche indagata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce per altre vicende giudiziarie inerenti ad un presunto voto di scambio avvenuto in occasione delle elezioni amministrative del 2017 quando la Baldassari si candidò a sindaco di Taranto, con il clan del noto pregiudicato Michele Cicala, accuse per le quali è stata sospesa sine die dal servizio dal suo ruolo dal DAP il dipartimento dell’ amministrazione penitenziaria del Ministero di Giustizia.
L ’inchiesta della Direzione distrettuale Antimafia di Lecce nei confronti di Stefania Baldassari, ex direttrice del carcere di Taranto verte sulle accuse per aver chiesto e ottenuto, secondo gli inquirenti, voti da alcuni ex detenuti durante la campagna elettorale per le amministrative 2017 che la vedeva candidata sindaco del capoluogo ionico. I militari della Guardia di finanza nei giorni scorsi si erano recati presso la casa circondariale di Taranto per sequestrare numerosi documenti che riguarderebbero proprio gli anni della direzione della Baldassari.
Documenti che adesso dovranno essere verificati dagli investigatori del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza, guidato dal colonnello Valerio Bovenga sotto il coordinamento del sostituto procuratore della Dda di Lecce Stefano Milto De Nozza . Appare chiaro che gli inquirenti vogliano verificare tutti gli atti compiuti dalla Baldassari nel suo incarico al vertice del penitenziario ionico.
La Procura di Taranto aveva chiesto l’archiviazione per le accuse della Papa alla Baldassari, ma il gip Francesco Maccagnano ha disposto l’imputazione coatta, ed adesso l’ ex direttrice del carcere di Taranto dovrà rispondere anche delle accuse di ripetuti maltrattamenti elencati nella richiesta di rinvio a giudizio formulata dal pm Vittoria Petronella, nei confronti della funzionaria Vincenza Papa in servizio nel carcere di Taranto, nei cui confronti incurante del suo stato di salute in quanto invalida al 75% per sclerosi multipla, le urlava continuamente “Se devi stare malata con quella faccia malata stattene a casa“, “Non capisci niente ! Smettila di fare la malata, tanto si vede che è finta la tua malattia“, “Sapete i cessi dove si trovano nei lunghi corridoi ? Di solito in fondo a destra. Beh lì si trova l’ufficio della dottoressa Papa” con “rifiuti e richieste della Papa di usufruire di ore di riposo compensativo” umiliandola al punto tale che la Papa si vedeva costretta a richiedere il distacco lavorativo presso il carcere di Bari “pur distante dalla propria dimora in Taranto e nonostante il suo stato di salute, già compromesso“.