Una nuova inchiesta travolge la politica pugliese a due mesi delle elezioni. Alessandro D’Adamo assessore al bilancio del Comune di Bari, è stato indagato dalla Procura europea per concorso in truffa aggravata per le erogazioni pubbliche ed emissione di fatture per operazioni inesistenti. Gli indagati avrebbero beneficiato dei contributi europei erogati nell’ambito del programma “Garanzia giovani” attraverso alcuni enti di formazione. D’Adamo era nella giunta De Caro per il partito “Sud al Centro“, movimento politico fondato da Alessandro Cataldo marito dell’ex assessore regionale Anita Maurodinoia, (poi traghettata nel Pd) indagata in un’altra inchiesta che ha portato all’arresto del marito. Le indagini su delega del pm romano Francesco Testa sono state affidate al Nucleo PEF ( Polizia Economico-Finanziaria) della Guardia di Finanza di Bari guidato dal colonnello Arcangelo Trivisani .
D’Adamo era stato nominato assessore a marzo 2017 della Giunta Decaro dietro indicazione di Iniziativa Democratica-Sud al Centro, che faceva riferimento ad Alfonso Pisicchio e “Lady Preferenze” cioè Anita Maurodinoia, l’unico il movimento politico che fino a quel punto non aveva ottenuto alcun rappresentante nella giunta comunale guidata da Antonio Decaro. Alessandro D’Adamo, presentato come consulente di azienda, venne accompagnato alla firma del decreto di nomina proprio dai due padrini politici della lista cui faceva riferimento. Alfonso Pisicchio giovedì 11 è finito ai domiciliari con l’accusa di “concorso in corruzione e turbativa d’asta”. Analoga sorte è avvenuta a Sandro Cataldo, marito della Maurodinoia, arrestato lo scorso 4 aprile per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione elettorale.
Le Fiamme Gialle hanno notificato questa mattina un decreto di perquisizione domiciliare nei confronti di 2 persone residenti a Bari di alcuni enti a loro riconducibili, emesso dalla Procura Europea – sede di Roma. Tra gli indagati (tre in tutto) l’assessore al Bilancio del Comune di Bari, Alessandro D’Adamo e sua sorella Annalisa a cui è riconducibile l’associazione Kronos che sulla base all’ipotesi dell’accusa, avrebbe commesso delle irregolarità nella gestione del programma europeo. Il fascicolo d’indagine è relativo a fatti commessi in Bari dal 2019 al 2022.
I finanzieri hanno effettuato delle perquisizioni nelle sedi dell’ associazione Kronos di Bari, Andria e Lecce, e nelle sedi di altre due associazioni che collaborano con la Kronos. L’inchiesta è relativa all’utilizzo dei fondi europei destinati al programma “Garanzia Giovani“, che ha come scopo l’inserimento lavorativo di giovani dai 15 ai 34 anni. L’impianto accusatorio sostiene che l’ Associazione Kronos abbia richiesto dei pagamenti a fronte di assunzioni fittizie, cioè solo sulla carta. La Guardia Finanza ha sequestrato i documenti relativi ai giovani che sarebbero stati avviati tramite la Kronos e le associazioni collegate.
Il sindaco Decaro venuto a conoscenza della esistenza di una attività di indagine da parte della Procura europea nei confronti di Alessandro D’adamo, che riguarderebbe la sua professione, ha disposto la revoca della delega assessorile al Bilancio. “L’esercizio di importanti funzioni pubbliche quali quelle di assessore deve essere privo di qualsiasi sospetto. È un dovere nei confronti dei cittadini e – ha concluso Decaro -, consente agli interessati di potersi difendere liberamente”.
La Procura di Bari ha inviato alla commissione parlamentare antimafia gli atti dell’indagine, archiviata, sul sindaco di Bari Antonio Decaro, relativamente al presunto incontro avuto con Massimo Parisi – fratello del boss Savinuccio Parisi – nel quartiere Torre a Mare, quando l’attuale primo cittadino era assessore ai Trasporti della giunta comunale guidata da Michele Emiliano. L’indagine è stata però secretata: gli stessi membri della commissione possono consultarne le pagine, ma non ritirarne una copia, e sono obbligati a mantenere il segreto sul contenuto.
Del presunto incontro tra Decaro e Parisi parlò nel 2019 un collaboratore di giustizia Nicola De Santis , quando rese informazioni sulle infiltrazioni mafiose nell’Amtab, la società municipalizzata del trasporto pubblico del Comune di Bari, in amministrazione giudiziaria dallo scorso 26 febbraio. “Per quanto riguarda l’assunzione di Parisi Massimo all’Amtab – dice De Santis, come si legge nel decreto con cui è stata disposta l’amministrazione giudiziaria dell’azienda – ricordo che questi si era impegnato nelle campagne elettorali di Decaro” per la circoscrizione “zona Japigia e Torre a Mare, tra il 2008 e il 2010; gli incontri sono avvenuti circa 7 mesi prima o al massimo un anno prima dell’assunzione di Parisi nell’Amtab. Comunque, si trattava di elezioni locali e Decaro era all’assessorato ai Trasporti”.
All’incontro, oltre lo stesso De Santis, avrebbero partecipato proprio Parisi, Antonio Decaro e “il padre Giovanni“, insieme ad altri indagati, compreso Michele De Tullio (dipendente Amtab considerato un membro del clan Parisi). “De Tullio Michele – continua De Santis – mi disse che dovevamo sostenere Decaro e Parisi Massimo sarebbe stato così assunto”. Parisi, come rilevato dagli inquirenti, fu effettivamente assunto nell’Amtab nel 2011. Dichiarazioni che spinsero la Procura ad aprire un’indagine sull’attuale sindaco di Bari, poi archiviata. Ora bisognerà capire se a torto o a ragione.
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