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21 Novembre 2024 14:11

La rabbia e l’orgoglio dei contadini italiani che mostrano i muscoli: meno vincoli, più diritti

Il Green Deal deciso sulla testa degli agricoltori, mai convocati ed ascoltati in Ue, a differenza di altre lobbies. La concorrenza sleale di Paesi extra-Ue ha fatto traboccare il vaso. La politica fa tardivamente un mea culpa.

La commissaria Ursula Von der Leyen parlando degli agricoltori adesso sostiene che l’Ue è tenuta a “fidarsi di più di loro”. Resta da chiedersi per quali motivi quando nel 2019 venne decisa la neutralità climatica entro il 2050, imponendo sacrifici alla categoria, i contadini e gli allevatori non vennero consultati. Tutto ciò mentre invece la grande distribuzione ha sempre avuto emissari a Bruxelles, per fare lobbying affinché non si scrivesse mai una legge europea per tutelare all’origine i prezzi dei prodotti .

Due domande e due facce della crisi dei “trattori”. Un settore che, in particolare negli ultimi 4 anni, si è visto esposto anche alla concorrenza sleale extra-Ue, in un mercato sempre meno tutelato; arrivando a veder sprofondare floride piccole imprese spesso a gestione familiare sotto la soglia della povertà. Nei cui confronti viene sempre puntato addosso il dito dagli ecologisti e presunti tali.

Davanti a tutto ciò l’Unione Europea neppure dopo l’invasione russa dell’Ucraina, non ha fatto nulla quando lievitavano i prezzi dei fertilizzanti e dei mangimi ; i guadagni dei contadini crollavano mentre nello stesso gli incassi della grande distribuzione restavano salvi, molto spessi ingigantendosi con una speculazine tanto volgare quanto ingiustificata. L ‘olandese Frans Timmermans a capo del Green Deal europeo, fece le barricate quando il Commissario all’Agricoltura, Janusz Wojciechowski, provò a richiedere maggiori sostegni per la categoria. Timmermans rispose: “Credete davvero che ci sarà un collegio elettorale negli Stati membri che dirà diamo più soldi all’agricoltura?“. sostenendo che non ci sarebbe stato neppure uno, tra i 27 Stati dell’ Unione Europea, a sostenere l’erogazione di più fondi per l’agricoltura.

Invece tutto ciò è successo sconfessando Timmermans, e il suo piano a tappe forzate “drogato” dalla propria ideologia. Quello con cui prima si è chiesto ai contadini di non inquinare il suolo e l’aria, mettendo al bando sempre più pesticidi; poi di non coltivare una parte dei terreni, in cambio di sussidi.

Nelle intenzioni, quella legata al maggese, era e resta una misura necessaria per rendere sostenibile lil sottore agroalimentare. Equivalente al dire: Bruxelles e i suoi uffici ne sanno più di chi lavora la terra 7 giorni su 7. Intanto col pretesto dell’inflazione crescente, e garanzie spesso disattese dai grandi marchi – la grande distribuzione organizzata millantava prometteva prezzi competitivi nei supermercati e quindi un vantaggio tanto potenziale quanto inesistente per i consumatori, così indebolendo ancor di più una filiera già colpita e stramata. Impoverita, snaturata, esposta anche alla concorrenza sleale (carne e verdura) proveniente dal Sudamerica .

A seguire uova e pollame ucraino che da maggio 2022 hanno invaso i mercati dei 27 Stati dell’ unione senza alcuna delle tutele richieste agli agricoltori comunitari dall’Ue . L’anno scorso è arrivato il picco: 230 mila tonnellate di polli importati nell’Ue (+40%). Con queste concessioni Bruxelles pensava di aiutare l’, Ucraina. Dazi rimossi senza cpire che a guadagnarci è stato soprattutto un oligarca. “Eccessi che ci destabilizzano”, ha ammesso il presidente francese Macron, che ora con una capriola politica cambia pelle e fa le barricate sul Mercosur l’accordo commerciale con Brasile, Argentina, Uruguay, Paraguay che invece il tedesco Scholz difende. Mentre i prefetti dei 27 Stati si candidano a diventare amici degli agricoltori e non più braccio armato della burocrazia, pronta a sospendere licenze e multare chi ha il torto d’avere una bestia da cui non esce fuori un ricavo ma solo una perdita.

Probabilmente nessuno è immune da colpe e responsabilità. L’Unione Europea in realtà ne ha molte di responsabilità in questa crisi, dopo essersi data delle regole stringenti in casa propria imponendole senza però pretendere e far rispettare dai mercati extra-europei analogo rispetto degli stessi criteri di produzione e allevamento in vigore nei 27 Stati dell’ Unione: né sanitari, né sul benessere degli animali, invece sotto stretta sorveglianza nell’Ue. Altrimenti sono multe, sequestri, sospensione delle attività. Decisioni suicide che hanno trasformato allevatori e contadini dei cittadini di serie B, con gli imprenditori fregati dallo stesso organismo che invece avrebbe dovuto proteggerli e sostenerli.

La Pac, Politica agricola comune in mezzo alla crisi: neppure le sigle di categoria si opposero. Dopo il voto del 23 novembre 2021 erano tutti d’accordo con la Pac, oggi bersaglio del movimento contadino. Cia (oltre 900 mila iscritti in Europa), Confagricoltura e Coldiretti commentarono definendola come un importante riconoscimento. Nella protesta compare un altro tema “caldo”” : la rappresentanza. In ogni Stato ci sono state (e permangono) sempre più iniziative autonome di gruppi, singoli leader. Con conseguenti divisioni fortissime ed i soliti infiltrati come Castellino l’ex esponente romano di Forza nuova alla ricerca di passerelle e visibilità . Personaggi che non hanno mai piede in una stalla e tantomeno nei campi agrari.

il presidente Macron ed alle spalle la commissaria UE Von der Leyen

Resta da chiedersi quali attenuanti abbiano gli esecutivi di Governo, a partire da quello francese. In realtà nessuna, infatti il neo premier Attal ha ammesso errori sull’ecologia. Anche il presidente Macron si è schierato all’ultimo con gli agricoltori e le loro ragioni, preferendo strizzare l’occhio a un’onda green: criticare Greta Thunberg e le conseguenti decisioni dell’ Ue, significava mettersi un bersaglio sul petto. Alla fine anche Parigi ha fatto marcia indietro sui pesticidi ancor prima del mea culpa di ieri della commissaria UE Von der Leyen, ed ha messo mano alla cassa mettendo a disposizione 400 milioni di euro in agevolazioni, così trasformando i prefetti francesi in guardie svizzere per controllare la grande distribuzione, in quanto la loro legge Egalim a tutela degli agricoltori è stata aggirata da centrali d’acquisto allocate in Belgio, Olanda, e Spagna.

Altro problema da risolvere quello delle pensioni. La Francia vuol considerare i migliori 25 anni di attività agricola, in quanto ci sono periodi in cui ai contadini va male e quindi si versano pochi contributi, . così come si discute sui passaggi di proprietà da portare a costo zero se l’azienda agricola resta in famiglia. Sarebbe necessario anche qualche necessaria modifica sulla tutela effettiva del “Made in…“. “Fatto in…” e quindi non sul “lavorato in…”. A dicembre il governo tedesco propose un bilancio 2024 bocciato dalla Corte che evidenziò un buco di 60 miliardi. A rimetterci i contadini, subendo tagli “pesanti”. Scholz dichiarò: taglio ai sussidi agricoli ed eliminazione dei principali privilegi fiscali, tra cui quello sul gasolio, invece rimasto scontato in Italia per decisione del governo Meloni condivisa dal settore agrario italiano. I trattori sono arrivati anche a Roma, e richiedono il ripristino dell’esenzione Irpef, in un mix di rabbia ed orgoglio contadino deciso a dare un colpo di grazia all’ideologia ormai accantonata.

Nel frattempo cortei e raduni si registrano in tutta Italia, da Aosta ad Agrigento. Circa 200 trattori in presidio davanti al casello autostradale dell’A14 a Castel San Pietro Terme (Bologna) stanno bloccando lo svincolo. All’esterno del casello, i mezzi in protesta non fanno entrare in autostrada. Il presidio degli agricoltori, con bandiere tricolori e striscioni, si era dato appuntamento anche lunedì sul tratto esterno al casello. A sud di Grosseto si sono formati 9 chilometri di coda sull’Aurelia, all’altezza dello svincolo di Montiano, quando è stato temporaneamente fermato dalla polizia un corteo con 250 trattori proveniente da Rispescia. I mezzi arrivano dai paesi agricoli della Maremma. Gli agricoltori vogliono raggiungere il centro commerciale Maremà per effettuare una manifestazione. Poi terranno sul posto un presidio di due giorni, dormendo accampati poco lontano, in zona Spadino, alla periferia sud di Grosseto.

“Venerdì vedrete un corteo con i trattori sul Raccordo di Roma”, ha dichiarato Salvatore Fais leader di Riscatto agricolo,  il movimento di protesta che in poche settimane ha già raccolto numerose adesioni e mosso decine di mezzi radunati attualmente sulla Nomentana. Una manifestazione, dunque, parallela a quella lanciata dal Cra agricoltori traditi, guidati dal volto più “noto” della protesta in Italia, Danilo Calvani, dal quale Riscatto agricolo ha preso pubblicamente le distanze. “Non ci riconosciamo nelle loro idee. Siamo un gruppo autonomo e senza politica alle spalle. Chiediamo un tavolo permanente con il ministro Lollobrigida, senza sindacati”.

© CDG1947MEDIAGROUP – RIPRODUZIONE RISERVATA |

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