ROMA – La Procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per falso per la sindaca di Roma Virginia Raggi nell’ambito dell’inchiesta per la nomina di Renato Marra attuale comandante del XV Gruppo della Polizia Municipale di Roma Capitale. L’ufficiale dei vigili romani è fratello di Raffaele, ex capo del personale capitolino anch’egli a processo per corruzione. La prima cittadina era indagata per falso per avere agevolato la candidatura del fratello del suo braccio destro, nell’ambito dell’inchiesta sul cosiddetto “pacchetto nomine”
Le prove acquisite e documentate dal procuratore aggiunto Paolo Ielo e dal pm Francesco Dall’Olio’ raccontano una verità, la cui prova è in un messaggio del 14 novembre scorso dove Raffaele Marra, a proposito dell’aumento dello stipendio del fratello Renato , scriveva alla sindaca Raggi : “Se lo avessi fatto vicecomandante, la fascia (economica-retributiva, ndr) era la stessa“.
La Raggi subito dopo replicava via SMS: “Infatti abbiamo detto vice no. Abbiamo detto che restava dov’era con Adriano“. E Raffaele Marra controbatteva: “E infatti con Adriano il posto era quello di cui abbiamo sempre parlato”. L’ Adriano di cui si parlava era l’ assessore comunale al Turismo Adriano Meloni, con il quale appunto Renato Marra sarebbe dovuto andare a lavorare a seguito alla nuova nomina successivamente revocata. E’ questa la prova che la nomina era stata concordata con l’allora vicecapo di Gabinetto , e la conferma quindi che la Sindaca Raggi ha mentito all’Anticorruzione del Comune.
Cade pero’ l’aggravante dell’articolo 61 secondo comma, e l’ altra accusa di abuso è stata archiviata perché, in quanto i magistrati, manca l’elemento soggettivo del reato. In pratica la nomina di Romeo a capo della sua segreteria non si poteva fare, è stata fatta senza dolo, ma resta comunque illegittima Rimane invece in piedi quella per “falso” anche se senza l’aggravante di aver commesso il falso per occultare il reato. Il procuratore aggiunto Paolo Ielo e il pubblico ministero Francesco Dall’Olio le hanno contestato la sua falsa dichiarazione inviata a Mariarosa Turchi, la responsabile Anticorruzione del Comune in cui sosteneva che “la scelta di nominare Marra era stata solo sua”.
Le indagini condotte dalla Squadra Mobile della Questura di Roma hanno dimostrato invece che così non fu. La storia è nota: nonostante le inchieste giornalistiche e i dubbi di parte del Movimento5Stelle (Roberta Lombardi definì Raffaele Marra “un virus che ha infettato il M5s”), Raggi gli aveva affidato la massima libertà nella scelta di strategie e nomine politiche: fu lui a seguire le procedure per la promozione del fratello.
I magistrati della procura di Roma hanno chiesto l’archiviazione anche per il suo ex capo segreteria, Salvatore Romeo ,(a cui era stato concesso un aumento di stipendio da 39 mila a 110 mila euro poi ridotti a 93 mila a seguito dei rilievi Anac l’ Autorità Nazionale Anticorruzione , persi a seguito delle sue dimissioni sollecitate dal “direttorio” all’epoca in piedi nel M5S, dopo la nota vicenda della stipula di una serie di polizze, nelle quali Romeo aveva indicato la sindaca quale beneficiaria in caso di morte del titolare, che non e’ quindi stata ritenuta quale elemento di reato, in quanto per gli investigatori la scelta di Romeo come capo della segreteria politica della sindaca si potrebbe spiegare anche con l’esistenza di un rapporto di amicizia e di vicinanza politica che li legava i due in quanto militanti “grillini” della prima ora.
Il procuratore aggiunto Paolo Ielo ed il pm Francesco Dall’Olio hanno richiesto il processo anche per Raffaele Marra, accusato di “abuso” per la nomina del fratello Renato il quale da ufficiale dei vigili urbani inizialmente era stato promosso a capo del Dipartimento Turismo del Comune di ROMA CAPITALE con un incremento di stipendio pari a 20 mila euro.
Immediata la soddisfazione-bufala della Raggi scrivendo un post su Facebook, lo strumento con cui la giunta grillina romana rilascia commenti politici e comunica le sue decisioni, persino anche quelle ufficiali “Per mesi i media mi hanno fatto passare per una criminale, ora devono chiedere scusa a me e ai cittadini romani. E sono convinta che presto sarà fatta chiarezza anche sull’accusa di falso ideologico. Apprendo con soddisfazione che, dopo mesi di fango mediatico su di me e sul MoVimento 5 stelle, la Procura di Roma ha deciso di far cadere le accuse di abuso ufficio”. Anche Beppe Grillo fantomatico “garante” del M5s si è detto “molto soddisfatto che i due reati più gravi” nei confronti del sindaco di Roma “siano in via di archiviazione”.
Ma il Sindaco Raggi ancora una volta mente sapendo di mentire omettendo di scrivere ai suoi fans sui socialnetwork anche l’altra metà della notizia: la richiesta della Procura di Roma di andare avanti e chiedere il suo rinvio a giudizio per l’accusa di “falso”.