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3 Luglio 2024 07:22
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La Regione Puglia dovrà risarcire Lea Cosentino, per licenziamento illegittimo

L’ex direttore generale dell’ Asl Bari venne licenziata per un presunto coinvolgimento in inchieste della magistratura. La Regione condannata dal giudice del lavoro a pagare 292mila euro

Licenziare Lea Cosentino fu un atto illegittimo. Il giudice Assunta Napoliello della Sezione Lavoro del Tribunale di Bari,  ha accolto il ricorso presentato dall’ex direttore generale , riconoscendo la “violazione delle regole di correttezza e buona fede contrattuale” nel procedimento finalizzato alla declaratoria di decadenza della manager dall’incarico di direttore generale della ASL di Bari, ed  ha pertanto condannato la Regione Puglia al pagamento di circa 292mila euro per il danno patrimoniale dovuto alle mancate retribuzioni dal giorno del licenziamento, (sospesa dall’incarico il 1 luglio 2009 fu licenziata il 22 settembre 2009), alla scadenza naturale del contratto, 19 maggio 2011, oltre ad un ulteriore 5 per cento del totale per il “danno all’immagine e alla professionalità“, più gli interessi maturati fino ad oggi dal marzo 2011, data del deposito del ricorso. Le motivazioni della sentenza si conosceranno entro 60 giorni.

palazzo-regione pugliaLa Regione Puglia quindi adesso dovrà risarcire l’ex direttore generale della Asl di Bari per averla licenziata nel 2009, con una decisione presa all’indomani delle notizie relativa alle indagini della Procura di Bari sulla gestione della sanità in Puglia che coinvolgevano, tra gli altri, Lea Cosentino, e ancora oggi pendenti in diversi processi penali.

Da ricordare che la   l’ex direttore generale della Asl di Bari nel 2013 era stata prosciolta “perché il fatto non sussiste” nel processo sui presunti illeciti nella gestione di 12 milioni di euro di finanziamenti europei quando era a capo del consorzio Sisri. Lea Cosentino  ha anche sporto denuncia contro i periti incaricati dalla Procura di vagliare il contenuto di alcune intercettazioni. In una di queste, vi è discordanza sull’interpretazione di uno dei passaggi chiave usati dagli inquirenti in merito all’arresto a suo carico, eseguito nel gennaio del 2010, quando le furono contestati, nell’ambito di un’inchiesta più vasta, i reati di peculato e falso. Le accuse, piombate anche su altri, fra cui l’allergologo e docente universitario Eustacchio Nettis, furono, a vario titolo, di aver falsificato una delibera dirigenziale e i verbali dei lavori della commissione per la selezione del direttore medico della struttura complessa di allergologia e immunologia dell’ospedale di Altamura. Posto che venne assegnato proprio a Nettis.

Lea Cosentino per quel procedimento ha sporto querela confronti del consulente dei pm e del perito del tribunale. Cioè, coloro i quali, hanno trascritto in tempi diversi, le intercettazioni ambientali. E, ravvisando la possibilità che siano stati perpetrati i reati di falso in atto pubblico e falsa perizia, non ha mancato neanche d’ipotizzare un’ingente richiesta di danni, non inferiore ai 500mila euro, riservandosi di costituirsi parte civile, qualora si arrivasse al processo ed a sentenza.

Ma a cosa si riferiva, esattamente, l’ex dirigente principale dell’Asl barese? L’11 settembre del 2007, nell’ambito dell’inchiesta della Procura su quel posto da direttore medico e sul filone della cosiddetta spy-story (la bonifica da eventuali microspie installate dagli investigatori disposta da Cosentino negli uffici della Asl, come reso notodall’Ansa), sarebbe sta trascritta una frase in particolare: “Li prendiamo per fessi a tutti e due”. E questa espressione fu riportata, fra le altre cose, anche nell’ordinanza d’arresto, che risale al 14 gennaio 2010.

Schermata 2015-10-08 alle 00.41.29Il gip, all’epoca, a tale proposito, scrisse che questa “locuzione semantica”, che si riferirebbe “agli altri candidati è evidente indice rivelatore della pericolosità della Cosentino”. L’ex direttore generale, per quelle accuse trascorse quattro mesi di arresti domiciliari, dopodiché ci vi fu rinvio a giudizio. Ma quella consulenza è finita sotto la lente della difesa di Lea Cosentino ed analizzata da due periti di parte. Ebbene, la versione che ne viene fuori, in realtà sarebbe un’altra: “La firmiamo perché evitiamo tutti i problemi”. Certamente molto diversa da “li prendiamo per fessi a tutti e due”.  E’ certo che le registrazioni delle intercettazioni non sempre sono nitide e non tutte le frasi sono comprensibili, come si evince leggendo a volte le trascrizioni dei periti, in cui interi passaggi spesso sono segnati tra parentesi come “incomprensibile”.

Inoltre lo scorso 17 febbraio 2015 la Corte di Appello di Bari (presidente Giorgio Pica) aveva assolto dal reato di abuso d’ufficio  l’ex dg della Asl di Bari, Lea Cosentino (insieme a Nichi Vendola, presidente della Regione Puglia)   al termine dell’unica udienza del processo di secondo grado. I giudici hanno confermato la sentenza del primo grado, ottobre 2012, che aveva assolto i due imputati con la formula “perché il fatto non sussiste“.

Ma si può essere arrestati per le leggerezze  degli investigatori e dei magistrati ?

 

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