La ministra poche ore fa, dopo che dalle opposizioni in Parlamento era giunta la richiesta delle sue dimissioni, si difende annunciando querele . La Santanchè con una sua nota sostiene che le notizie diffuse da Report “risultano prive di corrispondenza con la verità storica. Sono state rappresentate in forma del tutto suggestiva ed unilaterale per fornire una ricostruzione dei fatti che risulta radicalmente non corrispondente al vero, ispirata esclusivamente dalla finalità di screditare l’immagine e la reputazione (della ministra, ndr) presso l’opinione pubblica“. La nota aggiunge anche che i responsabili della trasmissione televisiva erano stati “preventivamente invitati ad evitare di diffondere notizie non veritiere, purtroppo invano”. Di qui l’annuncio delle querele.
Lunedì scorso il programma “Report” trasmesso su RaiTre, ha tirato in ballo le società della ministra del Turismo, Daniela Santanchè (FdI) con delle pesanti accuse: “Bilanci in rosso – scrive il sito della trasmissione condotta da Sigfrido Ranucci -, lavoratori mandati a casa senza liquidazione e ditte del tanto celebrato Made In Italy messe in difficoltà, o addirittura strozzate, dal mancato saldo delle forniture“. Il servizio realizzato dal giornalista Giorgio Mottola si è occupato anche dell’ex compagno della Santanchè , Canio Mazzaro e gli emolumenti che da questi sarebbero stati incassati e indaga sui rapporti “tra alcune società del gruppo che si è visto assegnare, senza gara, l’appalto per la campagna promozionale del ministero del turismo “Open to Meraviglia“.
“Venga in aula a spiegare”, chiede il capogruppo della Lega alla Camera Riccardo Molinari. Una difesa d’ufficio che nasconde non poche insidie per la Santanchè. Il 25 ottobre 2022 nel giorno della fiducia alla Camera è subito costretta a chiarire sul Twiga Beach Club e il presunto conflitto di interessi da imprenditrice balneare e ministra del Turismo, peraltro di un governo in opposizione alla famigerata “direttiva Bolkestein” che il mercato dei balneari lo vorrebbe liberalizzare. Il Twiga di Forte dei Marmi paga allo stato per l’utilizzo del demanio pubblico per la propria concessione soltanto 17.600 l’euro annui fatturando circa 4 milioni e quindi qualche problema di conflitto esisteva “Non mi occuperò di spiagge”, aveva annunciato la neoministra pronta a rimettere le deleghe poi andate a Nello Musumeci.
Dopo un mese la Santanchè, socia di Flavio Briatore, è stata di fatto costretta a fare un passo in avanti vendendo le quote societarie dello stabilimento in Versilia. Ma non dice a chi , sostenendo sono “affari miei” ma dopo poco si è scoperto che le sue quote ( il 24%) è stato ceduto al suo compagno oltre che al suo socio Briatore.
Ma non solo sulle spiagge arrivano i problemi per la ministra del Turismo che al vertice dell’Enit, l’agenzia nazionale per la promozione del turismo dove Daniela Santanchè ha “piazzato” velocemente Ivana Jelinic, croata 37enne titolare di un’agenzia di viaggi in Umbria, presidente rampante di Fiavet (associazione di categoria della Confcommercio) ma soprattutto buona “amica” della ministra. Una nomina per la quale sul sito di Enit dopo mesi dalla nomina nella sezione ‘Trasparenza’ non c’è traccia del cv della ceo (né del compenso). Ed anche questo è un reato.