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22 Novembre 2024 07:57

La Santanchè in Senato sul caso Visibilia: “Su di me campagna d’odio, mai ricevuto avvisi di garanzia”. In realtà è indagata

L’informativa della ministra del Turismo: “Sono qui a difendere l’onore mio e di mio figlio. Nulla da nascondere, sono una persona felice. Non ho nessuna multa da pagare. Critiche più feroci da chi prenota nei miei locali”.

“Non sono stata raggiunta da alcun avviso di garanzia”. Così si è difesa il ministro per il Turismo, Daniela Santanchè, nella sua informativa al Senato, dopo le indiscrezioni di stampa – in seguito ad una puntata del programma televisivo “Report” – su presunte irregolarità nelle sue aziende Visibilia e Ki Group. Dopo quasi cinque minuti non ha ancora parlato dei Tfr non pagati, delle società in situazioni economiche complicate e dei misteriosi affari del Fondo Negma di Dubai. .

La ministra ha detto di parlare vestendo i panni “dell’imprenditore“, affermando di essere orgogliosa delle sue attività. Per prima cosa ha ricordato il suo ingresso nel settore editoriale: “Credo che tutti quelli che oggi fanno impresa possono capire bene quello che sto dicendo», coloro che «stanno lottando per tenere in vita le loro imprese“. Le inchieste, secondo la Santanchè, sono un modo per mettere a rischio “la ristrutturazione in corso delle sue imprese”. La ministra è quindi passata a rispondere al suo grande accusatore, Giuseppe Zeno: “Ci saranno indagini grazie alle quali con registrazioni vocali saranno chiare le finalità che lo hanno ispirato“.

Non è più secretata l’iscrizione nel registro degli indagati della Procura di Milano della ministra del Turismo Daniela Santanchè, nei cui confronti e in quelli di altre persone è aperta un’indagine per bancarotta e falso in bilancio su Visibilia, il gruppo da lei fondato e nel quale è rimasta fino al 2022. Lo si apprende da fonti della Procura. La normativa, infatti, prevede che il segreto sulle iscrizioni si possa mantenere soltanto “per un periodo non superiore a tre mesi e non” è “rinnovabile”

Per quanto riguarda le società attive nel biologico, la ministra ha sostenuto che riguardano “il padre di mio figlio” – cioè il lucano Canio Mazzaro – “Non ho mai avuto il controllo nelle imprese dell’alimentare e biologico. Ho svolto attività di impresa nel mondo della pubblicità, dell’intrattenimento e dell’editoria. La mia partecipazione a Ki group non ha mai superato il 5 per cento. Nel 2010 il gruppo del settore biologico è stata presa non da me ma dal padre di mio figlio con cui non avevo più alcun legame“, ha detto la ministra del Turismo.

Sulla dipendente con la cassa integrazione a zero ore, ma che ha dichiarato di aver comunque lavorato, Santanchè ha detto che non ha mai prestato servizio in quel periodo. La società Visibilia ha deciso comunque di sanare la questione. “Non sono raggiunta da alcun atto, né da alcun rinvio a giudizio“. Ed ancora: “Mi fa sorridere che le critiche più feroci vengono da molti che in privato hanno tutto un altro atteggiamento nei miei confronti. A volte fa anche piacere prenotare nei locali di intrattenimento che io ho fondato. Ma io sono felice di farlo. E mi fermo qui per carità di patria…”.

“Un quotidiano stamattina snocciola informazioni senza indicare alcuna fonte – ricorda con riferimento al ‘Domani‘ – O questo giornale mente, in una classica imboscata per colpire un ministro del governo, oppure prendo in considerazione questa ipotesi, che ripete vicende passate nella storia, oppure il ‘Domani‘ ha avuto notizia che io non ho, e che nessuno potrebbe avere“. Siamo di fronte a “sporche schifose pratiche, che oggi toccano me e domani potrebbero toccare anche a comuni cittadini“, dice, sostenendo di essere stata “oggetto di una campagna di vero e proprio odio nei miei confronti“.

Il Domani ha pubblicato la notizia cheLa ministra del Turismo è indagata da tempo nell’inchiesta per bancarotta condotta dalla procura di Milano sulle società della galassia Visibilia. Non è la sola, assieme a lei c’è un gruppo di persone che hanno avuto ruoli diversi nella gestione delle aziende“, scrivendo che “più che del Turismo, Daniela Santanché, è la ministra dei debiti. A tal punto che per garantire i creditori ha dovuto vincolare la lussuosa villa in centro a Milano valutata 6 milioni di euro, come raccontato da Domani. Debiti enormi tutti rendicontati nei documenti che hanno portato alla sottoscrizione di un vincolo sull’abitazione come garanzia al piano di ristrutturazione dei debiti presentato al tribunale di Milano, una soluzione tempestiva per dribblare il decreto di ingiunzione notificato dal tribunale di Milano il 3 maggio 2023“, aggiungendo che “Tra i documenti più rilevanti per capire lo stato di insolvenza della ministra del governo Meloni ci sono i cosiddetti «contratti di accollo» stipulati tra Santanché e alcuni creditori. La data è il 30 giugno scorso, la ministra era in carica da otto mesi”,

.

Se avessi ricevuto un mai arrivato avviso di garanzia ve lo avrei detto, perché per me non sarebbe cambiato nulla di una virgola: né la mia fiducia nella magistratura né le mie convinzioni sulla mia vicenda. Come diceva mio padre, ottavo figlio di contadini, solo chi ruba nasconde: e io non ho nulla da nascondere“, aggiunge il ministro, ricordando che “ho impegnato tutto il mio patrimonio per salvare le aziende, sfido a trovare qualcuno che faccia lo stesso”. Gli appunti mossi a Ki Group negli anni 20-22, esulano dal mio impegno. Su Visibilia non sono stata raggiunta a ora da alcun avviso di reato, men che meno da alcun rinvio a giudizio, che potrebbe muovere critiche al mio operato politico“.

“Ringrazio per la solidarietà i ministri e la presidente del Consiglio”, dice ancora in Aula il ministro. “Oggi più che darvi risposte – continua – sono io che dovrei chiedervi con forza delle risposte. Qualcuno dovrebbe dare a me delle risposte. E vi chiedo: è normale che un ministro della Repubblica legga che, secondo un giornale, sarebbe indagato?” e prosegue “Sono qui per bloccare la strumentalizzazione politica che è stata fatta su questa vicenda, voglio difendere l’onore mio e di mio figlio. Sono qui per rispondere a qualsiasi domanda, non siate nervosi…”, dice, rivolgendosi ai banchi delle opposizioni.

Santanchè poi ribadisce che non ho mai avuto partecipazione nel settore dell’alimentare biologico, come molti media hanno raccontato, la mia partecipazione in Ki Group non ha mai superato il 5%“. “Non mi sono mai appropriata di nulla che non mi appartenesse e non ho mai abusato delle posizione apicali nelle aziende. Sfido chiunque a dimostrare il contrario”, puntualizza. “A fronte delle notizie di compensi stratosferici da Ki Group, nel triennio 19-20-21 ho incassato una media di 9mila euro l’anno, 27mila lordi in totale”. “I lavoratori dipendenti verranno soddisfatti in tutti i diritti di credito, come previsto dal concordato”, dice ancora.

C’è stato un “unico intervento professionale da parte dello studio La Russa”, puntualizza la Santanchè, ricordando che “non ho più alcuna partecipazione azionaria”. “All’interno di Visibilia Spa vi era un dipendente part time, per il quale sono accusata di avere ricevuto la cassa integrazione, io sono certa che quella dipendente non ha mai messo piede in Visibilia da quando è finita in cassa integrazione“. “Nessuna questione relativa alla cassa integrazione è mai stata sollevata da alcun dipendente di Visibilia“.

“Sono fiera di aver dato lavoro a tante persone”. Dopo la crisi del Covid “molti imprenditori – sottolinea – hanno lottato per tenere in piedi le loro aziende, così come ho fatto io. Io credo nelle cose che faccio: non mi sono mai nascosta e ho messo in gioco l’intero mio patrimonio personale”, rivendica l’esponente di Fdi che poi chiede: “E’ normale che un giornalista scriva cose secretate e ignote a me e ai miei avvocati? Ci scandalizziamo per come mi vesto, per dove abito, e chiudiamo gli occhi davanti a questa sporca pratica?” e conclude: “La mattina mi guardo allo specchio e mi piace quello che vedo riflesso. Se ho commesso errori ho già pagato, gli organi fallimentari italiani funzionano bene, magari con un po’ di lentezza“.

Diversi ministri sono andati a salutare la Santanchè al termine della sua informativa in Aula, dopo che il presidente La Russa ha dichiarato conclusa la seduta. Uscendo dai banchi del governo Santanchè ha incrociato Schillaci che l’ha baciata. Subito dopo la ministra del turismo è finita tra le braccia di Annamaria Bernini che l’ha stretta a se per diversi secondi, parlandole all’orecchio. Santanchè è stata poi baciata dalla ministra del Lavoro Calderone e da quello per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, così come da tre altri senatori del gruppo di Fdi, con i quali ha lasciato sorridendo l’Aula.

Le reazioni della politica

Il primo intervento è stato quello di Antonio De Poli, dell’Udc. Il caso Santanché per lui ricorda quello di Silvio Berlusconi. Gli interventi andranno in ordine inverso rispetto al peso in parlamento, segue Tino Magni, del gruppo Misto, Luigi Spagnolli, delle Autonomie,  Enrico Borghi ex dem passato a Italia viva, Pierantonio Zanettin di Forza Italia. Seguiranno Stefano Patuanelli del Movimento 5 stelle, Massimiliano Romeo della Lega, poi Antonio Misiani del Pd e infine Italo Balboni di Fratelli d’Italia.

Calenda: “Santanchè valuti passo indietro. C’è una profonda differenza tra essere garantisti e sostenere che comportamenti gravemente inappropriati di un membro di governo debbano essere considerati irrilevanti fino a eventuale sentenza passata in giudicato. In tutte le democrazie liberali i membri di governo rispondono politicamente dei loro comportamenti, indipendentemente dalle vicende giudiziarie”. A scriverlo su Twitter è il leader di Azione, Carlo Calenda. “Non abbiamo chiesto le dimissioni della Santanchè fino ad oggi. Abbiamo chiesto spiegazioni. Le spiegazioni date sono parziali, inesistenti o omissive. Ricordo che in questo caso si parla di mancato pagamento del Tfr, uso fraudolento della cassa integrazione, mancato pagamento di stipendi, mancata restituzione di fondi pubblici etc. Alla luce di quanto accaduto oggi in Senato – conclude – la ministra dovrebbe seriamente valutare di fare un passo indietro”.

Zanettin di Forza Italia, ribadendo che il suo partito è garantista, se l’è presa con la procura di Milano e con il quotidiano Il Domani: “Se anche fosse indagata cosa cambierebbe? Qui è venuta a parlare non della sua attività di ministro, ma di imprenditrice“. Per la Lega è un caso mediatico, ha detto il presidente del gruppo al Senato Massimiliano Romeo, che lo associa al “caso Metropol”, la trattativa del partito di Matteo Salvini con i russi finita con un’archiviazione, ma non perché non ci sia stata: “Noi della Lega ne sappiamo qualcosa: vi ricordate il caso Metropol?“. Balboni di Fratelli d’Italia ha detto: “Lei ha la nostra piena fiducia. Il caso del Domani è emblematico”.

Il senatore Patuanelli, capogruppo M5s, ha criticato per primo la ministra. Ha portato in aula i dipendenti lesi dalle società della ministra: “Lei riesce a guardarli negli occhi?“. Ed ha annunciato che i pentastellati hanno presentato una mozione di sfiducia. Il Movimento 5 stelle ha riportato le dichiarazioni economiche della ministra in parlamento, e Balboni ha provato a smentirlo, ma ha trovato le critiche degli altri parlamentari. 

Conte: “Altre opposizioni nervose? Per noi mozione cristallina. Abbiamo parlato e avuto scambi con le altre oppsizioni e preventivi scambi di valutazione. Abbiamo detto che sulla mozione di sfiducia ci saremmo riservati di decidere dopo l’informativa. Per noi il ministro non ha affrontato gli aspetti critici e abbiamo depositato la mozione di sfiducia”. Così il presidente M5S Giuseppe Conte, in conferenza al Senato dopo la mozione di sfiducia al ministro del Turismo Daniela Santanchè presentata dai Cinquestelle. “C’è nervosismo nelle altre forze politiche? Mi sembrerebbe strano, a noi questo punto appare cristallino”, conclude.

Il Pd invece le chiede di “dimettersi“. Il Pd voterà la sfiducia alla ministra del Turismo Daniela Santanchè proposta dal M5S? “Certamente sì”. ha sottolineato ai giornalisti Elly Schlein, una volta raggiunta Fiesole (Firenze) dove la segretaria “dem” partecipa alla Festa dell’Unità. “Alla ministra non resta che dimettersi e vogliamo sapere da Giorgia Meloni, qualora non lo facesse, cosa intenda fare: se si assuma, cioè, la responsabilità di mantenere al governo una ministra la cui posizione imbarazza il governo e tutto Paese”. Oggi in Senato, prosegue la Schlein , “abbiamo sentito le unghie di Santanchè sui vetri mentre cercava di arrampicarsi difendendo l’indifendibile. Le sue dipendenti la smentiscono e rimane il fatto denunciato dal Pd: una ministra non può avere un debito con lo Stato di 2,7 milioni, cosa che non è stata smentita dalla ministra durante il suo intervento. Un intervento, peraltro, servito solamente per attaccare frontalmente la libertà di stampa, che è un fatto grave. E per attaccare le opposizioni con la solita dose di vittimismo. Nel merito delle gravi contestazioni che le vengono fatte, però, non abbiamo sentito risposte. Chiediamo quindi ai ministri GiorgettiCalderone e Urso di venire a riferire in aula per chiarire i contorni di questa gravissima vicenda”.

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