Le recenti decisioni del Time che abbandona il paywall e di Twitter che consente agli editori di far pagare il singolo articolo riportano al centro il tema di come l’editoria oggi possa e debba sostenersi. In particolare in Italia dove a fronte di una pubblicità digitale che per diversi motivi paga, la cultura “pay” nel mondo dell’informazione online e offline è scarsa e costruirla pare impresa ardua. Dall’1 giugno, i 250mila abbonati a time.com si vedranno cancellare il rinnovo della sottoscrizione: potranno anche loro consultare liberamente tutti i contenuti del sito, in via di potenziamento.
.@elonmusk describes the issue of reading articles with paywalls. In clips never shown before in our interview he alludes to the value of what Twitter can bring. He also talks about how the media wants to own their subscribers. @kgee @EliBurton_ 🎥 @klwtts pic.twitter.com/WsA2lUHo0S
— Tesla Owners Silicon Valley (@teslaownersSV) November 1, 2022
Vedremo che effetto avranno sul lungo periodo (sempre che tempo ce ne sia) le offerte commerciali stracciate e le super promozioni messe in campo, i “panini” in edicola fra stampa nazionale e stampa locale che aiutano esclusivamente grandi quotidiani nazionali. Quelli locali e regionali evidentemente più piccoli già non se le possono permettere.
Un articolo dell’autorevole NiemanLab di cui crediamo utile citare alcuni passaggi, riporta un sondaggio della Gallup/Knight Foundation dello scorso autunno dove a un campione di adulti americani è stata posta questa domanda: “Supponiamo che stiate tentando di accedere a una notizia online e che dobbiate pagare per continuare a leggerla o guardarla. Quale delle seguenti cose saresti più propenso a fare?”
Il 48% dei lettori ha affermato che “cercherebbe di accedere alle informazioni altrove gratuitamente da un’altra testata giornalistica”. Il 28% “passerebbe a qualcos’altro o a una notizia diversa”. Il 7% “cercherebbe di trovare informazioni sulla notizia sui social media”. Il 4% “si registrerebbe per una prova gratuita se disponibile”. Il 3% proverebbe a “raccogliere la storia tramite amici o familiari che hanno già accesso”. Soltanto l’1% “pagherebbe per leggere la notizia. ecco perchè il nostro giornale ha sempre lasciato piena e libera lettura dei nostri articoli.
Un free site più ricco è d’altronde il miglior strumento di comunicazione sul mercato per il valore dei contenuti giornalistici autorevoli, e sopratutto quando una testata intende mantenere come tratto distintivo. Salti di quantità e qualità nell’offerta online gratuita sono ovviamente attesi a sostituire in tempi brevi i mancati ricavi da paywall con nuovo fatturato di pubblicità digitale: nonché per promuovere aree collaterali, come l’organizzazione di eventi.
In tutto questo la Gazzetta del Mezzogiorno è in una crisi che sembra ormai irreversibile , e nell’ultimo mese ha perso ulteriori 1.000 copie , scendendo dalle precedenti 6.000 ad appena 5mila copie vendute in edicola, venendo superati di oltre 1000 copie dal Nuovo Quotidiano di Puglia (secondo gli ultimi dati ADS di marzo 2023). Un dato inquietante, in quanto durante la gestione di esercizio provvisorio dei curatori fallimentari vendeva 8mila copie al giorno. Con questi imbarazzanti dati di vendite e conseguentemente di lettori, è peraltro impossibile attrarre le concessionarie nazionali per ricevere della pubblicità nazionale ed essere inseriti nelle pianificazioni che contano. Corre voce inoltre che gli attuali co-editori dopo essersi spartiti il 50% dell’immobile di via Scipione l’ Africano, abbiano conferito la testata giornalistica ad un’altra società, sottraendola all’attuale editrice EDIME srl, nel silenzio “tombale” del sindacato dei giornalisti. Anche perchè i “sindacalisti” si sono tutti sistemati…
Il nostro giornale mentre in molti in Puglia ci remavano contro, in questi lunghi 9 anni, mese dopo mese, giorno dopo giorno, è riuscito a conquistare la fiducia dei propri oltre 70.000 lettori al giorno e sopratutto l’interesse degli investitori e sponsors nazionali, rinunciando sinora ai contributi di Legge sull’ Editoria, potendo contare su un fatturato sempre in crescita, formando nuovi giornalisti, e facendoci conoscere ed apprezzare in campo nazionale da tutte le principali istituzioni, è ormai diventato un quotidiano di interesse , diffusione e lettura nazionale venendo inserito in tutte le più importanti e diffuse rassegne stampa. E non è un caso infatti, che il 50% dei nostri lettori provenga da Roma e Milano. E non è finita qui…