di Alessandra Monti
La sfilata di domenica 27 febbraio nella penultima giornata della settimana della moda di Milano di Giorgio Armani è stata una scelta simbolica, potente e solidale, vuole lanciare un segno di solidarietà. Anche se lo show va avanti, il pensiero è lì, alle bombe sganciate su Kiev. Le modelle sfilano senza il ritmo calzante: nessuna nota stridente o angosciosa è più assordante dell’assenza che colpisce e va dritta al cuore. Ancora una volta Giorgio Armani con le sue scelte del tutto personali manifesta la sua immensa umanità.
“La mia decisione di non usare nessun tipo di musica preso in segno di rispetto per tutte le persone coinvolte nella tragedia in corso in Ucraina” dice una voce fuori campo prima che inizi la sfilata di Giorgio Armani. E dopo la pausa del pubblico che applaude in sala la sfilata si svolge nel silenzio la presentazione della collezione per il prossimo inverno.
Alla sfilata era presente anche la senatrice a vita Liliana Segre .“Ho incontrato la Segre alla prima della Scala ed è stata molto gentile, ha espresso” racconta Giorgio Armani “il desiderio di venire a vedere la sfilata, magari avrà riserve sulla moda, ma è un grande onore. Le vorrei chiedere tante cose quando vedo un programma sull’Olocausto non resisto, devo vedere, rendermi conto di cosa possono avere sofferto quegli esseri umani: partecipare al loro dolore, anche da casa mia, mi sembra che ne valga la pena“.
Armani dopo lo show in conferenza stampa scoppia a piangere davanti ai giornalisti , commosso. “Mi sono chiesto qualche ora prima cosa potessi fare. Ma non era una questione di soldi o vestiti, ma volevo segnalare subito il mio battito di cuore e per questi bambini“. e parlando non riesce più a trattenere le lacrime: “sono proprio uno stupido ma non riesco a restare indifferente“. E conclude: “La cosa migliore era dare il segnale che non vogliamo festeggiare. Cosi ho detto non voglio musica. Anche i ragazzi e le ragazze si sono emozionati“.