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5 Novembre 2024 01:23

La spazzatura ed i saltimbanco candidati a Taranto: di tutto e di più…!

Da Gugliotti a Di Lena, da Cassano a Stellato: tutti i saltimbanco della politica pugliese, trombati e candidati.

Nei giorni scorsi il solito giornalista agli “ordini” del proprio co-editore Antonio Albanese (condannato)da Massafra, pubblicava una “non-notizia“, o “fakenews” come è di moda oggi definirle in relazione alla candidatura nella Lega a Taranto di un politicante di campagna, ex-vigile urbano, portaborse e successivamente sindaco per 10 anni a Castellaneta, molto “caro” al co-editore massafrese della Gazzetta del Mezzogiorno. Con tanto di fotografia, raccontando che sulla scrivania di Matteo Salvini erano arrivate delle lamentele sulla composizione della lista da parte del coordinatore regionale Roberto Marti, lasciando presagire un ballottaggio fra tale Giovanni Gugliotti da Gioia del Colle, emigrato in quel di Castellaneta dove per 10 anni ha fatto con danni irreparabili come sindaco, e Rossano Sasso, leghista della prima ora, sottosegretario di Stato del Governo Draghi. Risultato: Sasso regolarmente candidato, e Gugliotti a spasso, senza un partito ed una candidatura. Della serie “trombato & abbandonato“. Anche perchè non è la prima volta cerca di infiltrarsi nella Lega, andando a bussare alle porte “romane” portando in dote la solita generosità finanziaria-elettorale di un imprenditore, il quale però ha una caratteristica: quando sostiene un candidato puntualmente non viene eletto. E così è accaduto con l’ex-sindaco di Castellaneta “Gugliotto” come ormai tutti lo chiamano.

Rossano Sasso con Matteo Salvini e Giovanni Gugliotti

Da Matteo Salvini a Matteo Renzi, senza problemi…

Ma le follie elettorali nella composizione delle liste dei candidati non finiscono mai. Infatti come raccontano gli storici, “se Atene piange, Sparta non ride”. Anche dalle parti di Italia Viva, il partito di Matteo Renzi e Teresa Bellanova si ride poco, contribuendo allo squallore nel collegio di Taranto, dove hanno candidato Angelo Di Lena , consigliere uscente del Comune di Pulsano (provincia di Taranto) – commissariato dalla scorsa primavera, in seguito alle dimissioni del sindaco Francesco Lupoli e dell’assessore Luigi Laterza, esponenti della Lega, entrambi indagati dalla Procura della repubblica di Taranto.

il collaboratore scolastico Angelo Di Lena, ex-Lega, candidato per Italia Viva

Anche Di Lena nel settembre 2019 aveva aderito alla Lega, giustificando la sua scelta: “un partito che ha saputo modernizzarsi” – scriveva sulla sua pagina Facebook – sostenendo che fosse “innegabile che Salvini come ministro degli Interni ha fatto bene, cambiando per quanto possibile le cose, riportando ordine e legalità nelle strade, ridando all’Italia la dignità persa da tempo senza inginocchiarsi alla oligarchia europea“. Aggiungendo: “Prima gli italiani“, sostenendo che l’Italia è “ormai da tempo precipitata in una crisi profonda, completamente asservita all’Europa e alle sue volontà economiche grazie a Renzi e Gentiloni

Di Lena però nella Lega ci è rimasto poco, infatti nel maggio 2020 quando l’Italia era colpita dalla prima ondata di Covid-19, si allontanava dal partito di Matteo Salvini, perché “non più in sintonia con il mio modo di fare politica“. In realtà era stato messo in un angolo dalla dirigenza provinciale jonica. Dopo solo tre mesi, a settembre 2020 in occasione delle elezioni regionali in Puglia, Di Lena si candida nella lista a sostegno Ivan Scalfarotto, sostenendo di essere stato il più suffragato di tutti i candidati dei collegi della Puglia. Un’altra “fake news” in quanto la più suffragata in assoluto in realtà è Nunzia Cinone, candidata a Bari.

Trascorrono altri mesi e Di Lena continua a pubblicare commenti a dire poco equivoci sul Covid-19, salvo precisare di essersi vaccinato tre volte: “Non entro nelle polemiche quotidiane vaccino sì o vaccino no – scriveva lo scorso 31 dicembre 2021 – Chi vi scrive si è fatto tre vaccini, ma questo non fa di me un saggio e chi non si è vaccinato un folle. Quello che sta gettando nel caos l’intera popolazione mondiale è l’incertezza, il dire e non dire“.

A fine gennaio 2022 Di Lena aderisce ufficialmente a Italia Viva, così motivando la sua nuova scelta di campo: “progetto del quale condivido le idee in questo momento storico in cui la politica non offre più punti di riferimento precisi per il cittadino“. Si mette a studiare da politico e si iscrive ad una scuola politica online organizzata da Italia Viva Lombardia, per prepararsi a diventare un “amministratore del futuro”. Adesso è arrivata la candidatura per Azione-Italia Viva: “Qui sono nato e per questo territorio continuerò a lottare”, commenta il consigliere comunale pulsanese uscente, che lo scorso 2 giugno dedicava un post alla festa della Repubblica ricordando che “i valori della costituzione purtroppo sono stati dimenticati in questi mesi di pandemia da molti amministratori locali, sindacati, dirigenti scolastici, che anziché far riflettere la gente sull’abuso di decreti si sono trasformati in semplici burocrati, facendo rispettare in maniera asettica con scrupolo le direttive e le disposizioni del governo“.

Ma il peggio di Di Lena erano queste sue affermazioni:Le persone che sono purtroppo decedute per questa combinazione di spazzatura metabolica e a causa di questa strage di Stato vengono inoltre usate in maniera strumentale dal governo e dagli organi di propaganda tutti allineati aggiungeva il politicante di paese – spaventati e agli ordini di questo terrorismo sanitario

Le “capriole” politiche del saltimbanco Stellato

Massimiliano Stellato, 49 anni originario di Capua, Infermiere-sottufficiale presso la Marina Militare, attualmente in aspettativa, fece il suo esordio in politica a Taranto entrando in consiglio comunale nelle liste del PD, mettendosi in mostra nel 2018 con una ridicola e patetica manifestazione nelle vie del centro di Taranto, con una ventina di sostenitori, indossando i gilet gialli, scimmiottando il movimento di protesta francese.

Successivamente Stellato la lasciato il PD aderendo al movimento pugliese “Puglia Popolare” fondato e guidato dall’ ex- senatore e sottosegretario berlusconiano Massimo Cassano, direttore generale dell’ ARPAL Puglia (l’Agenzia regionale per le politiche attive del lavoro), legato a Michele Emiliano, sino a qualche ore fa prima di saltare fra le braccia di Carlo Calenda, con la “garanzia” di Mara Carfagna. Immediate le reazioni in seno alla maggioranza consiliare nella Regione Puglia dove è stato convocato un Consiglio regionale urgente per far decadere il direttore generale di Arpal Puglia , Massimo Cassano. La presidente del Consiglio regionale, Loredana Capone, ha scritto al governatore Michele Emiliano e ai capigruppo per chiedere l’indicazione di una data utile per convocare i consiglieri e discutere della riforma dell’assetto societario di Arpal, che azzeri l’attuale carica di direttore generale e preveda nuove figure di vertice. La Capone ha raccolto immediatamente la richiesta di convocazione del consiglio regionale presentata dai consiglieri pd Fabiano Amati, Michele Mazzarano e Ruggiero Mennea con Antonio Tutolo (Gruppo misto).

Era solo il 18 novembre 2021 quando l’ufficio stampa del Consiglio Regionale della Puglia, diffondeva una nota di Stellato: “Le questioni politiche di Taranto vanno tenute distinte dalle dinamiche, per fortuna ben collaudate, del Consiglio regionale. Con il presidente della Regione e con la maggioranza che lo sostiene in Consiglio regionale, tanto io quanto il Gruppo dei Popolari che mi onoro di presiedere, il rapporto è da sempre leale, franco e collaborativo. E continuerà ad essere tale, senza se e senza ma“.

da sinistra Gugliotti, Gemmato (FdI), Musillo, D’Attis (FI), Marti (Lega) e Stellato (Puglia Popolare)

Una dichiarazione conseguente alla firma di Stellato davanti ad un notaio barese molti vicino a Gugliotti, di dimissioni dal consiglio comunale insieme ad altri 16 consiglieri del Comune di Taranto, congiurati contro il sindaco Rinaldo Melucci, per candidare a sindaco del capoluogo jonico l’ex-segretario provinciale del PD di Taranto Walter Musillo sotto l’ala protettiva del centrodestra (Forza Italia, Lega, Fratelli d’ Italia). Un’operazione suicida elettoralmente parlando che ha visto rieleggere Melucci con il 55% dei voti contro il misero 35% di Musillo.

Adesso Stellato ha seguito Cassano, saltando sul “carro” elettorale di Azione-Italia Viva, smentendo se stesso e rimangiandosi alcune dichiarazioni pubblicate sulla sua pagina Facebook sulla vicenda ILVA diametralmente opposte alle note posizioni espresse da Carlo Calenda e Matteo Renzi, salvo poi rimuoverle (tardivamente !) dal socialnetwork.

Da Azione giustificano il fatto che non potevano controllare i trascorsi dei 600 candidati. Ma una cosa è certa: Stellato avrà vita difficile in campagna elettorale. La gente perdona tutto e tutti, ma non ama i “saltimbanco”, e fra una settimana saranno in molti a capirlo. Qualcuno potrebbe spiegarlo anche a Mara Carfagna: il suo attuale compagno Alessandro Ruben, che si candidò per Futuro e Libertà (Gianfranco Fini) nella Lista Monti a Taranto nel 2013, conquistando l’ 0.1% dei voti….

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