Nella tarda serata di ieri, i poliziotti della squadra mobile della Questura di Taranto hanno tratto in arresto Cosimo Potenza di 23anni e Francesco Longobardi di 28anni, a seguito del provvedimento di fermo siglato dal procuratore capo dr. Franco Sebastio e dal pm Daniela Putignano, in quanto ritenuti di aver fatto parte del gruppo che partecipato la sera del’ Epifania in piazza De Amicis al Quartiere Tamburi ha ucciso a colpi d’arma da fuoco Cosimo Denaro. Le indagini attivate degli agenti della Squadra Mobile della Questura di Taranto, si sono avvalse anche delle registrazioni filmate riprese da alcune telecamere di sorveglianza presenti nella zona dell’agguato mortale , hanno permesso di stabilire le responsabilità dei fermati.
Ma in realtà l’impulso più importante e fondamentale per le indagini, è arrivato da tre testimoni, tutti parenti del Denaro i quali erano presenti all’omicidio, e che sono riusciti ad identificare gli esecutori sul riconoscimento effettuato dalle foto segnaletiche della Questura. In particolare dalla ricostruzione degli investigatori è emerso che i tre intorno alle 19.00 del 6 gennaio u.s. si sono appostati all’interno di un circolo ricreativo, in Piazza De Amicis in attesa della vittima tenendo sotto la minaccia delle armi per circa una decina di minuti, gli avventori, per poter compiere indisturbati la loro azione delittuosa. L’omicidio sarebbe avvenuto per degli screzi e sgarri maturati nel sottobosco dello spaccio di stupefacenti, che avevano portato ad una discussione nei giorni precedenti fra la vittima ed i tre che lo hanno condannato a morte
All’arrivo del Denaro che era in compagnia della moglie, uno dei tre malviventi lo ha atteso all’entrata del circolo esplodendogli contro un colpo di fucile a canne mozze che non gli ha lasciato scampo. La terza persona del “commando” criminale e cioè Benito Potenza (fratello dell’arrestato Cosimo) ritenuto dagli inquirenti come il presunto esecutore dell’omicidio del Denaro, scaricandogli addosso i proiettili di un fucile a pallettoni è tutt’ora attivamente ricercata.
Questa non è la prima vicenda criminale che vede i fratelli Potenza agire insieme a Francesco Longobardi . Il “trio” infatti venne giudicato nel febbraio del 2013 per il suicidio di Michele Iurlaro, avvenuto a Taranto nel maggio 2010. In quel processo Benito Potenza venne condannato a 6 mesi di reclusione, mentre suo fratello Cosimo e Francesco Longobardi vennero invece assolti “per non aver commesso il fatto“.
Ancora una volta, queste vicende criminali girano intorno ai circoli ricreativi, luogo di ritrovo di appartenenti alla malavita tarantina, che vengono controllati e chiusi solo dopo sparatorie ed omicidi, circostanza che porta ad un quesito: cosa aspetta la divisione della Polizia Amministrativa della Questura di Taranto a mapparli, ed a controllarli uno ad uno ? Sanzionarli e basta serve solo a far vedere all’opinione pubblica che qualcosa viene fatto. Un qualcosa che però i fatti dimostrano, non basta e sopratutto dimostra l’assenza di una capillare necessaria attività di prevenzione.