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22 Luglio 2024 13:12
22 Luglio 2024 13:12

La vergogna di Bonafede (e Conte lo protegge…): fuori dal carcere un ergastolano a Taranto

Uscito dal carcere anche l'ergastolano che nel 1994 uccise Carmelo Magli, poliziotto in servizio nel penitenziario di Taranto a cui è intitolata la struttura carceraria di Taranto.

ROMA – Da alcune settimane è in libertà a Taranto, e senza neanche il controllo del braccialetto elettronico, uno degli esecutori materiali dell’efferato omicidio del poliziotto penitenziario Carmelo Magli, ucciso lo scorso 18 novembre 1994 a Taranto. E tutto ciò è la vergognosa conseguenza delle recenti discutibili decisioni del Ministero della Giustizia. E’ pesante la protesta del SAPPE il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria.

Donato Capece, segretario generale del SAPPE commenta: “Ci indigna sapere che Francesco Barivelo, ergastolano già detenuto a Sulmona che partecipò all’omicidio di Carmelo Magli nel 1994 a Taranto, è oggi in libertà. Altro che certezza della pena! Lo Stato abdica al suo primario compito di assicurare la giusta pena a chi uccide. Hanno ragione ad essere indignati i poliziotti penitenziari di Taranto, che hanno conosciuto e lavorato con Carmelo, . Con loro sono indignati i cittadini onesti di questo Paese.

“E’ una vergogna che un assassino sia a piede libero. Altro che onestà e le promesse delle campagne elettorali: le scelte in materia penitenziaria di questo Governo sono gravi ed offensive alle Vittime della Criminalità ed ai loro parenti, che piangono e piangeranno sempre i loro familiari uccisi!” continua Capece.

Barilevo era detenuto nel carcere di Sulmona ed è stato fatto uscire in relazione ad una situazione clinica che avrebbe potuto essere pregiudicato con il Covid-19, senza però essere allo stato alcuna relazione diretta. Capece ricorda che “l’Agente di Polizia Penitenziaria Carmelo Magli era in servizio alla Casa circondariale di Taranto. Smontato dal turno 16/24 il 18 novembre 1994 perché la figlia in tenera età aveva la febbre, a bordo della propria autovettura aveva imboccato la strada provinciale San Giorgio Jonico che lo porta a casa. Percorse meno di un chilometro quando due sconosciuti a bordo di una moto di grossa cilindrata cominciano a sparare contro il veicolo che finisce fuori strada. Il corpo crivellato di colpi venne ritrovato sulla strada, l’indomani mattina, da una pattuglia della polizia stradale“.

L’omicidio di Carmelo Magli maturò durante il processo “Ellesponte” alla criminalità organizzata pugliese. Come atto di intimidazione verso le forze era stato deciso che sarebbe stato ucciso il primo agente uscito dall’istituto a fine turno. I responsabili dell’omicidio sono stati condannati dalla Corte d’Assise di Lecce che ha comminato tre ergastoli.

Carmelo Maggi

Oggi nonostante Carmelo Maggi sia stato riconosciuto dal Ministero dell’Interno “Vittima del Dovere” ed insignito della Medaglia d’Oro al Merito Civile alla Memoria, uno dei suoi omicidi nonostante l’ergastolo è in tranquillamente è in libertà. “E’ una vergogna che oggi il suo assassino sia libero”, commenta amaramente il segretario generale del SAPPE. “Mi appello al Capo dello Stato, Sergio Mattarella, affinchè chi si è reso responsabile di crimini efferati ed è stato giudicato colpevole e condannato all’ergastolo sconti la sua pena in galera!”.


La figlia di Carmelo Magli ha ricordato suo padre commentando la vergognosa scarcelazione del suo assassino, ergastolano ” “Non è mai successo che io mi esponessi su questo social con una cosa così personale. 
Faccio fatica a parlarne con le persone che mi sono vicine, figurati a parlarne su un social con più di 1000 amici. Ma qualcosa va detta e va detta a più persone. Perché voglio capire. Ho 27 anni e da tutta la mia vita vivo senza sapere cosa significa avere un padre, non ce l’ho e non l’ho mai avuto, perché 26 anni fa lo hanno ucciso, me lo hanno portato via. Sono stati dei criminali, gente senza scrupoli che ha deciso di rovinare la vita di una famiglia per sempre. Ora, dopo così tanto tempo, mi ritrovo questa notizia….“Scarcerato” “A piede libero” “Ritorna a casa”. Con tutta la fatica del mondo, con il cuore che mi si contorce e le lacrime che scendono giù, mi chiedo solo perché? Che significa questo? Come è possibile? 

Continua Lucia Magli: “Non voglio dare la colpa a nessuno, non voglio attaccare le istituzioni, non voglio pensare che viviamo in un paese ingiusto, voglio solo capire cosa sta succedendo !!  Sono sempre stata dalla parte dei diritti umani, del pensare che anche chi ha sbagliato è degno di vivere la vita che si merita, ma così è troppo. Che diritto ha questa persona di vivere in libertà quando mi ha privato di mio padre, ha tolto a me, mia madre e mia sorella la possibilità di essere felici. Perché vi assicuro, certe cicatrici rimangono a vita e in ogni giorno, in ogni momento felice e in ogni contesto la mancanza si sente e nessuno mai potrà ricoprire questo dolore. Questo però non conta di fronte alla libertà di questo individuo, che sembra avere molti più diritti di tanta gente perbene.”

“Io e la mia famiglia vogliamo delle spiegazioni perché questo ci sembra davvero troppo e, anche se mio padre non me lo ridarà più nessuno, meritiamo che la giustizia riconosca il giusto posto dei colpevoli“. Conclude Lucia Magli, e noi condividiamo le sue parole, parola per parola.

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