Questa mattina con una nota stampa il procuratore di Perugia Raffaele Cantone ha fatto chiarezza sulle indagini in corso sugli accessi abusivi ai sistemi informatici della Direzione Nazionale Antimafia. “Siccome nella giornata di ieri e di oggi sono stati pubblicati numerosi articoli relativi al procedimento in corso presso questo ufficio relativo alle indagini sugli accessi abusivi al sistema delle segnalazioni sospette (SOS) ed alla banca dati della Direzione Nazionale Antimafia, si ritiene doveroso, nel rispetto delle principi stabiliti dal D.Lgs n. 188/2021 fornire alcune limitate notizie ufficiali per garantire in modo trasparente l’esercizio del diritto di informazione corretto ed imparziale“.
Il procuratore Cantone chiarisce con il suo comunicato che “In primo luogo va precisato che le indagini svolte nel procedimento non sono affatto concluse; esse sono ancora in corso e non è prevedibile la loro conclusione in tempi brevi, in quanto, dagli accertamenti delegati al Nucleo di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza, sono emersi ulteriori episodi di possibili accessi abusivi, oltre quelli già oggetto di contestazione nei mesi scorsi con l’invito a comparire” spiegando che “Sono state, in particolare, conferite varie deleghe alla polizia giudiziaria sopra indicata che ha continuato ad operare in modo continuativo e sistematico”.
“Effettivamente nello scorso mese di maggio” confermando quanto divulgato dagli organi di informazione “l’ufficio ha avanzato richiesta di misura cautelare personale degli arresti domiciliari dell’ufficiale della Guardia di Finanza (Pasquale Striano n.d.r.) e dell’ex sostituto procuratore (Antonio Laudati n.d.r.) della Direzione Nazionale Antimafia, già sottoposti ad indagini e destinatari nel mesi scorsi di invito a comparire. I titoli di reato per i quali si è richiesta la misura sono gli stessi per i quali era stato notificato invito a comparire, rimasto senza esito per non avere gli indagati ritenuto di presentarsi per rendere interrogatorio. Nella richiesta cautelare, di oltre 200 pagine, sono stati, in particolare, sottoposti all’esame del Gip tutti gli elementi raccolti che dimostravano la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza, episodio per episodio, ed evidenziate specifiche circostanze, ascrivibili ad entrambi gli indagati, emerse dalle indagini svolte anche attraverso attività tecniche, che sono state ritenute dall’ufficio integrare gravi fatti di inquinamento probatorio in grado, di danneggiare la genuinità del cospicuo compendio probatorio già acquisito.“
La nota integrale della Procura di Perugia
COMUNICATO-STAMPA-ACCESSI-ABUSIVI-ALLE-SOS“Il Gip presso il Tribunale di Perugia con un’ordinanza depositata il 16 luglio u.s. ha in premessa ritenuto – si cita testualmente il provvedimento – “indiscutibile la sussistenza di plurimi, gravi e precisi indizi di reità in ordine a tutte le fattispecie contestate“. Ma non l’ha accolto, motivo per cui la procura ha presentato appello al Tribunale del Riesame, contestando fra l’altro l’affermazione del Giudice secondo cui gli indagati avrebbero avuto “in tutto o in parte” accesso agli atti processuali. La nota si conclude spiegando che “essendo venuto meno oggi il segreto, gli atti che sono stati trasmessi al Gip con la richiesta cautelare, potranno essere trasmessi alla Commissione Antimafia, adempimento che sarà effettuato nei prossimi giorni”.
“Al Gip è stato prospettato per l’ufficiale della Guardia di Finanza” continua la nota stampa della Procura di Perugia “sia pure in via subordinata, il pericolo di reiterazione dei reati.Il predetto infatti è ancora in servizio, sia pure in un reparto non operativo e sia pure privato da tempo dalla propria amministrazione, delle password per accedere alle banche dati“.