ROMA – Con un comunicato del CdR pubblicato ieri il quotidiano siculo-barese si è rivolta ieri ai propri lettori: “Cari Lettori, dopo un lungo silenzio torniamo a parlarvi in prima persona della “Gazzetta” per dirvi che nei prossimi giorni, forse nelle prossime ore, si decide la sopravvivenza del vostro e nostro giornale. Negli ultimi mesi abbiamo scelto di dedicare ogni energia per garantire un’informazione sempre più completa e allo stesso tempo condurre in silenzio e con spirito di sacrificio una lunga e difficile trattativa per contribuire a costruire il futuro della testata. Ma neanche questo senso di responsabilità è bastato“.
Il comunicato così continua: “La «Gazzetta» è affidata a una gestione commissariale dall’ottobre del 2018, a seguito dell’inchiesta giudiziaria per presunto concorso esterno in associazione mafiosa a carico di Mario Ciancio Sanfilippo, azionista di maggioranza dell’Edisud spa, società editrice del giornale. Ricordiamo che la testata, in ogni sua articolazione, è totalmente estranea al merito dell’inchiesta condotta dalla Procura di Catania, che ha chiesto e ottenuto il sequestro-confisca anche del pacchetto azionario della Edisud. In questi lunghi mesi abbiamo accettato il taglio delle nostre retribuzioni per consentire al nuovo consiglio di amministrazione di riequilibrare i conti. Analogo sforzo è stato compiuto dagli altri lavoratori del giornale. In questo modo il nuovo Cda, nominato dal Tribunale di Catania, ha potuto mettere a punto un concordato a garanzia dei creditori della Edisud spa“.
“Questo lungo e faticoso percorso rischia di fermarsi all’ultimo miglio: la Edisud potrebbe ritirare la procedura di concordato in assenza delle indispensabili garanzie finanziarie. Sarebbe una brusca frenata che interromperebbe il difficile percorso di risanamento dell’azienda e di rilancio dell’iniziativa editoriale“.
“A pagare il conto di questo stallo, alla fine, perdendo il giornale, saremmo noi lavoratori e le comunità di Puglia e Basilicata alle quali ogni giorno continuiamo a dedicare tutto il nostro impegno. Abbiamo sentito il dovere di informarvi, oggi, anche per evitare una beffa: prolungare il silenzio potrebbe far credere che la crisi del giornale sia risolta. In verità, in questi mesi abbiamo sempre ritenuto che il nostro lavoro fosse dar voce alle difficili storie del Mezzogiorno, non utilizzare queste pagine per parlare di noi”.
Il comunicato-appello sindacale così conclude: “Adesso conta una sola cosa: fare presto. Per anni le imprese e la società civile delle nostre regioni hanno potuto contare sulla «Gazzetta», ora è il giornale che ha bisogno di sostegno. E non è più tempo di tavoli politici perché i tempi della politica non sono più conciliabili con i nostri. In queste ore i giornalisti stanno dialogando con i consiglieri di amministrazione nominati dal Tribunale di Catania, con l’azionista di minoranza dell’Edisud, il prof. Valter Mainetti, nonché con tutti gli interlocutori in grado di scongiurare la scomparsa di una delle più autorevoli voci del panorama editoriale italiano e meridionale in modo particolare.Vi diamo appuntamento a breve, cari Lettori. Non lasceremo nulla di intentato e siamo pronti a difendere con ogni mezzo a nostra disposizione il valore accumulato dalla «Gazzetta» in quasi 133 anni di storia.“
E’ inutile dirvi che il nostro giornale fa il tifo per la permanenza in edicola dalla Gazzetta del Mezzogiorno, così come si augura che vengano persi meno posti di lavoro possibili, anche se per mandare avanti un’azienda editoriale, sopratutto inutilmente mastodontica come quella del quotidiano barese, saranno necessari dei tagli drastici.
Noi tifiamo per la Gazzetta della Mezzogiorno, nonostante le diffamazioni subite , nonostante le rettifiche da noi richieste non pubblicate, nonostante le “porcate” pseudo giudiziaire attuate da un loro giornalista impegnato nell’attività sindacale in Puglia, il quale ha chiesto per oltre 20 volte nelle proprie denunce alla magistratura di sequestrare il nostro giornale (!!!) manifestando i propri noti limiti di competenza giuridica e giudiziaria e quindi di ignoranza specifica, in quanto le Sezioni Unite della Corte di Cassazione hanno sancito con una propria sentenza del 2015 che non si può sequestrare una testata affermando che “non può essere sottoposta a sequestro preventivo una testata giornalistica telematica” !
Parliamo dello stesso giornalista , cioè Mimmo Mazza, che con i suoi articoli diffamava la collega Caterina Bagnardi del quotidiano Taranto Buona Sera sostenendo che si fosse impossessata di fondi pubblici per l’editoria truffando lo Stato. Circostanza questa falsa e tendenziosa, che è stata smentita dal Tribunale competente. Chiaramente Mazza non ha mai chiesto scusa alla Bagnardi e tantomeno mai rettificato il suo articolo. Alla faccia del Codice Deontologico…..
Lo stesso Mazza che nonostante sia vincolato da un contratto di esclusiva con la Gazzetta del Mezzogiorno, si è aperto nei mesi scorsi una società (priva di uffici e personale regolarmente contrattualizzato) di cui detiene il 50% delle quote, con cui fa l’editore ed il concessionario della pubblicità di Radio Cittadella a Taranto, di proprietà della Fondazione Cittadella della Carità, che oppone ogni tentativo di accesso agli atti amministrativi per nascondere i propri rapporti con Mazza ed i suoi “compagni di merende”. E guarda caso la Gazzetta del Mezzogiorno è diventata a Taranto molto più morbida ed “amica” degli inserzionisti di Radio Cittadella. A partire dal Comune di Taranto che ha subito stanziato 10mila euro di pubblicità (per la prima volta nella sua storia) . Coincidenze ?
Per non parlare poi dei molteplici collaboratori della Gazzetta che lavorano per enti, sindacati, società private ecc. in aperto conflitto di interesse ? E cosa fa il direttore del giornale barese per controllare questo vergognoso scempio deontologico dinnanzi al quale l’ Ordine dei Giornalisti e l’ Assostampa di Puglia tacciono in maniera “omertosa” ?
Con l’occasione lo chiediamo apertamente e pubblicamente al CdR della Gazzetta: è così che volete salvare il vostro giornale ? Come pensate di recuperare le decine di migliaia di lettori che avete perso in questi anni e che continuate a perdere giorno dopo giorno ancora oggi ?
E’ incredibile leggere i dati pubblici di diffusione e verificare che la Gazzetta del Mezzogiorno a dicembre 2019 ha venduto appena 14.244 copie perdendo 3mila copie rispetto allo stesso mese del 2018, in un bacino di lettori (Puglia e Basilicata) di oltre 5 milioni di persone. E solo chi fa questo lavoro sa quanto sia importante anche pubblicitariamente il mese di dicembre per i giornali !
Comunque sia il nostro augurio è che presto tutto ciò possa finire trovando un editore serio, un nuovo direttore responsabile autorevole e capace di fare una bella “pulizia” interna di giornalisti e poligrafici inutili ed improduttivi. E’ solo così che si può salvare la Gazzetta del Mezzogiorno. Non con i sit-in inutili e patetici, i pellegrinaggi verso il “Palazzo” a Roma ginuflettendosi ai politici. Un giornale indipendente deve restare libero, lontano ed indipendente dal potere politico.
Quello che vince è il mercato, con le sue regole e norme. Chi decide l’importanza e la qualità di un giornale è il lettore quando va in edicola o si collega online. Cercate di mettervelo in testa una volta per tutte, cari colleghi della Gazzetta del Mezzogiorno . In bocca al lupo.