di REDAZIONE CRONACHE
L’ Autorità Antitrust ha avviato un procedimento contro la promozione e la vendita delle mascherine U-Mask in quanto “verrebbe enfatizzata l’efficacia di questi dispositivi con modalità ingannevoli e aggressive, sfruttando indebitamente la situazione di emergenza sanitaria in corso per indurre il consumatore a comprare a prezzi elevati il prodotto reclamizzato“. E’ quanto è stato reso noto dall’ Authority, annunciando l’avvio del”procedimento istruttorio”, nei confronti delle società U-EarthBiotech Ltd. e Pure Air Zone Italy Srl a Milano.
Le U-Mask vengono usate da politici, team della Formula1, giornalisti televisivi e persino dalla Nazionale Italiana di Calcio (partner in un progetto di beneficenza) , vengono pubblicizzate come autosanitizzanti, antiproliferative e in grado non solo di bloccare i contaminanti dell’aria sulla superficie della maschera, ma persino di distruggerli all’interno del filtro, distribuite in 121 Paesi del mondo e persino adottate da diverse federazioni sportive.
Nel sito della società U-Mask vengono illustrate delle collaborazioni anche con team di Formula 1, come il Team AMG Patronas Mercedes Benz, ma che in realtà non risultano !
Ispezioni sono state condotte dalla Guardia di Finanza nelle sedi di U-Earth Biotech Ltd. e Pure Air ZoneItaly S.r.l. “I claim con cui le società enfatizzerebbero l’efficacia, in termini di prevenzione, delle mascherine in questione appaiono in grado di ingannare i consumatori, inducendoli all’acquisto di un prodotto privo delle caratteristiche e della capacità filtrante pubblicizzata, con conseguente potenziale pericolo perla salute”, spiega l’Autorità.
Sotto questo profilo da un lato è attribuita al prodotto U-Mask un’efficacia protettiva (per singolo filtro) di 200 ore di utilizzo effettivo o di un anno, che non sarebbe debitamente comprovata; dall’altro, questo tipo di mascherina sarebbe impropriamente comparato con dispositivi di protezione individuale (DPI) rispetto ai quali, secondo la presentazione sul sito web, “U-Mask ha un’efficienza superiore, paragonabile a un FFP3″. Invece U-Mask non è certificata come DPI ma risulta registrata presso il Ministero della Salute come dispositivo medico di “classe I“.
Vengono inoltre contestate altre omissioni e ambiguità nelle informazioni presenti sul sito “in relazione al diritto di recesso, al foro del consumatore, alla garanzia legale di conformità e al meccanismo extra-giudiziale di reclamo e ricorso”. A causa della gravità della condotta, l’Autorità ha contestualmente avviato un subprocedimento cautelare, “volto a verificare la sussistenza dei presupposti per la sospensione provvisoria di tale pratica, assegnando alle società un breve termine per la risposta”.
“Dopo le inchieste di Striscia la Notizia l’Antitrust apre un’istruttoria sulle mascherine U-Mask“, ha sottolineato il tg satirico di Antonio Ricci nel commentare l’apertura del procedimento. ‘Striscia‘ ricorda in una nota che a dicembre 2020 aveva “iniziato a indagare sulla vicenda U-Mask, mascherina paragonata dall’azienda che la produce ai dispositivi di protezione individuale (FFP2 o FFP3), ma che avrebbe in realtà una capacità di filtrazione sotto la soglia prevista per legge e inferiore a quella di una comune chirurgica da 50 centesimi“.
Il laboratorio Clodia di Bolzano, che ha certificato la capacità di filtrazione di U-Mask, è attualmente sotto sequestro dei Carabinieri del Nas. La Procura di Milano ha aperto immediatamente un’indagine attualmente in corso diretta dai procuratori aggiunti Tiziana Siciliano ed Eugenio Fusco , ed ha sequestrato un campione di 15 mascherine con relativi filtri e il tutto sarà analizzato da due periti nominati dai magistrati.
Ad accendere i fari della magistratura che ipotizza il reato di frode in commercio a carico di Betta Maggio, rappresentante legale della U-Earth Biotech di Londra e della sede di Milano, è stato un esposto di un’azienda concorrente che ha fatto esaminare le U-Mask sostenendo che il filtro rimovibile, garantito per una durata di 150-200 ore riuscirebbe a garantire un filtraggio tra il 70 e l’80%, lontano dal 98-99% delle Ffp3.
Gli agenti della sezione di polizia giudiziaria del sesto dipartimento della Procura e della Polizia locale di Milano, che si occupa di reati legati alla tutela della salute, si sono presentati in dieci farmacie milanesi in ciascuna delle quali hanno sequestrato una mascherina con filtro (costo 33,6 euro su internet) mentre altre cinque sono state prelevate nella sede della società assieme alla documentazione relativa ai molti test eseguiti dall’azienda sul proprio prodotto.
La società inglese come risulta dal loro stesso sito ha persino usufruito di finanziamenti da parte della Commissione Europea, con il progetto Horizon 2020, ed ancora una volta a Bruxelles i necessari controlli sono stati fatti in maniera superficiale !