L’ Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato ha reso noto di aver sanzionato 14 società attive nel business della navalmeccanica er un cartello orizzontale di mercato messo in atto nelle gare d’appalto bandite dall’Arsenale della Marina Militare di Taranto. L’istruttoria aveva preso avvio grazie a una segnalazione proveniente dalla Marina Militare, Direzione Arsenale di Taranto, “pervenuta in data 12 novembre 2020 e successivamente integrata con ulteriore documentazione trasmessa, in data 26 febbraio 2021, dalla Guardia di Finanza Nucleo Speciale Antitrust e in data 15 novembre e 1, 15 e 16 dicembre 2021 dalla stessa Direzione Arsenale di Taranto”.
Oltre 150 pagine di relazione sul bollettino n.31 dell’Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato. Quasi 500mila euro le sanzioni finali a carico delle 14 società tarantine attive tra l’altro anche nel business della navalmeccanica.
A distanza di quasi tre anni è stato accertato dall’Autorità Antitrust che le parti coinvolte “hanno posto in essere un’intesa unica e continuata avente ad oggetto le procedure ristrette (dalla 4110/10 alla 4112/18, la 4114/18 e la 4118/18), così come gli affidamenti in economia conseguenti al frazionamento della ex 4118/18 mandata deserta (i.e. le procedure in economia dalla 5658/18 alla 5667/18 e 5671/18)”. Più precisamete si è trattato “di un’intesa segreta avente a oggetto il coordinamento delle strategie di partecipazione a gare pubbliche finalizzato alla spartizione degli affidamenti pubblici attraverso la manipolazione degli esiti di gara. In quanto tale, l’intesa appartiene a una categoria di accordi espressamente vietati dall’articolo 101, paragrafo 1, TFUE591”.
Tre anni fa l’ Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato aveva reso noto di aver avviato un’istruttoria per accertare l’esistenza di violazioni dell’art. 101 del TFUE. Sotto la lente dell’autorità antitrust c’è l’esistenza di una possibile intesa restrittiva della concorrenza tra le parti nei bandi per vari tipi di forniture alle navi militari. L’ Antitrust spiegavache le “evidenze agli atti appaiono delineare l’esistenza, quantomeno a partire dal 2018, di un’intesa anticoncorrenziale segreta avente a oggetto la ripartizione del mercato in occasione delle gare bandite dall’Arsenale di Taranto. La concertazione, neutralizzando lo svolgimento di un effettivo confronto competitivo tra le Parti, avrebbe alterato il normale andamento del mercato e l’esito del mercato con l’effetto, altresì, di influenzare modalità e condizioni economiche di affidamento delle gare di appalto”.
Quanto alla natura dell’intesa in esame, sulla base delle risultanze istruttorie, è stato accertato “che le imprese Co.m.e.r.i.n. S.r.l., COMES S.p.A., Electra S.r.l., IMET S.r.l., Manutenzione Impianti e Bonifiche Meridionali S.r.l., Maren S.r.l., Officine Jolly S.r.l., Omega Engineering Marine S.r.l., Ricerca, Innovazione, Tecnologie (R.I.T.) S.r.l., Technomont Taranto S.r.l., TPS Taranto S.r.l., S.I.P.L.E.S S.r.l., Consorzio Chio.me, Chiome S.r.l. e Consorzio Navalmeccanico Taranto-C.N.T. hanno posto in essere nell’ambito delle procedure descritte, un’intesa segreta che si sostanzia in un cartello orizzontale avente ad oggetto il condizionamento di una serie di procedure di gara pubbliche individuate dalle gare ristrette per l’ammodernamento progressivo programmatico delle UU.NN Nave San Marco (4110/18, 4111/18 e 4118/18), Nave Saturno (4112/18) e Nave Tremiti (4114/18) e delle procedure in economia dalla 5658/18 alla 5667/18 e la 5671/18, con l’obiettivo di ripartirsi le procedure ed eliminare la concorrenza reciproca”.
Un’intesa restrittiva della concorrenza “che ha avuto inizio quantomeno dal 25 ottobre 2018 (data per la quale si ha evidenza dell’inizio del coordinamento tra le Parti in relazione alla partecipazione alle procedure ristrette bandite tra l’8 e il 10 ottobre 2018) e risulta essersi protratta quantomeno sino alla scadenza del termine per la presentazione delle offerte dell’ultima gara condizionata (19 marzo 2019)”.
Resta da chiedersi se alla guida della Camera di Commercio di Taranto e Brindisi può stare seduto come Presidente un imprenditore come Vincenzo Cesareo della COMES spa di Taranto, che secondo l’ Antitrust non rispetta le principali regole della concorrenza e del libero mercato. Se Cesareo avesse un pò di dignità e rispetto istituzionale dovrebbe immediatamente dimettersi. Se lo avesse…
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