ROMA – A gennaio l’occupazione nell’artigianato e nelle piccole imprese ha ripreso a crescere: +1,7% su dicembre 2017. A un ritmo più che doppio rispetto all’aumento del prodotto interno lordo su base annua: +3,5% contro +1,5%. Un incremento trainato soprattutto dai contratti a tempo indeterminato, che registrano un significativo +80,1% su gennaio 2017. Evidente indicatore di una crescita economica robusta e prolungata nel tempo.
Lo rileva l’Osservatorio Lavoro della CNA che da dicembre 2014 analizza mensilmente l’andamento dell’occupazione in un campione di circa 20mila imprese associate con quasi 133mila dipendenti. La variazione congiunturale positiva di gennaio è la più alta da quando esiste l’Osservatorio. Merito del boom di assunzioni: nel primo mese del 2018, i nuovi posti di lavoro nelle imprese artigianali, micro e piccole sono aumentati del 56,4% su gennaio 2017, quando erano cresciuti “solo” dell’8,2%.
L’ampliamento della base occupazionale è stato trainato principalmente dai nuovi posti di lavoro a tempo indeterminato. Una tipologia che rimane la preferita dalle piccole imprese (67,4% dell’occupazione totale) seguita a lunga distanza dai contratti a tempo determinato (20,7%). Ma che cos’ha permesso questa fiammata? Un combinato disposto. Da un verso, la maggiore fiducia degli imprenditori, stimolata dal quadro economico stabilmente favorevole. Dall’altro, le modifiche legislative introdotte dalla Legge di Bilancio 2018 in materia di decontribuzione sui nuovi contratti di lavoro a tempo indeterminato per i giovani fino a 35 anni.
In un anno la base occupazionale è aumentata di 3,5 punti percentuali, una variazione riconducibile al consolidamento del quadro macroeconomico italiano. All’interno della nuova occupazione colpisce l’aumento dei posti di lavoro a tempo indeterminato favorito da una crescita economica che appare sempre più robusta e prolungata nel tempo (+1,5% è la crescita del PIL indicata sia nel preconsuntivo 2017 che nelle previsioni 2018).
Le assunzioni. A gennaio 2018 i nuovi rapporti di lavoro nelle micro e piccole imprese e l’artigianato sono aumentati in un anno di 56,4 punti percentuali e hanno riguardato il 3,9% della base occupazionale. Si tratta di un dato rilevante considerato che, nello stesso mese del 2017, le assunzioni erano aumentate “solo” dell’8,2%. L’ampliamento della base occupazionale è stato realizzato ricorrendo soprattutto al tempo indeterminato (+80,1%): Il 24,0% delle nuove assunzioni ha riguardato questa forma contrattuale. Si tratta della quota più elevata registrata nel corso dell’ultimo anno.
La crescita delle posizioni permanenti potrebbe essere stata favorita dalle modifiche riguardanti la decontribuzione sui nuovi contratti a tempo indeterminato per i giovani under 35 introdotte con la Legge di Bilancio per 2018. La sua ampiezza suggerisce però che la fase congiunturale in atto è stata determinante, considerato che sono aumentate in maniera significativa anche le assunzioni con i contratti a termine. Tra questi continua a spiccare il tempo determinato (+41,1%), applicato al 58,4% dei nuovi assunti
Anche le cessazioni sono aumentate (+34,4% rispetto a gennaio 2017) ma rimanendo in linea con la crescita registrata l’anno scorso. In maniera più rilevante nel tempo determinato (+36%) che nel tempo indeterminato (+25,2%). L’aumento delle cessazioni è risultato meno accentuato per il tempo indeterminato e per i contratti di apprendistato mentre è raddoppiato per i contratti di lavoro intermittente.
La composizione dell’occupazione Nel primo mese del 2018 si confermano le tendenze in atto ormai da quattro anni relative alla composizione dell’occupazione per tipologie contrattuali. Il tempo determinato si conferma sempre più come il contratto principe in grado di soddisfare la necessaria flessibilità nella gestione della forza lavoro nelle micro e piccole imprese. Tra il 2014 e il 2018 la quota di occupati inquadrati con questo tipo di contratto è cresciuta in maniera progressiva passando dal 5,0% al 20,7% del totale. Per contro continua a diminuire la quota dei contratti a tempo indeterminato dall’87,5% al 67,4% del totale.
La ripresa in atto si sta traducendo sempre più in un aumento dei livelli occupazionali. L’elemento caratterizzante questo primo mese dell’anno è la forte crescita delle assunzioni a tempo indeterminato che, tuttavia, non giunge inattesa. Nella precedente edizione di questo Osservatorio della CNA infatti era stata ipotizzata la possibilità di una ripresa dell’occupazione a tempo indeterminato assecondata, da un lato, da un quadro macroeconomico favorevole e stabile nel tempo e, dall’altro, dalle misure governative inserite nella Legge di Bilancio 2018. Solo nei prossimi mesi sarà chiaro se i nuovi incentivi a favore del tempo indeterminato saranno in grado di rafforzare questo trend.