Ad una settimana dal referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre, i social network ed internet sono presi d’assalto dalla propaganda politica a favore del SI e del NO.
Come in tutte le votazioni più ci si avvicina alla data del voto e più si moltiplica la condivisione e manipolazione di informazioni poco accurate, per non parlare di “bufale” diffuse per l’occasione
Mentre giornalisti e giornaletti stampati ed online si sono prodigati nel fare opinione…o nel sostenere le ragioni di qualche “sponsor” politico, abbiamo ritenuto opportuno occuparci delle false verità che sono state diffuse in questi giorni pre-referendum, in favore di entrambi gli schieramenti. Perchè ? Semplice. Vogliamo favorire un voto più informato e quindi consapevole.
1. Votando SI in realtà NON aumentano le firme per indire un referendum
2.NON si deve usare la penna all’interno del seggio
4. Il Governo NON deve dimettersi se vince il NO
5. Il Senato NON sarà composto dai non-eletti
Il progetto alla base della costituzione del nuovo Senato della Repubblica è l’elezione indiretta, che è già presente in molte altre democrazie avanzate. Per esempio, il primo ministro in Italia, non viene eletto direttamente dagli elettori, ma sulla base dell’incarico ricevuto del Presidente della Repubblica, e successivamente votato dal parlamento
E’ previsto dalla riforma referendaria che i componenti del nuovo Senato vengano prescelti ed eletti direttamente attraverso le preferenze espresse degli elettori in occasione delle elezioni comunali o regionali . Occorre considerare però che al momento non è ancora stato indicata la modalità precisa sui termini di come si svolgeranno questa elezioni, in quanto il tutto è rimandato ad una successiva legge all’approvazione della riforma.
6. Le modifiche all’articolo 117 NON sono segrete
La verità è ben diversa e cioè che il testo dell’articolo 117 riformato, prevede che “la potestà legislativa è esercitata dallo Stato e dalle Regioni nel rispetto della Costituzione, nonché dei vincoli derivanti dall’ordinamento dell’Unione europea e dagli obblighi internazionali”. L’unica VERA differenza rispetto alla versione precedente dello stesso articolo, sono le parole “dell’Unione Europea” indicate al posto di “comunitario“. Quindi non esiste alcuna differenza in termini di vincoli, indipendentemente dall’esito del referendum, ma solo una modifica del nome con cui ci si riferisce all’Unione Europea.
7. Con il SI per le leggi NON ci saranno tempi certi
Mentre è VERO che in seguito alla riforma conseguentemente i tempi di approvazione delle leggi dovrebbero ridursi , grazie alle moltissime scadenze introdotte dal nuovo testo, è anche VERO che le leggi dovranno seguire percorsi diversi a seconda della loro tipologia. Al momento però parlare di “tempi certi” non è corretto, dal momento che non esistono limiti previsti per i tempi di lavoro delle commissioni parlamentari e per la discussione del testo e degli emendamenti alla Camera dei Deputati.
Il Senato della Repubblica, invece se dovesse passare la riforma avrebbe soltanto 10 giorni di tempo per chiedere di poter esaminare una legge e soltanto altri 30 giorni per poter approvare le proprie proposte di modifica.
8. La misura NON evita il Governo
Anche se i poteri del Governo non sono modificati esplicitamente con la riforma, è assolutamente FALSO affermare che il Governo sia del tutto escluso dai nuovi provvedimenti. Nello specifico quattro degli articoli modificati (e precisamente il 94, il 96, il 97 e il 99) fanno parte del titolo III della Costituzione, ossia “Il Governo”.
Le due modifiche principali riguardano la fiducia parlamentare , che non dipenderà più dalla Camera e dal Senato come attualmente, ma soltanto dalla Camera dei Deputati , e l’abolizione del Cnel (il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro), che poteva proporre leggi al parlamento ed era considerato un organo del governo.
Anche se i poteri del Governo non subiscono cambiamenti, vi sono delle novità nel rapporto con il parlamento. E dal momento che la repubblica italiana si basa di fatto su un equilibrio tra i diversi poteri, modificare quello legislativo crea un effetto indiretto anche su quello esecutivo.
9. Con la riforma NON si risparmiano 500 milioni di euro l’anno
Secondo la Ragioneria dello Stato, il risparmio dovuto al taglio dei 215 senatori è quantificabile in 50 milioni di euro all’anno. Oltre a questo risparmio assolutamente certo, sono stati aggiunti altre voci di riduzione di spesa in molti altri casi: per esempio il tetto all’indennità dei senatori (che già esiste ), la cancellazione dei rimborsi come viaggi e cene per le attività di partito , l’eliminazione definitiva delle Province che di fatto negli ultimi due anni hanno già perso notevole potere , mentre rimane un punto molto difficile da quantificare in termini economici la riduzione dei conflitti tra Stato e Regioni. resta tutto da dimostrare che se la somma di 50 milioni è senz’altro una stima per difetto, al momento non è comprovato che si arriverà a 10 volte tanto, cioè a 500 milioni di risparmi.
10. Il Parlamento che ha approvato la riforma NON è illegittimo
11. Il presidente della Repubblica NON sarà eletto da 10-15 persone
Dopo la riforma con le aule al completo, basteranno 438 voti per eleggere il Presidente della Repubblica. Il caso di un numero di elettori molto ridotto (soltanto qualche decina) potrebbe verificarsi solo se ci fosse un assenteismo di massa al momento della votazione.
12. Il governo NON ha chiesto la fiducia per approvare questa riforma
La notizia che circola online, è semplicemente falsa: la fiducia non è stata posta dal Governo Renzi in alcuna delle tre letture della nuova legge alla Camera, né al Senato.
13. La Costituzione NON è intoccabile
La possibilità di aggiustamenti o aggiornamenti alla carta costituzionale è stata pensata fin dall’inizio, con modalità ben definite, che prevedono anche il ricorso a uno strumento come il referendum per confermare queste modifiche.
14. Col sì NON si smette di eleggere il Presidente della Repubblica
In Italia non ci sono mai state elezioni presidenziali in cui il popolo abbia votato per la presidenza della Repubblica, ma il presidente è sempre eletto dal Parlamento in seduta comune. Quindi il Capo dello Stato non è mai stato eletto direttamente.
15. Il voto degli italiani all’estero NON sarà annullato
La circostanza che le schede degli elettori residenti all’estero arrivino non ancora vidimate è previsto da una legge del 2001. Quindi NON si tratta di una truffa governativa per impedire a chi si trova fuori dai confini nazionali di esprimere il proprio voto, ma al contrario di una procedura elettorale pensata per ridurre la possibilità di eventuali brogli elettorali. Una volta ritornate in Italia il timbro viene apposto sulle schede elettorali al momento della loro apertura.