Anita Maurodinoia ,49 anni, veniva chiamata “Lady preferenze”, suo marito Sandro Cataldo 52anni ritenuto il “manovratore” delle campagne elettorali della moglie e della sua cerchi di amici portatori di voti di preferenza comprati e pagati 50 euro l’uno. . O ancora meglio: “il capobastone”, per usare un’espressione autobiografica che si commenta da sè. Lei laureata sempre appariscente e disponibile negli incontri pubblici , diventata bionda, sempre attenta e curata nel suo look., non amava molto i social network. Lui invece, bassino ed appesantito invece era onnipresente e super attivo nella pubblicazione di foto e post sul suo profilo,, “scientificamente” conoscitore e frequentatore nei luoghi in cui la politica prende le decisioni nelle segretetezza degli accordi di scambio politico, molto attent a parlare il meno possibile al telefono.
Senza alcun dubbio la Maurodinoia e suo marito “Sandrino” sono al centro del nuovo “terremoto” politico-giudiziario che sta travolgendo e condizionando non poco l’imminente campagna elettorale per l’elezione del nuovo consiglo comunale di Bari, sono riusciti a confinare nell’anticamera del dimenticatoio popolare le precedenti cronache giudiziarie di un’altra coppia familiare composta da Giacomo Olivieri e la moglie Maria Lorusso, arrestati arresti con l’accusa di voto di scambio politico-mafioso.
Anche in questa ultima inchiesta compaiono legami e collegamenti politico-affaristici-elettorali con i “clan” più pericolosi della mafia barese: i Parisi, Capriati e Striguglio. Un cancro che a Bari fingevano di aver debellato, e che invece propspera ed incombe come conferma l’ultimo omicidio a Torre a Mare di Lello Capriati , nipote dello storico boss Tonino Capriati detenuto al 41 bis con condanna definita all’eragastolo
Entrambe le “accoppiate” politiche protagoniste delle ultime due maxi inchieste dealla DDA e della procura di Bari hanno un comune denominatore: il trasformismo politico pur di “contare” nei tavoli politici che contano, e che in Puglia inevitabilmente portano ad un partito: il Pd gestito dai due amici-rivali: Michele Emiliano ed Antonio Decaro. Un connubio ormai arrivato all’ultimo scontro, che una volta veniva occultato e gestito nelle “segrete stanze” del potere politico baricentrico, e che adesso è deflagrato irrimediabilmente. Portando ad un punto di non ritorno che rischia di vedere svanire nel giro di qualche settimana il lungo lavoro di immagine e di lavoro politico di entrambi.
Ma per capire come funzionava a Bari il sistema della compravendita delle preferenze in casa Pd, è utile leggersi gli atti dell’ ordinanza cautelare firmata lo scorso 25 marzo dalla Gip Paola Angela De Santis. E come al solito il CORRIERE DEL GIORNO ve li offre in lettura integrale (sino a quando la legge ce lo permetterà) evitando il “taglia e copia” operato dai soliti e ben noti giornalisti giustizialisti in versione “Bonnie & Clyde” alla barese. Lasciamo quindi a voi ogni commento e riflessione…
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