Questa è veramente bella ! L’ Associazione PeaceLink ha reso noto oggi di essersi iscritta nel “pubblico” Registro Europeo per la Trasparenza istituito e gestito dal Parlamento europeo e dalla Commissione europea per consentire “una interazione tra le istituzioni europee e le associazioni dei cittadini, le ONG, le imprese, le associazioni commerciali e di categoria, i sindacati, i centri di studi” . Per i soliti rappresentanti dell’ associazione invece «È una forma di cittadinanza attiva europea che vogliamo espandere. Vogliamo, con la nostra iscrizione al Registro Europeo per la Trasparenza, promuovere la democrazia partecipativa transnazionale in modo da permettere alle istituzioni stesse di realizzare politiche adeguate che rispondano alle esigenze dei cittadini europei”. Peccato però che sull’ Associazione PeaceLink vi sia poca trasparenza. Anzi, nessuna !
Infatti, visitando il loro sito (www.peacelink.it) nulla è dato sapere su sia ubicata realmente la propria sede sociale che nell’ atto costitutivo risulta essere collocata presso l’ abitazione di uno dei due soci fondatori (Giovanni Pugliese) e cioè in via Galuppi 15 a Statte (Taranto) . Sul sito dell’ associazione peraltro non compare nessun atto dell’assemblea dei soci che abbia modificato l’atto costitutivo dove uno dei soci fondatori (Alessandro Marescotti) che la qualifica ed il titolo di “insegnante di scuola media superiore“, risulta solo portavoce, mentre oggi lo stesso si auto-qualifica come “Presidente” come potete verificare di seguito con i vostri occhi.
Anche consultando lo statuto dell’ Associazione , si può verificare con i propri occhi come l’ambiente fosse un interesse molto limitato delle loro attività di “volontariato”. Ma il comunicato dell’ Associazione in questione riserva delle altre sorprese. Recita (in tutti i sensi…) ” È un grande onore per Peacelink diventare un’associazione accreditata presso la Commissione Europea e il Parlamento Europeo. – proseguono- Vogliamo continuare il nostro lavoro presso le Istituzioni Europee inaugurando anche un’azione di macro-progettazione europea che possa confluire nella Strategia Europa 2020. Mentre in Italia vengono fatte leggi per rendere legale ciò che non è legale (incorrendo in infrazioni europee), e mentre si diffonde un preoccupante intreccio fra mafia e politica, confermato dalle indagini di Roma, riteniamo che l’Europa sia un riferimento di legalità imprescindibile per fermare questa riscrittura malata della legislazione nazionale. Taranto e la nostra nazione – conclude Peacelink- non possono e non devono sprofondare definitivamente nel malaffare e nella malapolitica. Vogliamo portare permanentemente il caso Taranto in Europa».
Non sono pochi i giornalisti tarantini che sono caduti nella rete di Peacelink, Spaziano dalla redazione tarantina del quotidiano regionale (sempre più in crisi di vendite) La Gazzetta del Mezzogiorno, al quotidiano “Taranto Oggi” venduto più ai semafori che nelle edicole, passando per qualche collaboratore dell’edizione barese del quotidiano La Repubblica, che ha così scritto testualmente “Intanto l’associazione ambientalista Peacelink Taranto ha ricevuto una lettera dal presidente del Parlamento Europeo, Martin Schulz, nella quale il presidente si dice “costantemente informato sulla evoluzione della situazione a Taranto”, rispondendo ad una missiva di Peacelink del 5 settembre scorso. Lo rendono noto Alessandro Marescotti, Antonia Battaglia e Luciano Manna per conto della stessa associazione”. Qualcuno può spiegare a questi giornalisti che ricevere una lettera formale di risposta ad una propria lettera/istanza/esposto. non equivale a ricevere una lettera di Stato o impegnativa da parte dell’ Europa ?
Resta da capire di quale “onore” trattasi, essendo l’iscrizione al Registro Europeo per la Trasparenza aperta praticamente a chiunque voglia. E quindi non si capisce bene di quale “onore” si stia parlando ?!? Che l’attività “ambientalista” sia di fatto qualcosa di anomalo per l’ associazione lo si deduce da uno stesso articolo del 29 ottobre 2011 presente sul loro sito (appena tre anni fa) a firma di Marescotti . Ebbene in quell’articolo che riepilogava i loro 20 anni di attività, è singolare, ed impossibile non farci caso, non si parla mai di ambiente ! Come se l’ Associazione di volontariato Peacelink, (e quindi non di tutela dei cittadini e/o consumatori) non sapesse nulla dell’inquinamento dell’ ILVA che non è stato creato o causato certamente negli ultimi mesi. Un “interesse “ambientalista… dell’ultima ora, che quindi genera di conseguenza non pochi dubbi sul reale scopo della richiesta costituzione di parte civile presentata dall’ associazione al Gip del Tribunale di Taranto nel processo “Ambiente Svenduto” attualmente in corso.
Ironia della sorte, quell’articolo a firma Marescotti venne pubblicato nel 2011 proprio dal defunto quotidiano cartaceo “Corriere del Giorno di Puglia e Lucania” che come è ben noto a tutti i tarantini ed i nostri lettori, è miseramente fallito in liquidazione coatta con la cessazione definita delle sue pubblicazioni lo scorso 30 marzo 12014.
Parliamo quindi del clone, cioè della brutta e mal riuscita copia dell’ “originale” Corriere del Giorno fondato nel 1947 , quello creato dai giornalisti Franco de Gennaro, Egidio Stagno, Franco Ferraiolo e Giovanni Acquaviva (accanto ai quali successivamente si affiancarono gli imprenditori Angelo Galantino e Nicola Resta ), e di cui questo quotidiano online che state leggendo è il naturale “erede” e le legittima prosecuzione della missione di dotare la città di Taranto di una sua “voce” indipendente.
Così come resta da capire come viva ( o sopravviva ) quest’ Associazione PeaceLink , chi siano i suoi finanziatori, in quanto di tutto ciò non vi è traccia, così come non vi è traccia di alcun bilancio pubblicato sul loro sito. Esiste solo una pagina, con cui l’ Associazione chiede ai propri ignoti sostenitori di contribuire con un finanziamento. Ma anche in questo caso la “trasparenza” latita in quanto non vi è neanche un elenco pubblico dei sostenitori.
Un comportamento questo, un pò in antitesi con il vero significato della parola “trasparenza” ! I “volontari” di PeaceLink sono invece molto bravi ad usare i paroloni ad effetto tipo “Vogliamo continuare il nostro lavoro presso le Istituzioni Europee inaugurando anche un’azione di macro-progettazione europea che possa confluire nella Strategia Europa 2020″ , pubblicizzando la solita letterina di cortesia politica ricevuta da un esponente del Parlamento Europeo dopo appena 3 mesi in risposta alla loro solita “lettera” . Di quale “lavoro” parlino poi è ignoto saperlo. Probabilmente si riferiscono alla valanga di esposti, documentazioni, richieste che sono state inviate dappertutto da PeaceLink (sopratutto ai giornalisti “fiancheggiatori”) e che non hanno mai sortito alcun concreto effetto ambientalista.
E’ anche inutile ricordare i vari tentativi dei rappresentanti di quest’ Associazione di entrare nelle istituzioni partecipando a varie campagne elettorali, che si sono sempre rivelate vane: infatti non hanno mai eletto nessun loro rappresentante. Alle ultime elezioni amministrative del 2012 per il Comune di Taranto, hanno presentato una lista denominata “ARIA PULITA PER TARANTO” che ha raccolto appena l’ 1,99% dei voti e Marescotti ricevuto appena 507 preferenze. Considerati i circa 200mila cittadini residenti e votanti a Taranto, un risultato alquanto eloquente e deludente. Ci sarà un perchè a tutto questo ? Secondo noi, una volta tanto i tarantini non si sono fatti prendere in giro…!
“Non potremo mai dire la verità senza non dover dare un dispiacere a qualcuno” . Questa cari lettori, amici e nemici, è la regola del “nostro” giornalismo. Che può anche non piacere a “qualcuno”, ma appunto costituisce solo e soltanto l’opinione di “qualcuno”, e chiunque essosia questo”qualcuno”…. la sostanza dei fattinon cambia di una sola virgola!
P.S. Abbiamo trovato anche tracce giudiziarie di un noto esponente di Peacelink ( sempre in prima fila accanto a Marescotti ), che vanta alle spalle un’imbarazzante vicenda giudiziaria di sfratti reiterati, di case occupate abusivamente a Taranto e Roma. Ed ora costui parla di “legalità”….