Ventiquattr’ore dopo l’annuncio dello stop alla produzione del programma “Non è l’Arena“, decisa da La7, emergono nuove rivelazioni sulla discussa messa in onda dello “speciale” su Matteo Messina Denaro. Secondo fonti aziendali dell’emittente televisiva sarebbe stato l’ex agente fotografico Fabrizio Corona a vendere, tramite un’agenzia, alla trasmissione di Massimo Giletti le chat audio tra il boss mafioso e due pazienti conosciute durante la chemioterapia.
I motivi della sospensione non sono stati rivelati né dai vertici aziendali, né dal giornalista che alla consegna del Tapiro d’oro di “Striscia la Notizia” ha risposto con un laconico “Bisogna chiedere a Urbano Cairo il perché mi abbiano mandato via, forse l’ha fatto perché sono juventino. Magari vengo a Mediaset.
A rompere il silenzio è stato Urbano Cairo, editore di “La7” e del “Corriere della Sera” che si è sentito tradito da Massimo Giletti e senza tanti giri di parole o mezze frasi ha parlato chiaro e tondo in una dichiarazione all’agenzia Ansa: “Ha condotto in 6 anni 194 puntate di Non è l’Arena dove ha potuto trattare in totale libertà tutti gli argomenti che ha voluto inclusi quelli relativi alla mafia sulla quale ha fatto molte puntate, con tutti gli ospiti che ha voluto invitare. Gli auguro di trovare la stessa libertà incondizionata nella sua prossima esperienza televisiva o di altro genere”.
L’editore torinese si riferisce alla presunta trattativa intercorrente tra il giornalista e la Rai (o chi ne fa le veci) per un suo ritorno a Viale Mazzini, nonostante Massimo Giletti abbia smentito la circostanza all’ agenzia Adnkronos: “A proposito di presunti contatti con i dirigenti Rai relativi al mio futuro, smentisco in modo categorico di aver avuto incontri sia con dirigenti che con funzionari della televisione pubblica aventi per oggetto questo tema“. L’eventuale ritorno di Giletti alla tv pubblica, sarebbe legato anche al previsto cambio dei vertici di Viale Mazzini, che secondo le indiscrezioni potrebbe realizzarsi entro fine aprile con la nomina di Roberto Sergio attuale direttore di Radio Rai ad amministratore delegato e quella dell’ex consigliere di amministrazione Giampaolo Rossi a direttore generale della RAI. Entrambi, però, contattati, smentiscono di aver avuto incontri con il conduttore.
I retroscena non mancano : la procura Antimafia di Firenze ha avviato un’indagine sulle ospitate televisive a pagamento di Salvatore Baiardo, “fedelissimo” dei mafiosi Graviano, mentre secondo il quotidiano “La Repubblica” Fabrizio Corona avrebbe venduto all’amico Giletti le chat del boss stragista Matteo Messina Denaro, arrestato a gennaio dopo 30 anni di latitanza. Corona era stato contattato dal conoscente di una delle donne divenute amiche del capomafia durante le cure alla clinica La Maddalena di Palermo. Le pazienti non conoscevano la vera identità del padrino che aveva detto di chiamarsi Andrea Bonafede. Corona ha poi incontrato in Sicilia il suo tramite per avere gli audio poi venduti a Non è l’Arena. Il contenuto era stato anticipato dal sito mowmag.com.
In relazione alle voci circolate di eventuali pagamenti in nero però, sono arrivate smentite sia dal giornalista che dall’intervistato, che in un video sui social ha assicurato che le somme pattuite sono state fatturate. “È falso che io abbia pagato personalmente e di nascosto il signor Baiardo. È stato compensato per le proprie apparizioni in maniera trasparente e tracciabile” assicura Giletti che ai magistrati avrebbe parlato di un cachet di 10 e 5 mila euro.
In difesa di Massimo Giletti sono intervenuti l’ex magistrato Antonio Ingroia secondo cui il giornalista si “sarebbe spinto troppo in avanti nelle inchieste sulla mafia” danneggiando quelle in corso della magistratura e delle forze dell’ ordine, e la giornalista Sandra Amurri (ex Fatto Quotidiano, collaboratrice di Giletti) secondo la quale la “sospensione del programma sarebbe scaturita da inchieste in cantiere su intoccabili“.