I risultati dell’ ispezione ministeriale al Comune di Taranto, che ha riguardato anche le municipalizzate sono stati resi accessibili, per ironia della sorte, poche settimane dopo la sentenza della Corte dei Conti, sezione giurisdizionale regionale per la Puglia sull’ AMIU, l’azienda municipalizzata tarantina ancora oggi senza un consiglio di amministrazione, a cause delle dimissioni collettive dei tre consiglieri nominati alla fine del 2015 dopo un bando di gara chiuso e riaperto dal Sindaco di Taranto, società attualmente gestita da un amministratore unico, Carmine Pisano, dirigente del Comune di Taranto attualmente iscritto nel registro degli indagati della Procura di Taranto per il suo lavoro all’interno dell’amministrazione comunale.
Nella sentenza n. 89/2016 depositata lo scorso 7 marzo si legge che “Il 25 maggio 2012, il Cda, nelle persone del presidente e del vicepresidente pro tempore ha deliberato la presa d’atto delle dimissioni da componente dello stesso organo (a far data dal 30 marzo 2012), presentate dall’avvocato Ciraci per motivi elettorali. Contestualmente, in considerazione della necessità di provvedere in tempi brevi all’approvazione del bilancio d’esercizio, ha disposto la sostituzione del consigliere Ciraci con una figura interna alla società, e cioè l’arch. Egidio Durante dirigente tecnico dell’area multiservizi. A Durante è stato, quindi, riconosciuto lo stesso trattamento economico previsto per gli altri consiglieri”.
Durante ha ricoperto la carica di consigliere del consiglio di amministrazione dell’ AMIU spa. dal 25 maggio 2012 al31 agosto 2012 (prorogata in seguito fino al 20 settembre 2012), ha continuato “a svolgere l’incarico di dirigente presso l’Amiu ed a percepire la relativa retribuzione mensile, con i corrispondenti oneri, sempre posti a carico della società. L’esborso da parte dell’ AMIU spa di complessivi 21.494,80 euro è avvenuto in violazione dell’art. 3 comma 44, della legge n. 244 del 24 dicembre 2007″. Sulla base della dovuta applicazione di questa norma norma, l’arch. Durante, allorquando venne nominato consigliere d’amministrazione, automaticamente, avrebbe dovuto essere collocato in aspettativa e quindi senza assegni, invece di continuare a percepire, come è accaduto, la retribuzione per lavoro dipendente oltre ai compensi e gettoni di presenza spettanti ai consiglieri di amministrazione.
Per la Procura della Corte dei Conti “si è verificato un danno patrimoniale a carico delle finanze della società di importo pari a quello delle retribuzioni lorde corrisposte all’arch. Durante nel periodo giugno – settembre 2012″. Ma secondo i giudici della Corte dei Conti, “a seguito della nomina a consigliere di amministrazione l’architetto Durante è stato automaticamente posto in “aspettativa di diritto” senza che in proposito residuasse alcun margine di discrezionalità sull’applicazione di tale posizione giuridica. Il legislatore ha chiaramente escluso la possibilità di un doppio incarico all’interno della stessa società partecipata e della doppia retribuzione. Tutti gli emolumenti ricevuti da Durante quale dirigente della società partecipata non erano, in realtà, in alcun modo dovuti per il periodo nel quale rivestiva l’incarico di consigliere di amministrazione”.
Le responsabilità dell’illegittima assegnazione del doppio stipendio non sarebbero imputabili solamente all’arch. Durante considerato che come si legge nella sentenza dei giudici contabili, anche “Francesco Quaranta Cassano, quale dirigente del Personale nella Amiu spa, era tenuto a conoscere la normativa relativa al divieto di duplicazione di incarichi per i consiglieri di amministrazione delle società partecipate. Di conseguenza non avrebbe dovuto consentire il pagamento della retribuzione di dirigente a chi non ricopriva più tale posizione giuridica, essendo stato posto in aspettativa di diritto». La responsabilità è quindi “attribuita in parti uguali ai convenuti” motivo per cui la Corte dei Conti ha condannato Quaranta Cassano e Durante “a risarcire all’Amiu spa il danno di 12mila euro in parti uguali, a titolo di colpa grave, vale a dire 6mila euro per ognuno“.
Le consulenze “allegre” dell’ AMIU Taranto. Incredibilmente mentre a Lodi un Sindaco viene arrestato un bando sulla futura gestione della piscina comunale , a Taranto si consente al marito della nipote dell’ attuale sindaco Ippazio Stefàno, e cioè il commercialista Domenico (detto Dodo) De Bellis di percepire 25 mila euro per far parte dell’ “Organismo di vigilanza – Modello di organizzazione, gestione e controllo di cui al d. lgs. 231/2001” con un contratto rinnovato recentemente sino all’ ottobre 2017 cioè allorquando lo “zio Ippazio” avrà lasciato la poltrona di primo cittadino, nonchè di essere retribuito per la “Contabilità industriale Dal 11/09/2015 al 10/09/2017″ con ulteriori 27.900 euro. Ma il “nipotino” evidentemente non contento è assegnatario anche un’altra consulenza dal 04/05/2015 al 31/12/2017 per “Assistenza, consulenza e rappresentanza presso uffici amministrazione finanziaria e doganale per il recupero delle Accise” con un’incasso pari ” al 18% degli importi richiesti, con un minimo di € 1.000,00 per ogni dichiarazione presentata, oltre rimborso delle spese sostenute“.
Normale porsi un quesito: ma l’ AMIU non ha dei ragionieri, dei dipendenti che possono occuparsi della contabilità dell’ azienda ? E’ mai possibile che prima dell’avvento di un consulente esterno le fatture venissero emesse da un netturbino ? Come mai (come si legge nella relazione del Collegio Sindacale) pur in presenza di ben due richieste, qualcuno non ha tirato fuori la documentazione dei bandi di gara dal 2013 al 2015 ? E come mai a tutt’oggi nelle apposite sezioni dell’ Amministrazione Trasparente non si trova nulla ?
Legittimo quindi chiedersi: ma a Taranto la Procura della repubblica e la Guardia di Finanza cosa fanno ? Come mai non controllano la gestione operativa di questa società comunale che gestisce soldi “pubblici” ed effettua un servizio “pubblico“? Ecco le consulenze che percepiscve dall’azienda municipale , il consorte della nipote del Sindaco di Taranto Stefàno.
Ma c’è anche un altro nipote (acquisito) del Sindaco Stefàno fra i consulenti dell’ AMIU Taranto, e cioè l’avvocato Davide De Bellis, il fratello di Domenico, anch’egli come per “incanto”…diventato consulente legale (fra i vari) dell’azienda municipalizzata tarantina, senza che sia mai stato fatto un bando pubblico per titoli per scegliere i legali. Incredibilmente l’ avvocato De Bellis che notoriamente non è un giuslavorista, cioè un avvocato specializzato in diritto del lavoro, si occupa di tutto e di più per l’azienda municipalizzata che ha come azionista unico proprio il Comune guidato da Ippazio Stefàno : dalle cause di lavoro, ai ricorsi della Polizia Municipale, per concludere persino del recupero crediti. Siamo sicuri che sarà un ottimo avvocato. Ma che ne penseranno gli altri oltre 4.000 legali che esercitano la stessa professione nel Foro di Taranto ?
Quindi oltre al presidente del collegio sindacale, il commercialista Luciano Leone, ed ai suoi colleghi di collegio sindacale Daniela Borraccino e Vincenzo Lupo l’azienda municipalizzata “leader” di perdite in tutta la Regione Puglia, l’azienda municipale si avvale della consulenza del commercialista Raffaele Amodio (consorte del sostituto procuratore della Repubblica dr.ssa Di Tursi) , ha sentito il “bisogno” della consulenza di un ennesimo commercialista Domenico De Bellis . Anche perchè all’ AMIU e negli ambienti politici tarantini tutti lo indicano come il reale “dominus” dell’azienda municipale.
Ma nonostante tutta questa “scienza” e profusione di commercialisti, i numeri dei bilanci attestano come l’azienda municipale sia stata malgestita nel corso degli anni sotto ogni punto di vista, e quanti sprechi e consulenze “allegre” siano state assegnate dai vertici e persino dai dirigenti che usano i soldi dei contribuenti di Taranto come se fossero i propri. Comprese ad esempio quella per la “comunicazione e gestione contenuti multimediali ” affidata ad un addetto stampa tale Francesco Antonio Tanzarella, il quale nello stesso tempo dirigeva e dirige il quotidiano ViviCastellaneta, consulenza avviata nel 2014 e scaduta il 31.12.2015, ma ci risulta tacitamente prorogata dal responsabile amministrativo Rocco Scalera al 30.06.2016. Come mai ad oggi dopo 5 mesi tutto ciò non risulta nella “Sezione Trasparenza” ? Chiaramente di bandi di evidenza pubblica per la ricerca dell’addetto stampa neanche a parlarne !!! Chissà dov’erano e cosa facevano in quell’epoca gli attenti “vigili” e “censori” dell’ Ordine dei Giornalisti di Puglia e dell’ Assostampa di Puglia, che tacciono!
I debiti dell’ AMIU . Non avendo ad oggi disponibile il bilancio al 31.12.2015, dobbiamo affidarci solo a quanto abbiamo scoperto nel bilancio precedente. Potete leggere con i vostri occhi. Sono tutti debiti….
Per non parlare poi dei debiti previdenziali…..
e di quelli con EQUITALIA……..
Resta da chiedersi qualcosa, o meglio andrebbe chiesto in particolare al Nucleo sulla Finanza Pubblica del Comando Provinciale di Taranto della Guardia di Finanza: ma di queste “anomalie” (per il momento chiamiamole così…) peraltro note e pubblicate non si occupano mai ? O forse questi finanzieri sono ancora tutti impegnati a verificare le bollette della luce di casa o i passaggi di intestazione della linea telefonica del nostro direttore de Gennaro, o a fotografare l’autovettura che egli utilizza, quando si reca in visita (spontanea) al Comando Provinciale di Taranto? O forse qualcuno garantisce al Comune di Taranto una sorta di immunità giudiziaria ? Queste sono le domande che tutta la città di Taranto, e noi con loro, si chiede da tempo ed a cui probabilmente il dr. Capristo nuovo Procuratore Capo della repubblica di Taranto auspichiamo possa fornire quanto prima delle dovute ed attese risposte.
Andando a curiosare fra le pagine dei siti web spulciando il bilancio dell’ AMIU Taranto al 31.12.2014 ne abbiamo lette delle belle:
“Innanzitutto occorre ricordare che in data 14/03/2014 il CdA ha deliberato la cooptazione di un componente, il dott. Carmine Pisano (attualmente indagato dalla Procura n.d.r.) dipendente dell’ente locale proprietario. Inoltre si ricorda che nel mese di maggio 2013 dopo cinque anni e mezzo è stato sostituito il presidente del consiglio di amministrazione, avv. Gino Giuseppe Pucci, con la nomina del dott. ing. Federico Cangialosi. Tale segnale di discontinuità è significativo in quanto realizzato all’approssimarsi di profondi cambiamenti che, nell’immediato futuro, riguarderanno il settore in cui l’azienda opera e che imporranno anche alla società importanti scelte strategiche”
“Quindi – continua la relazione del collegio sindacale – è essenziale che la società persegua una politica di riorganizzazione che le consenta di essere pronta a confrontarsi con il mercato. In tale prospettiva è sicuramente un segnale rilevante che dopo che l’esercizio 2012 ha presentato una ingente perdita di oltre € 10.000.000 anche dovuta alla costituzione di ingenti fondi di accantonamento, nel 2013 si è conseguito MOL positivo e comunque una perdita € 1.463.915 continuando a mantenere un atteggiamento prudenziale“
Quale riorganizzazione è stata fatta all’ AMIU ? Forse quella delle consulenze rinnovate ai fratelli De Bellis, legati da rapporti di parentela con i Sindaco ? E quali sarebbero “i profondi cambiamenti” ? Forse quelli di un CdA nominato negli ultimi giorni dell’anno 2015, che è restato in piedi per appena 4 mesi, circostanza che dimostra la “leggerezza” con cui è stato nominato (grazie alla solita consulenza di “qualcuno”…) i cui tre professionisti ben consapevoli di poter essere chiamati un giorno a rispondere in solido anche a titolo personale, hanno preferito andarsene piuttosto che firmare l’ultimo bilancio al 31.12.2015 ?
I “crediti” dell’ AMIU verso altre società. Di seguito riportiamo integralmente un estratto della nota integrativa al bilancio, che è molto chiara: l’unico cliente è il Comune di Taranto. O meglio i cittadini di Taranto. Sono loro a pagare questo carrozzone pubblico,da anni esempio di malagestione a Taranto. Resta da capire come facciano gli amministratori che hanno approvato e firmato il bilancio (e cioè i due dirigenti del Comune Rosa De Benedetto e Carmine Pisano) a sostenere sulla CTU , cioè la consulenza disposta dal Tribunale, “la relazione al momento risulterebbe favorevole per l’ AMIU spa“. Come può una società valutare una consulenza giudiziaria ed ipotizzare una decisione di un Giudice che ancora non c’è ? Sarebbe interessante chiederlo allo neo-pensionata De Benedetto o all’indagato Pisano…Bontà loro !
Come non ridere quando l’ AMIU si preoccupa della sua paginetta (finta) Facebook ? A proposito chi la gestisce, e quanto viene pagato ? Subito dopo il concerto del 1 maggio, regno dell’evasione fiscale, apparvero su Facebook delle fotografie che ritraevano le condizioni in cui venne lasciato piena di immondizia, bottiglie e quant’altro. “Non si tratta di una pagina autorizzata” si affrettò a puntualizzare l’Amiu che precisava, “noi siamo a completo ed esclusivo servizio dei cittadini e della città, in nessun caso è possibile ipotizzare una destinazione differente delle nostre risorse aziendali. Le considerazioni riportate in questa pagina Facebook, quindi, non sono assolutamente riconducibili alla posizione tenuta dall’azienda, inevitabilmente neutrale rispetto al tema oggetto della manifestazione“.
“La pagina ufficiale dell’Amiu – proseguiva il comunicato stampa (preparato, scritto, approvato, distribuito da chi ?) – è sospesa da giugno 2015 e la sua riattivazione è prevista per le prossime settimane. Proprio questa mancanza sul social, ha permesso all’anonimo autore di creare la pagina fake.” Come non ridere davanti a certe dichiarazioni ? L’Amiu, così continuava: “considerato il clamore mediatico suscitato da questa improvvida iniziativa, ha avviato tutte le procedure necessarie all’individuazione delle generalità dell’autore, valutando anche l’opportunità di interessare l’autorità giudiziaria per il palese danno di immagine ricevuto“. Danno di immagine ? Ma chiunque sia stato non aveva il diritto di lamentarsi dello schifo ritratto nelle fotografie ? Ma per favore….
Ma a Taranto per qualcuno è sempre colpa del nostro giornale che denuncia tali situazione….”E’ la stampa…bellezza” è una vecchia frase sul giornalismo. In questo caso invece della “bellezza“, si tratta della “monnezza” di Taranto che purtroppo non finisce tutta nei cassonetti dei rifiuti …La si trova nella politica, giornalismo, magistratura, salotti e salottini pseudo-elitari. Quella che noi definiamo “la vera diossina di Taranto”. La più letale per la città.