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22 Luglio 2024 14:11
22 Luglio 2024 14:11

Le correnti della magistratura in subbuglio:e se Gratteri si candida al Csm?

Un’eventuale presenza di Gratteri ribalterebbe gli equilibri nel secondo dei due collegi riservati alla magistratura requirente, che comprende Sicilia, Campania, Calabria, Puglia, Abruzzo, Basilicata e Marche. Il magistrato Maurizio Carbone indagato a Potenza

La scacchiera delle candidature al momento sembrerebbe essere è al completo. Le varie “correnti” hanno scelto i candidati da sostenere e votare nei sette nuovi collegi definiti dalla riforma della Guardasigilli Marta Cartabia. Ma nelle strategie dei manovratori della politica interna alla magistratura è arrivata un’incognita destabilizzatrice. Da giorni, infatti, negli uffici giudiziari lungo tutto lo stivale circola con insistenza la possibile discesa in campo da indipendente di Nicola Gratteri, procuratore capo di Catanzaro e volto simbolo della lotta alla ‘ndrangheta.

A proporre al procuratore Gratteri di candidarsi è stato un gruppo di magistrati noti per la loro indipendenza dalle correnti, con un pressing insistente a cui il procuratore, avrebbe inizialmente risposto di no. Ma non è ancora detta l’ultima parola, infatti il termine per presentare le candidature scade giovedì 21 luglio, e per candidarsi è sufficiente inviare una Pec all’Ufficio elettorale centrale.

Gratteri infatti in realtà è tentato, e fino a pochi giorni fa, come riportano voci di chi gli è vicino, era ancora in piena fase di riflessione. Sono in molti a sperare che Gratteri alla fine rinunci a candidarsi, in particolare la marea di pubblici ministeri del centro-sud che sperano di essere rappresentati da un collega iscritto a una corrente. Un’eventuale presenza di Gratteri ribalterebbe gli equilibri nel secondo dei due collegi riservati alla magistratura requirente, che comprende Sicilia, Campania, Calabria, Puglia, Abruzzo, Basilicata e Marche.

In teoria, in base al sistema maggioritario binominale voluto da Cartabia  molto criticato dagli addetti ai lavori  che hanno visto diminuire il peso e l’influenza delle correnti i probabili magistrati designati dalle correnti sono i due candidati dei gruppi più forti numericamente in termini di iscritti : Maurizio Carbone, procuratore aggiunto di Taranto, per la sinistra di “Area“,  e Dario Scaletta, pm a Palermo, per i conservatori di “Magistratura Indipendente“. Ma se Gratteri scendesse in campo, la sua corsa – come quella di Nino Di Matteo alle suppletive del 2019 – farebbe probabilmente il pieno di voti, costringendo uno dei due a dover rinunciare a un seggio che ritengono di aver già conquistato. Ecco perchè i “manovratori” delle correnti sperano che il capo della Procura di Catanzaro non si candidi.

il candidato di Area al CSM Maurizio Carbone

Proprio Carbone nei giorni scorsi si è fatto intervistare dal solito “giornaletto” pugliese, dichiarando che “Ancora una volta il legislatore con la riforma Cartabia ha dato una risposta ampiamente insoddisfacente su questo punto” aggiungendo “I prossimi eletti al Csm avranno il compito di restituire piena autorevolezza al sistema di autogoverno della Magistratura, quale massima garanzia per la tutela della autonomia e indipendenza della Magistratura, nell’ interesse di tutti i cittadini. Tale obiettivo andrà perseguito assicurando la massima trasparenza e una maggiore tempestività nella trattazione delle pratiche. Questo percorso passa anche attraverso una migliore comunicazione all’ esterno dell’ attività del Consiglio” . E pensare che i suoi amici al Csm ci hanno messo quasi cinque anni per archiviare un esposto disciplinare nei suoi confronti ! Attualmente Carbone risulta iscritto nel registro degli indagati dalla procura di Potenza. Ma dalla sinistra di Area ci si può aspettare di tutto.

Udienza-Carbone

Anche che un magistrato ci metta 20 anni prima di diventare aggiunto. A volte l’attività sindacale aiuta. Ma non sempre. Ed è incredibile leggere delle critiche nei confronti della Guardasigilli Cartabia che ha sicuramente una competenza ed uno spessore istituzionale superiore a qualsiasi confronto nelle varie correnti.

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Grazie, Antonello de Gennaro

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