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22 Dicembre 2024 13:57

Le critiche della Corte dei Conti alla Regione Puglia

Più di qualche criticità della sezione regionale di controllo per la Puglia della Corte dei Conti sul rendiconto generale della Regione Puglia per l'esercizio 2018, che “si ripercuotono sull’intero tessuto economico pugliese per via di un inutile drenaggio di risorse finanziarie”.

BARI – La sezione regionale di controllo per la Puglia della Corte dei Conti ha emesso giudizio di parificazione, con più di qualche criticità, del rendiconto generale della Regione Puglia per l’esercizio 2018. La decisione ha evidenziato che pur essendo stato assicurato l’obiettivo del pareggio di bilancio, “peraltro oltre misura – precisano i giudici contabili – ossia mediante il superamento dello stesso di una somma più alta di quanto fosse necessario per realizzarlo, generando una capacità di spesa inespressa per circa 290 milioni di euro” nonostante una capacità di spesa, peggiorata rispetto allo scorso anno. Ma gli effetti  viene fatto notare “si ripercuotono sull’intero tessuto economico pugliese per via di un inutile drenaggio di risorse finanziarie”.

Sono due le criticità evidenziate:una grandissima difficoltà nella programmazione delle spese, un neo molto rilevante per la Regione” e “l’enorme spesa sanitaria con grandissime difficoltà di gestione che non si riescono ancora a superare” ha spiegato il procuratore generale Carmela De Gennaro, come l’indebitamento della Regione,  con i mutui, la sanità e il personale a gravare sul bilancio,  . Ma è sopratutto un’ evidenza in particolare a destare preoccupazione nei giudici contabili: “altri debiti relativi alla sanità”. Una voce che  si è quintuplicata, aumentando del 447,22% rispetto al passato, passando da 119milioni 900mila euro del 2017 a 656milioni 359mila euro nel 2018, come ha sottolineato il procuratore generale .

Le ragioni ? Semplice:  la decisione della giunta regionale pugliese di creare una nuova struttura “Health Marketplace” costata alle casse pubbliche 234mila euro. Un’altra criticità sollevata dal procuratore è la spesa sanitaria. La contrazione della spesa farmaceutica, quella ospedaliera resta ancora un po’ alta, mentre quella territoriale si è notevolmente ridotta; ma a far lievitare in alto i costi sono gli acquisti dei nuovi dispositivi medici: 141milioni di euro in più rispetto al tetto previsto, il 24% in più, con un incremento del 2,6%.

Critiche anche per la lentezza di Innovapuglia quale soggetto aggregatore a cui affidare le gare (esempio: lavanderia, ossigeno terapia, ecc), che ha visto lievitare verso l’alto i propri conti a causa dei troppi debiti fuori bilancio, che sono il 24% delle leggi approvate da questo Consiglio, ritenute troppe dalla Corte dei Conti, come i continui finanziamenti al consorzio di bonifica unico. Lente anche  le valutazioni dei direttori generali come la dismissione delle quote di Terme di Santa Cesarea, la cui asta è andata deserta tre volte. Adesso si vedrà al quarto tentativo.

“Il giudizio della Corte dei Conti sul rendiconto generale della Regione per il 2018 e’ tombale: la Giunta regionale non sa spendere e c’e’ una grave incapacita’ gestionale della spesa sanitaria. Allora, non basta essere simpatici per governare una Regione ed Emiliano si sta rivelando drammaticamente inadatto a farlo“. Lo dichiarano i consiglieri regionali di Forza Italia Nino Marmo, Giandiego Gatta, Domenico Damascelli e Francesca Franzoso. “Inoltre – aggiungono – e’ vero che la Corte ha promosso la Puglia per aver raggiunto il pareggio di bilancio, ma e’ anche vero che ha sottolineato l’eccesso con cui e’ stato realizzato: c’e’ una spesa inespressa di circa 290 milioni di euro. I giudici contabili lo hanno detto a chiare lettere: c’e’ una grandissima difficolta’ nella programmazione. Questo, in politica, significa non essere in grado di ricoprire un ruolo di guida perche’ la programmazione e’ governo. E se non si riesce a farla – concludono i consiglieri di Forza Italia – tanto da non spendere nemmeno le risorse disponibili e nel modo piu’ efficiente, vuol dire che bisogna andare a casa“.

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