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21 Novembre 2024 23:11

Le “furbate” di Arcelor Mittal non finiscono mai. Ora ferma l’acciaieria 1 sino a marzo.

La legittima preoccupazione dei sindacati di Taranto: 250 operai in cig. La decisione già comunicata ai sindacati: i nuovi assetti produttivi sono dovuti a "uno scarso approvvigionamento di materie prime e all'attuale capacità produttiva legata alle commesse". Questa mattina è stata depositata la memoria della Procura di Milano, intervenuta nella causa intercorrente fra ILVA in Amministrazione Straordinaria ed Arcelor Mittal Italia, con la quale i magistrati milanesi rispondono a quanto sostenuto dal gruppo franco indiano che aveva chiesto di estrometterla dal procedimento.

ROMA –  ArcelorMittal ha convocato oggi i sindacati annunciando il fermo immediato dell’Acciaieria 1 di Taranto e una riduzione di personale da 477 a 227 unità, determinando la collocazione di 250 lavoratori in cassa integrazione. Lo rendono noto i sindacati Fim, Fiom e Uilm.  La previsione di fermata è di circa 2 mesi, fino al 31 marzo 2020. I sindacati spiegano che – secondo ArcelorMittal – i nuovi assetti produttivi sono dovuti a “uno scarso approvvigionamento di materie prime e all’attuale capacità produttiva legata alle commesse”.

ArcelorMittal lo scorso anno a causa della crisi di mercato,  ha prodotto circa 4,5 milioni di tonnellate di acciaio e non i 6 milioni per cui ha l’autorizzazione a produrre. A causa della crisi, infine, dallo scorso luglio poco più di 1200 lavoratori, su 8200 in forza allo stabilimento di Taranto, sono in cassa integrazione ordinaria, cassa integrazione che a fine dicembre è stata rinnovata per altre 13 settimane anche in assenza di accordo sindacale.

ArcelorMittal infine aveva annunciato nei giorni scorsi, a ripartenza del reparto Produzione lamiere dal 10 febbraio per quattro settimane, riportando al lavoro 360 dipendenti in cassa integrazione, per eseguire un ordine di 30mila tonnellate.

I nuovi assetti produttivi partiranno da giovedì 23 gennaio con l’Acciaieria 2 a pieno regime. Parte della produzione della stessa Acciaieria 1 verrebbe spostata all’Acciaieria 2, che, quindi, passerebbe dall’attuale regime di due convertitori a tre in marciaUna parte del personale di esercizio dell’Acciaieria 1, formato e informato – spiegano i sindacati – verrà impiegato in Acciaieria 2 a saturazione organico.

I vertici sindacali di  Fim, Fiom e Uilm hanno ribadito la propria contrarietà a tale decisione aziendale in quanto ritengono che il momentaneo trasferimento della produzione sull’Acciaieria 2, rispetto all’attuale assetto di marcia, può creare possibili ripercussioni dal punto di vista della sicurezza e dell’ambiente”, ritenendo “inaccettabile tale scelta da parte di ArcelorMittal in quanto, ad oggi, non vi è un piano industriale condiviso con il Governo e le organizzazioni sindacali  e quindi chiedono l’immediata sospensione dell’iniziativa unilaterale della multinazionale.

Questa mattina è stata depositata la memoria della Procura di Milano, intervenuta nella causa intercorrente fra ILVA in Amministrazione Straordinaria ed Arcelor Mittal Italia, con la quale i magistrati milanesi rispondono a quanto sostenuto dal gruppo franco indiano che aveva chiesto di estrometterla dal procedimento. Con la propria memoria il Procuratore aggiunto Maurizio Romanelli ed i pm Stefano Civardi e Mauro Clerici, titolari dell’inchiesta penale, hanno contestato la richiesta  della loro estromissione dalla causa civile, affermando che “il ricorso della Procura della Repubblica è pienamente ammissibile e coerente con i doveri dell’Ufficio” in quanto nel procedimento ci sono “interessi pubblici coinvolti sotto il profilo della tutela dell’ambiente, dell’occupazione, degli impianti strategici per l’economia nazionale”.

I magistrati della Procura di Milano oltre ad evidenziare che la memoria depositata lo scorso 16 dicembre al giudice civile Claudio Marangoni del Tribunale di Milano, dai legali di Arcelor Mittal  “è totalmente centrata sul provvedimento” sull’Altoforno 2 emesso dal giudice monocratico Maccagnano del Tribunale di Taranto  successivamente annullato lo scorso 7 gennaio dal Tribunale del Riesame , i pm hanno sottolineato come la giurisprudenza riconosce nel contenzioso civile “l’utilizzabilità degli elementi di prova assunti nel corso del procedimento penale come prova atipica, con pieno ingresso nel novero degli elementi valutabili dal giudicante” .

 

 

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