Con l’arrivo sul Colle a bordo di una Fiat 500 bianca è iniziata l’avventura di governo di Giorgia Meloni, prima donna a diventare premier in Italia. Un’ utilitaria da perfetta rappresentante del popolo che usa per muoversi un mezzo economicamente alla portata di tutte le classi sociali. Mentre i politici italiani hanno una passione per le flotte automobilistiche tedesche, l’ex premier grillino Conte ama farsi scorazzare a bordo del Suv di Stato, la nuova premier ci mette un pizzico di italianità. Un maniera buona per indicare la strada del sovranismo economico che, però, nella fattispecie è più patriottismo.
Il centrodestra tutto schierato insieme al cospetto del Capo dello Stato sembrano il muro invalicabile del consenso popolare. Un colpo d’occhio da famiglia allargata, del pluralismo del “marciare divisi per colpire uniti” hanno fatto tesoro (elettorale).
Il nuovo governo di destra che quando era ancora centrodestra nasceva “azzurro” sotto le effige berlusconiane ha scelto il blue navy del tailleur Armani indossato da Giorgia Meloni, un nuovo cromatismo politico necessario per archiviare il nero, ma anche come segno unificante nel giorno solenne della formalizzazione dell’incarico per la Meloni. Sguardi e atteggiamenti impettiti nella delegazione di Fratelli d’ Italia, il sorrisino compiaciuto ed equivoco di Matteo Salvini e quello trattenuto da Berlusconi reduce dalla “esternazione” imbarazzante su Vladimir Putin.
Silvio Berlusconi non si rassegna ancora al pensiero di non essere più il Re Mida del consenso elettorale, colui che trasformava ogni decisione politica in oro elettorale, adesso è destinato solo a resistere, uscendo dalle ultime elezioni del 25 settembre scorso con un tesoretto di voti. Unico problema è che voleva farlo fruttare con un ritorno più elevato di quelli che la nuova leader – che lui in realtà dietro le quinte non vuole riconoscere – è disposta a concedergli. Questa immagine da “Re Sole” circondato dalla corte dei favoriti non basta per cancellare specialmente dopo le esternazioni filoputiniane l’immagine di un Cavaliere malconcio alle prese con il suo “finale” politico.
Una stretta di mano e degli sguardi pieni di emozioni che dicono tutto con una foto che ha buone probabilità di diventare testimonianza di un vero passaggio generazionale di stagione politica. L’uomo delle istituzioni Mattarella, che proviene dalla cultura politica della 1a Repubblica e della sinistra DC. Di fronte la prima donna italiana presidente del Consiglio, rampante figlia della destra sociale e leader di quella neopopulista, alle prese col dilemma: usare il cuore o la ragione nella consapevolezza che con la responsabilità ed i vincoli di compatibilità, che voglia o no, prima o poi dovrà scendere a patti.
E’ fatta, l’ultimissimo passo formale è di fronte a lei. Giorgia Meloni, la nuova premier , la prima premier donna nella storia d’ Italia, esce dal colloquio con il Capo dello Stato per annunciare la lista dei ministri scelti a entrare nel suo governo. Dopo tante tensioni la magia politica finale, e la suddivisione dei ministeri, è stata raggiunta. Questa smorfia di concentrazione e tensione è troppo umana, ma dura un solo attimo, e subito dopo quella donna che dice: “io sono Giorgia, sono una donna, sono una madre, sono una cristiana….”. E lei la prima donna a presiedere un governo in Italia. E’ la nuova leader di quello che alcuni lustri politici fa, veniva chiamato il centrodestra…