Blindato a Villa San martino nella sua residenza-quartier generale di Arcore, assistito dal cerchio magico composto dalla sua compagna Francesca Pascale, dalla segretaria-deputato Mariarosaria Rossi e Deborah Bergamini, Silvio Berlusconi ha deciso, dopo non poche discussioni pubbliche nella sede romana di Forza Italia di arrivare allo scontro finale con Raffaele Fitto . Il conto alla rovescia parte proprio dalle diatribe politiche sulla Regione, la regione, che portò i primi guai giudiziari all’ex Cavaliere a seguito delle rivelazioni sui rapporti sessuali intercorsi con la escort barese Patrizia D’Addario , e delle imbarazzanti telefonate intercettate con Gianpaolo Tarantini. Ma questa volta la situazione non è giudiziaria, è solo “politica”.
Forza Italia è con le casse sempre più vuote . Da cinque mesi non viene pagato l’affitto dell’immobile di piazza San Lorenzo in Lucina a Roma -, riferiscono fonti parlamentari azzurre – e la settimana scorsa sono arrivati sei decreti ingiuntivi da parte di aziende che non hanno ricevuto i pagamenti su forniture di beni e servizi. Per non parlare poi di 46 dipendenti messi in cassa integrazione, oltre poi alle cause di alcuni ex dipendenti del Pdl che hanno impugnato il licenziamento, e pendoso sul partito .
Il problema soldi è anche il nuovo fronte che si apre tra il partito e Raffaele Fitto. “Lo scontro – viene riferito – ora si sposterà nelle Aule dei tribunali giudiziari“. Nel 2013 il partito decise di chiudere i rubinetti alle sedi regionali, di non inviare più i fondi per l’affitto. Da qui la decisione dei parlamentari pugliesi di non versare gli 800 euro e di pagare direttamente i dipendenti, pur versando i 25 mila euro per la candidatura. Ora l’accusa del commissario Vitali è che c’è un ammanco di 50 mila euro sul bilancio regionale; “non esiste, e adesso chiederemo di vedere il bilancio nazionale del partito“, è la risposta dei cosiddetti “fittiani”. che pensano ad una iniziativa ancor più forte, visto che si sta ragionando sull’ipotesi di dar vita, attraverso il ricorso degli iscritti, ad una ’class action’ per capire come sono stati gestiti in questi anni i finanziamenti nelle casse di Forza Italia. “Vogliono la guerra ? Ed allora sarà guerra anche legale“, è l’avvertimento degli uomini di Fitto in Puglia.
Nonostante il lavoro sotterraneo di Paolo Romani ed Altero Matteoli di ricucire i rapporti con il leader dei ‘ricostruttori’ Raffaele Fitto che guida la rivolta interna a Berlusconi, cioè quella parte di partiro stanca di non poter fare l’opposizione al Governo guidato da Matteo Renzi., ormai tutto sembra portare alla rottura definitiva. Fitto ha proposto il ticket Schittulli-Poli Bortone per uscire da una possibile dispersione dei voti (a vantaggio di Michele Emiliano, candidato del centrosinistra) in vista delle prossime elezioni regionali del 31 maggio, e per evitare una spaccatura che porterebbe alla sconfitta. Incredibilmente Berlusconi sembra proprio che voglia perdere di proposito per ridurre a più miti pretese Fitto. Ecco il perchè Luigi Vitali, il cavallo di Troia di Berlusconi in Puglia, lavora contro ogni possibile accordo.
Raffaele Volpi, il vicesegretario del movimento NoiConSalvini che da mesi stava trattando con i fittiani, proprio sabato scorso ha bocciato la candidatura della Poli Bortone, anche se nello stesso momento il leader leghista Matteo Salvini esitava a prendere posizioni ufficiali. Ed infatti l’indomani, cioè domenica scorso è apparso un comunicato firmato Volpi e Giancarlo Giorgetti (il leghista delle trattative con Arcore) ha acceso il semaforo verde al sostegno della candidatura in favore dell’ex sindaco di Lecce Adriana Poli Bortone. La prova che il Carroccio, ancora una volta,si appiattisce a Berlusconi . Di riflesso è partito il contrattacco dei “ricostruttori” di Fitto in Veneto con l’appoggio ufficiale al sindaco di Verona Tosi che ha abbandonato Salvini e si contrappone alla candidatura di Zaia attuale governatore uscente. La Lega non è presente alle regionali in Campania , per non disturbare Forza Italia, che ricandida il socialista Stefano Caldoro, con l’alleanza dell’ NCD.
L’ex-missina Adriana Poli Bortone, recentemente era entrata a far parte con Io SUD il suo piccolo movimento pugliese, in Fratelli d’Italia, accettando la candidatura offertale “ad hoc” da Berlusconi , ha giustamente imbarazzato Giorgia Meloni, la quale essendosi schierata ufficialmente da tempo al fianco di Schittulli , vedendo un suo esponente addirittura candidata da un altro partito (Forza Italia) contro l’oncologo baresi, lancia appelli per una ricomposizione degli scontri, dichiarando che se la Poli Bortone diventa l’ariete di Berlusconi contro Fitto non è d’accordo e quindi non l’appoggerà, continuando a sostenere per coerenza politica la candidatura di Schittulli.
A questo punto la Poli Bortone, non essendoci quella unione che lei stessa aveva invocato sabato mattina (subito dopo l’offerta del ventriloquo berlusconiamo Vitali di candidarla), avrebbe dovuto fare un passo indietro. Ma si sa, la coerenza in politica è un eufemismo. L’ex sindaco di Lecce, ha rifiutato il ticket in accoppiata con Schittulli accettando la sua candidatura con Fi, Nuovo PSI e Lega, e si è messa di fatto fuori da Fratelli d’ Italia, il partito in cui militano gli eredi di AN-Alleanza Nazionale.
I tentativi dei mediatori Matteoli e Romani vanificato. E’ scontro totale . Ma Berlusconi ed i suoi “fedelissimi”, dimenticano che Fitto alle Elezioni Europee dello scorso anno, ha preso 285.000 preferenze nella circoscrizione meridionale, dei quali 184.000 in Puglia . E poichè in politica in definitiva contano i voti la scontro del ‘ricostruttore’ può portare davvero al declino del leader azzurro. Tutto parte proprio dalla Puglia. Non a caso gli elettori pugliesi di centrodestra non sono allineati tutti con Berlusconi. Si sono appena tenuti dopo quello di Martina Franca, i congressi cittadini di Forza Italia a Lecce e Corato, autoconvocati dalla maggioranza degli iscritti del partito(ai sensi dell’art. 33 bis dello Statuto) . In questi congressi ha votato oltre l’80% dei tesserati, che hanno eletto Roberto Marti a coordinatore cittadino di Lecce , e Sergio Lagastra coordinatore di Corato. “E’ stata una grande festa della democrazia – hanno detto i parlamentari Marti e Perrone – Forza Italia ha dimostrato di essere un partito con un grande seguito se solo si coinvolgono direttamente i cittadini nelle scelte e si mette da parte la logica autodistruttiva delle nomine calate dall’alto, dei commissari e delle epurazioni come avvenuto dopo l’arrivo di Luigi Vitali“.
“I primi ad affermare una richiesta di democrazia, con un congresso auto-convocato, siamo stati noi a Ceglie Messapica. Poi anche Martina Franca e Corato. Ora tocca a Lecce“, ha commentato il fittiano Nicola Ciracì, mentre Berlusconi rimane blindato e silente ad Arcore con il suo “cerchio magico”. Ma questa volta la base non sembra più disposta a seguirlo con obbedienza e parte dalla Puglia una rivolta interna in Forza Italia che potrebbe segnare davvero la sua fine.
Un vero e proprio “schiaffone” politico per Berlusconi e per il suo ‘cerchio magico’ che la politica si fa con con le persone ed i consensi.