di Antonello de Gennaro
Ancora una volta il Comune di Taranto sconfina nell’illegalità ormai ampiamente diffusa nell’ Amministrazione Melucci, dove ancora una volta latita la trasparenza e la legalità prevista dalle vigenti normative di Legge. Il pregiudicato-già carcerato per 1 anni e 6 mesi e pluricondannato Salvatore Micelli, dopo averci provato con la Cooperativa Indaco amministrata da sua sorella, invalida civile psichiatrica (come lo stesso Micelli ha dichiarato in un’udienza in Tribunale) con la quale aveva provato ad aggiudicarsi la gestione dei bar dello Stadio Iacovone, questa volta ci riprova con una fantomatica Associazione Sportiva Dilettantistica, l’ ASD Bocciodromo di Taranto, che peraltro è un’ associazione senza personalità giuridica, dichiarando di essere “concessionaria della struttura del Comune di Taranto denominata BOCCIODROMO sita nel quartiere Salinella di Taranto difronte lo stadio comunale” cercando di ricevere donazioni e contributi non avendo alcuna disponibilità economica (leggi QUI). Una concessione di cui nell’ Amministrazione Trasparente e nell’ Albo Pretorio del Comune di Taranto non vi è alcuna traccia.
Falso o vero ? Da un controllo effettuato sull’ Amministrazione Comunale come dicevamo, non risulta alcuna aggiudicazione per il Bocciodromo, e quindi viene da chiedersi se è ILLEGALE l’ Amministrazione Comunale di Taranto guidata dal sindaco Rinaldo Melucci a rendere come dovuto l’eventuale aggiudicazione o è ILLEGALE l’operato del Micelli che millanta qualcosa che in realtà non corrisponde al vero, mettendosi a fare la questua, cercando di raccogliere contributi e donazioni, promettendo targhe di ringraziamento ! Chissà come si giustificheranno a questo punto il RUP Giuseppe Cervellera e l’ assessore competente…!!! Ci auguriamo a questo punto che i solerti investigatori della Guardia di Finanza di Taranto (e magari anche qualche magistrato non “dormiente” della Procura di Taranto) si attivino per fare luce su questa ennesima attività che “puzza” di illegalità, messa in atto alle spalle ed a danno dei cittadini e contribuenti del capoluogo jonico.
Micelli è una vecchia “conoscenza” del nostro giornale, sia per le attività della Cooperativa Indaco nella gestione dell’ accoglienza e gestione dei migranti, che a seguito dei nostri servizi giornalistici e delle verifiche effettuate dal Comando centrale del NAS Carabinieri insieme al personale dell’ ASL Taranto nella struttura gestita da questa cooperativa (assediata da creditori e sopratutto da dipendenti non pagati) si vide revocare l’appalto dalla Prefettura di Taranto con un provvedimento firmato dal prefetto Cafagna in carica all’epoca dei fatti. Ma anche del nostro direttore de Gennaro che lo ha fatto condannare dal Tribunale Penale di Taranto a 7 mesi di carcere per i reati di stalking e diffamazione, in un processo che riuniva i 3 processi a cui la Procura aveva mandato il Micelli alla sbarra. Il quale recentemente ha provato a cercare una transazione ( con cui chiedeva la rimozione di tutti i nostri articoli sulle sue malefatte) che però è stata chiaramente rifiutata, in quanto i nostri articoli non sono mai stati e mai saranno in vendita.
Salvatore Micelli è una vecchia conoscenza delle forze dell’ ordine e della Procura di Taranto, essendo coinvolto a pieno titolo nell’ inchiesta “Quote rosa2” a seguito delle indagini della Guardia di finanza , sulla presunta truffa delle assunzioni fittizie di lavoratrici per intascare finanziamenti pubblici. La richiesta di rinvio a giudizio portava la firma del pubblico ministero Daniela Putignano e l’inchiesta rappresentava una costola di altra vicenda giudiziaria già all’attenzione del tribunale. A dicembre del 2018 vennero arrestati dalla Guardia di Finanza Salvatore Micelli, (in carcere) e Loredana Ladiana, (arresti domiciliari) con l’accusa di “associazione per delinquere” e “truffa aggravata“ il cui processo è tuttora in corso. I due tornarono in libertà a marzo 2019. Secondo l’accusa della Procura, Micelli era il “volano” intorno al quale girava buona parte delle presunte diciassette società fantasma costituite col solo scopo di intercettare finanziamenti europei destinati alle assunzioni al femminile. Denaro che secondo l’accusa era finito anche nelle casse del clan mafioso D’ Oronzo.
Tredici capi d’accusa di truffa e tentata truffa, dopo che il giudice Benedetto Ruberto aveva escluso l’aggravante per la recidiva, sono già caduti per prescrizione nel marzo 2021 essendo trascorsi 7 anni e mezzo dai fatti. Ne restavano in piedi altri 20 circa, ma la maggior parte, perfino la contestazione di associazione per delinquere, rischia di prescriversi prima della fine del processo di primo grado (i fatti contestati arrivano al 2013). Il giudice Ruberto aveva mandato a processo per associazione a delinquere Salvatore Micelli, Loredana Ladiana, Cecilia Martina, Teresa Ranieri e Anna Guarino. Altri tredici imputati erano invece finiti a giudizio per singoli capi d’accusa riferiti a reati di truffa e falso. Non vi sarà invece alcun processo per Barbara Micelli, Luigi D’Angiulli, Paolo Pulpito e Fabrizio Pomes (altro ex carcerato per l'”inchiesta Alias” della Polizia di Stato, che sono stati prosciolti per la sopravvenuta prescrizione dei reati commessi.
Gli appetiti di Micelli si erano ampliati in occasione della pandemia del Covid19 , infilandosi nel lucroso business delle mascherine, raccontato dal programma tv (La7) Piazzapulita, lo scorso 3 aprile, ha scoperto che tra le aziende vincitrici degli appalti della Consip risultava la società di Salvatore Micelli già condannato per calunnia e arrestato (come raccontiamo sopra)dalla Guardia di Finanza di Taranto nel 2018 per erogazioni pubbliche ricevute attraverso imprese inesistenti, che si era aggiudicato una fornitura di 7 milioni e 100 mila mascherine, mai avvenuta in quanto annullata dal committente pubblico.
In seguito al servizio di Piazzapulita, la Consip aveva inviato una nota alla trasmissione televisiva per chiarire la sua posizione, scrivendo: “Consip ha svolto procedure di urgenza di selezione dei fornitori garantendo, da un lato, la massima trasparenza e dall’altro, la celerità dell’azione, con aggiudicazione fatta in 3-4 giorni dalla pubblicazione“, aggiungendo: “Una parte rilevante del lavoro di Consip è la prevenzione di frodi o altre irregolarità. Al riguardo i controlli circa la regolarità dei fornitori hanno consentito di escludere quelli non in possesso dei requisiti di qualità e professionalità richiesti, segnalando prontamente i fatti alle Autorità competenti. L’azione pur nell’emergenza è sempre attuata nel rispetto del Codice degli Appalti, anche per ciò che concerne l’esclusione dei fornitori per determinati reati o altre evidenze“.
Consip concludeva sottolineando che “il pagamento per la fornitura, in ogni caso, non verrà effettuato se non successivamente all’esito dei controlli e delle nuove verifiche effettuate, in quanto non è consentito a Consip nessun pagamento verso i fornitori se non all’esito positivo dei succitati controlli”. E Micelli grazie al lavoro giornalistico del “CORRIERE DEL GIORNO” e e dei colleghi della redazione della trasmissione “PIAZZA PULITA” (La7) non è riuscito nel suo intento illegale.
Micelli ha più volte tentato la via della politica, candidandosi al consiglio comunale di Taranto, senza risultare eletto, avvicinandosi in seguito al PD attraverso l’ avv. Giampiero Mancarelli , ma anche in questo caso non trovò alcun incarico e candidatura. Successivamente si inventò una lista civica “Progetto in Comune” guidata da sua sorella e dall’ex-consigliere comunale Alfredo Spalluto, a sostegno della candidatura dell’ (orami ex) direttore del carcere di Taranto Stefania Baldassari, contro quella di Rinaldo Melucci (che risultò eletto per appena circa 800 voti).
Successivamente aveva tentato di candidarsi alle elezioni politiche avvicinando l’ on. Clemente Mastella dell’ UDEUR, assicurandogli di poter ricevere una valanga di voti. Ma anche in questo caso come sempre il suo sogno di candidatura naufragò nel nulla. Non contento Micelli ha fatto un’altra delle sue “capriole” politiche ed alle ultime elezioni amministrative nel Comune di Taranto ha sostenuto e supportato (abbiamo testimonianze documentali di promesse di voto di scambio in suo favore) insieme al suo caro “amico” Alfredo Spalluto, la candidatura a consigliere comunale di Cosimo Ciraci, un ex “adepto” di AT6 (il movimento politico fondato a Taranto da Giancarlo Cito) trasferitosi alle ultime elezioni amministrative nell’alleanza di centrosinistra guidata dall’attuale sindaco Rinaldo Melucci. E guarda caso e le coincidenze, Spalluto era stato nominato alla guida di Kyma Mobilità (l’ ex-Amat spa) , scivolando su una vicenda di utilizzo privato di mezzi pubblici (e cioè di una motonave) con cui aveva trasportato gratis 55 amici fra cui compariva il nome “Micelli“, che venne svelata dal nostro quotidiano, che gli ha fatto perdere l’incarico.
Poichè al Comune di Taranto notoriamente meriti e competenze non costituiscono un valido necessario elemento di nomina di amministratori nei CdA delle società municipalizzate, nel nuovo consiglio di Kyma Mobilità è ritornata in sella alla presidenza l’ avv. Giorgia Gira, che era già stata presidente durante la precedente consigliatura comunale in quota al consigliere comunale Piero Bitetti, (attuale presidente del Consiglio Comunale di Taranto), che guida la pattuglia di 4 consiglieri eletti nella lista “Con” movimento che fa riferimento alle posizioni politiche del governatore pugliese Michele Emiliano. Ma guarda caso nel nuovo CdA della società di traporto pubblico del Comune di Taranto, è stata nominata dal sindaco Melucci addirittura un’ assistente sociale, tale Ilaria Pizzolla, che è la compagna-convivente di Salvatore Micelli dal quale ha avuto un figlio. Legittimo chiedersi cosa capisca mai di trasporto pubblico un assistente sociale….!
Le ambizioni ed aspirazioni politiche (si fa per dire !) di Micelli non si sono fermate, aderendo al gruppetto che fa capo al consigliere comunale-regionale Massimiliano Stellato, che dopo aver lasciato il PD, ed essere passato nel movimento Puglia Popolare , recentemente è migrato fra i seguaci di Matteo Renzi (Italia Viva) ed approfittando dell’iniziativa “Una cena con l’ Autore” organizzata presso la Masseria Li Reni di Manduria (Taranto) , è corso alla serata a cui partecipava Matteo Renzi per farsi un “selfie” ad immediato uso “social” coinvolgendo Renzi e persino il buon Bruno Vespa , assolutamente ignaro di chi fosse Micelli, evidenziando la presenza della consigliera comunale Casula, attualmente sotto processo per truffa ai danni del Comune di Taranto.
Chissà cosa penseranno adesso il PD e Michele Emiliano di certi assessori e nomine come quella della compagna di Micelli, condivise ed autorizzate dal “figliol prodigo” Rinaldo Melucci, ormai abbandonato al suo declinante destino politico, ormai contestato ed inviso sempre di più alla città di Taranto giorno dopo giorno. Questa lasciatecelo dire, cari lettori, non è “politica al servizio della cittadino“, questa è una squallida “politica monnezza“.