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21 Novembre 2024 07:24

Le “manovre” di Albanese: dalla spazzatura alle tasche dei contribuenti

Come diceva nei suoi servizi televisivi Pinuccio l' inviato del programma "Striscia la notizia", Massafra è sempre di più il paese delle "coincidenze", ed aggiungiamo noi per qualcuno i soldi non puzzano. Mai...

Antonio (Tonino) Albanese ragioniere da Massafra, meglio noto come “Surgicchioè alla continua ricerca di fare affari con i soldi dei contribuenti e delle pubbliche amministrazioni dove cerca di condizionare la vita democratica pubblica a partire dalle consultazioni elettorali. Non contento degli oltre 20milioni di euro incassati annualmente dal Comune di Taranto per lo smaltimento dei rifiuti dei tarantini, che di fatto costituiscono l’utile di bilancio della sua società, la Cisa spa di Massafra, grazie alle cecità ( o complicità ?) politica di un’ amministrazione comunale composta da mercenari del voto, faccendieri e corrotti, il ragionier Albanese cerca di spaziare in tutti i settori: dall’editoria all’energia, dalle discoteche alle spiaggette, dai lavori pubblici all’ edilizia.

“Esperto” di acquisizione societarie fallimentari, Albanese dimostra però di fallire a sua volta nello scegliere i candidati da appoggiare e sostenere nelle varie elezioni nel triangolo dei suoi interessi , Taranto, Massafra, Castellaneta (dove poteva conare sul “servilismo” dell’ex-sindaco Gugliotti) ) non potendo neanche pensare di provare ad incidere nella vita politica barese. Infatti tutti i candidati sostenuti ed appoggiati da Albanese nelle elezioni a sindaco sono starti clamorosamente “bocciati” dagli elettori. Eclatante il caso della sua ex-consulente legale Stefania Fornaro candidata alla Camera dei Deputati con Forza Italia, la quale nonostante una campagna elettorale dispendiosa economicamente venne clamorosamente “trombata” dagli elettori ! E che adesso fa l’assessore all’ ambiente del Comune di Taranto, eletta nelle liste di CON (il movimento politico che fa riferimento a Michele Emiliano) da cui è uscita, saltando sul “carro” del sindaco di Taranto Rinaldo Melucci (Italia Viva). Per qualche “soldino” in più….

Giovanni Gugliotti, Stefania Fornaro e Tonino Albanese

Ma il caso più eclatante è quello della sua cittadina di origine e residenza: Massafra, che è l’epicentro degli affari di “Surgiccio“, da cui periodicamente cerca di espandersi. Dopo le note vicende che hanno portato all’arresto del ex sindaco di Massafra e della Provincia di Taranto, Martino Tamburrano, notoriamente espressione di Albanese, che lo vedono sul banco degli imputati (prossima udienza dibattimentale fissata dinnanzi al Tribunale di Taranto il 7 ottobre 2024) per l’indagine “T-Rex” della Guardia di Finanza (all’epoca dei fatti guidata dal comandante provinciale Colonnello Gianfranco Lucignano) che chiese persino l’arresto di “Surgicchio” , il proprietario della Cisa si era avvicinato all’ex-sindaco di Castellaneta ed ex Presidente della Provincia di Taranto Giovanni Gugliotti.

Albanese “sponsor” della campagna elettorale a sindaco di Massafra di Domenico Santoro, attraverso una suo dipendente (Teresa Errico) ed un suo cugino (Tony Miola) , eletti come consiglieri comunali nel Comune di Massafra, ostacola i concorrenti, dimenticandosi però di occuparsi del bene cittadino, salutare ed ambientale allorquando sino in ballo gli interessi della CISA sul territorio massafrese, che dopo essersi vista revocare un’ allegra autorizzazione ambientale per la realizzazione di un’ impianto di esiccamento e recupero energetico dei fanghi, rilasciata dalla Provincia di Taranto (sotto la presidenza Tamburrano dal dirigente Natile, entrambi finiti in carcere ) , adesso l’ha riproposta potendo contare sulla “vicinanza” con l’attuale presidente della Provincia di Taranto Rinaldo Melucci.

Guarda caso sul quotidiano la Gazzetta del Mezzogiorno, rilevato da un fallimento da Albanese che ne è co-editore al 50%, affidata alla direzione di uomo di stretta fiducia ed osservanza di Surgicchio, l’ anno scorso sono usciti degli articoli “tele-pilotati” contro l’ iter autorizzativo per la realizzazione di un’impianto di gestione di rifiuti speciali di proprietà della Castiglia srl, “cavalcando le proteste di tre consiglieri comunali di Massafra. Teresa Errico, Tony Miola e Domenico Santoro, che in queste ore potendo contare sui colleghi espressione del consigliere regionale Michele Mazzarano, condannato in via definitiva dalla Cassazione (motivo per il quale è stato espulso dal Partito Democratico) stanno cercando raccogliendo le firme presso il notaio Latorraca di Taranto di sfiduciare il sindaco Fabrizio Quarto e riportare gli elettori di Massafra al voto .

Cisa_Massafra-bis

La coincidenza… vuole che il consigliere comunale Tony Miola, sia il cugino di Tonino Albanese ed anche un suo dipendente, così come la consigliera Teresa Errico è assunta in una società controllata dalla CISA spa., i quali insieme a Santoro non dicono una sola parola sulla nuova richiesta di Albanese alla Provincia di Taranto nonostante la precedente revoca degli uffici competenti. Circolano infatti voci sempre più ricorrenti anche sul progetto di raddoppio del termovalorizzatore della CISA di Massafra, osteggiato dalla cittadinanza, anche a seguito della mancata riapertura della discarica “ex Vergine”, ricadente nel territorio del comune di Lizzano, isola amministrativa di Taranto . La società proprietaria è la Lutum Srl di Massafra (Ta), facente parte della Cisa Spa sempre di Massafra che lo scorso 27 ottobre 2022aveva inviato al Comune e la Provincia di Taranto ed alla Regione Puglia la richiesta osteggiata e contrastata da cittadini e associazioni locali, per il “rilascio autorizzazione integrata ambientale per riattivazione di discarica di rifiuti non pericolosi”.

La mobilitazione per respingere la richiesta di riattivazione della discarica ex-Vergine è in atto dal 15 giugno 2023, alla quale hanno aderito cittadini e associazioni, e la maggior parte dei sindaci della parte orientale della provincia tarantina, impegnati non solo a conquistare le bandiere blu che la costa da loro amministrata merita tutte, ma anche a salvaguardare nell’entroterra i cittadini dei relativi comuni da antiche e nuove minacce alla salute e all’ambiente. Consigli comunali straordinari sono stati convocati con appositi ordine del giorno, mentre sindaci e associazioni, con in testa il comitato AttivaLizzano, hanno costituito un coordinamento per redigere in punta di diritto il documento e le varie osservazioni da contrapporre alla richiesta della Lutum.

Alle continue e trasversali sollecitazioni di consiglieri e rappresentanti di partito, non hanno mai risposto, e neppure ricevuto i comitati, il presidente della Provincia di Taranto Rinaldo Melucci che è anche sindaco di Taranto nella cui giurisdizione ricade l’isola amministrativa di Lizzano. E pertanto ad oggi si ignorano del tutto i loro pareri riguardo alla richiesta della Lutum. Come la richiesta del raddoppio in verticale avanzata per la discarica di Grottaglie e respinta nel 2019 dal Consiglio di Stato, anche questa per la riattivazione della discarica di Lizzano si presenta abnorme e pericolosa. Infatti, non solo la richiesta dell’autorizzazione integrata ambientale (Aia) si basa su un documento (la Valutazione integrata ambientale) ormai scaduto, ma non sono nemmeno terminati, per ammissione della stessa Lutum, i lavori di bonifica e messa in sicurezza indispensabili perché possa essere avanzata qualunque richiesta.

Un ulteriore notevole ampliamento, previsto nella suddetta richiesta, inoltre “avvicinerebbe” la discarica alle abitazioni dei tre comuni interessati, comprometterebbe le piccole imprese agricole esistenti, comporterebbe un enorme consumo di acqua in una zona che già di per sé ne è carente, moltiplicherebbe in modo allarmante il passaggio dei camion conferenti i rifiuti, e appesantirebbe  ulteriormente  a livello  sanitario e ambientale un’area come quella jonica già gravata dalla presenza di numerosi impianti di trattamento e smaltimento rifiuti.

Mentre per la discarica di Lizzano, che ha inquinato non poco, i cittadini, comitati e sindaci sono mobilitati per evitare questo ennesimo scempio ambientale con conseguente pericolo sanitario, avendo ben recepito l’importanza sia del principio di precauzione che del “fattore di pressione”, lo strumento legislativo che impedisce l’apertura di nuove discariche e l’ampliamento o sopralzo di quelle esistenti in zone già ambientalmente stressate. E su di essi basano la loro ostinata e tenace resistenza di fronte all’inerzia di Provincia e Comune di Taranto in mancanza di una legge nazionale che regoli la movimentazione dei rifiuti speciali. Anche perchè la Lutum non è stata inserita nel piano regionale rifiuti speciali 2022, ma soltanto in passato in quello di rifiuti urbani 2021.

Tony Miola , Teresa Errico e Domenico Santoro, meglio noti come “Gruppo Santoro”

A Massafra invece i tre consiglieri della “lista Santoro”, che cercano in tutte le maniere di prendere il controllo dell’ Amministrazione Comunale massafrese, non dicono una sola parola sulle iniziative e richieste della Cisa a Massafra. Hanno forse qualche interesse in comune oltre ai rapporti di parentela e dipendenza economico-lavorativa ? O hanno forse paura di perdere il posto di lavoro nelle società do Albanese ? Come diceva nei suoi servizi televisivi Pinuccio l’ inviato del programma “Striscia la notizia“, Massafra è sempre di più il paese delle “coincidenze”, ed aggiungiamo noi per qualcuno i soldi non puzzano. Mai…

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