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26 Dicembre 2024 02:45

Le menzogne della Gazzetta del Mezzogiorno e dell’ Assostampa Puglia

di Antonello de Gennaro

Ancora una volta mi vedo costretto a difendermi, giornalisticamente e legalmente dalle diffamazioni, menzogne e calunnie del sindacato giornalistico pugliese e dei loro “sodali” della Gazzetta del Mezzogiorno, dopo le infamanti accuse pubblicate oggi a firma del Comitato di Redazione e dell’ Assostampa di Puglia, il cui presidente Bepi Martellotta ed il suo vice Mimmo Mazza lavorano entrambi nel giornale barese “fallito“.

E’ dal 1 giorno delle nostre pubblicazioni online che il sindacato dei giornalisti chiede la nostra chiusura, persino il sequestro giudiziario, manifestando una palese “ignoranza” legale, in quanto una testata giornalistica non può essere posta sotto sequestro.

Secondo la Suprema Corte, un giornale online può essere assimilabile al concetto più ampio di “stampa” e “soggiace alla normativa, di rango costituzionale e di livello ordinario, che disciplina l’attività di informazione professionale diretta al pubblico”. Gli ermellini aggiungevano inoltre che “Il giornale online, al pari di quello cartaceo, non può essere oggetto di sequestro preventivo, eccettuati i casi tassativamente previsti dalla legge, tra i quali non è compreso il reato di diffamazione a mezzo stampa”.

la Suprema Corte di Cassazione

Lo ha stabilito con una sentenza depositata dalle Sezioni Unite penali la Suprema Corte di Cassazione  Una testata giornalistica pubblicata sul web non può dunque essere mai oggetto di sequestro preventivo per reato di diffamazione a mezzo stampa, così come è già previsto per le edizioni cartacee.

E’ strumentale e falso che il sottoscritto abbia definito il giornale barese come la”Mazzetta del Mezzogiorno” perchè “i giornalisti della gloriosa Testata sarebbero abituati a prendere mazzette“. Il riferimento, invece contrariamente a quanto si vuol fare credere dai vari sindacalisti all’opinione pubblica, attraverso un vergogno comunicato “sindacale” era (ed è stato più volte ricordato dal sottoscritto in diverse “dirette” anche precedenti all’ultima) ad uno “storico” titolo pubblicato dal quotidiano La Repubblica, in occasione dell’arresto di un direttore della “gloriosa Testata“: la Gazzetta del Mezzogiorno. Come mai non hanno protestato a suo tempo ?

Le aggressioni legali, epistolari, verbali compiute dal “sindacalista” Mimmo Mazza nei confronti del sottoscritto, utilizzando la sua veste (si fa per dire…) di vice presidente dell’ Assostampa di Puglia, usando persino il suo legale difensore, i suoi collaboratori, sua moglie Sabrina Brescia attualmente sotto processo penale per diffamazione a mezzo stampa nei confronti del sottoscritto, per danneggiare la mia attività professionale e quella editoriale del giornale da me diretto, non merita alcun commento ma solo tante tante querele e citazioni per danni. Ed alcune sono già arrivate a destinazione…

Gli “amici”… sindacalisti del giornale “fallito” dimenticano di scrivere e raccontare che in realtà sotto processo per “violazione del segreto istruttorio” dinnanzi al Tribunale Penale di Bari, al momento sono Giuseppe De Tommaso, direttore della Gazzetta del Mezzogiorno per insieme al collaboratore di Taranto, Vittorio Recapito che segue la cronaca giudiziaria , processo per il quale la parte offesaè il sottoscritto !

Decreto-GAZZETTA

Gli “amici”… sindacalisti dimenticano anche di scrivere e raccontare che il loro amico e sodale Mimmo Mazza, violando il Codice Deontologico, che loro richiamano nei miei confronti,pur avendo un contratto di esclusiva con il giornale barese , ha costituito nel febbraio 2019 a Taranto la società EDIZIONI JONICHE srls, dall’imponente capitale sociale di 500 euro (ah…quale grande investimento imprenditoriale sul territorio jonico !!!) della quale il Mazza come risulta documentalmente detiene a proprio nome il 50% delle azioni, come vi documentiamo (vedi pag. 4) nella visura camerale pubblicato sotto . E tutto ciò proprio mentre la Gazzetta del Mezzogiorno lottava per non chiudere cessare le proprie pubblicazioni, ed invitava i suoi sparuti lettori a sostenerla mediante l’ acquisto di più copie in edicola o facendo pubblicità,

La società partecipata dal Mazza, dopo appena un mese dalla sua costituzione, ha incassato nel maggio 2019 la bellezza di 10mila euro di pubblicità dal Comune di Taranto per Radio Cittadella, emittente semiclandestina (nel senso che non la sente praticamente nessuno ! ) di proprietà della Curia Arcivescovile di Taranto attraverso la Fondazione Cittadella della Carità. , che non ha mai voluto rendere noto il rapporto societario intercorrente, nascondendo i documenti alla nostra istanza di accesso agli atti amministrativi.

Combinazione vuole che Mazza che si autodefinisca “cronista giudiziario” ma guarda caso, all’improvviso diventa “giornalista politico” ed intervista il Sindaco di Taranto Rinaldo Melucci ! Il nostro amico Pinuccio inviato di Striscia la Notizia a questo punto direbbe : coincidenzeeee” !!!!

Soldi incassati dal Comune di Taranto, distratti potenzialmente anche dalle possibili ulteriori entrate pubblicitarie della Gazzetta del Mezzogiorno, che è bene ricordare viene pubblicata in esercizio straordinario dai curatori fallimentari per non cessare le pubblicazioni e si regge solo sulle vendite in edicole ed incassi pubblicitari, e retribuiti in favore del Mazza e dalla sua società (priva peraltro di un reale ufficio e di una vera sede legale) ad un attività editoriale concorrente alla Gazzetta.

CITTADELLA-Determina

In passato sempre per delle operazioni pubblicitarie che definire “markette” è dir poco, il Consiglio di Disciplina dell’ Ordine dei Giornalisti di Puglia (attualmente indagato dalla Procura di Bari a seguito di mia denuncia) aveva lasciato prescrivere il procedimento intrapreso nei confronti del Mazza, lasciato marcire per due anni negli oscuri cassetti dell’ Ordine dei Giornalisti di Puglia.. Guarda caso, nel collegio giudicante…coincidenza della vita… c’era proprio Vittorio Ricapito ed un altro collaboratore barese della Gazzetta del Mezzogiorno. Ma che combinazione…!!!

Come mai oggi la Gazzetta non racconta ai propri lettori che il loro caro amico-sodale-sindacalista Mimmo Mazza è attualmente sottoposto a procedimento disciplinare a Bari, su istanza del Consiglio Nazionale dell’ Ordine dei Giornalisti, per aver egli “minacciato” come nel suo consueto modus operandi persino il Consiglio Nazionale di Disciplina ?

VISURA-Edizioni-Joniche

Lasciatemelo dire, cari lettori, pubblicamente, ed anche di rivolgermi al CdR della Gazzetta e dell’ Assostampa di Puglia: ma voi il nostro Codice Deontologico lo avete mai letto ? Nei fatti sembrerebbe di no, E sopratutto perchè non ne chiedete l’applicazioni nei confronti del vostro caro “amico-sodale” Mazza, con la stessa foga con cui attaccate e minacciate il sottoscritto ?

E dove eravate quando Marco Travaglio del palco del Concertone del 1 Maggio a Taranto, affermò sul palco davanti a decine di migliaia di persone che “i giornalisti di Taranto non sono liberi in quanto comprati dalla pubblicità ? Cosa è peggiore : farsi dare del “markettaro“, o giudicare un quotidiano usando una delle parole più comuni nella politica e nell’informazione televisiva come “merda“, termine del resto che in tv si usa citare per augurare ogni successo ad una trasmissione-programma televisivo ?

E cosa dire poi di quando Mazza minacciava via mail la società Terna spa, nostro inserzionista pubblicitario da anni, come da me comprovato documentalmente nel processo che mi vede contrapposto con il sindacalista Mazza a Roma, millantando e minacciando l’intervento punitivo e mediatico dell’ Ordine dei Giornalisti e dell’ Assostampa di Puglia, nei confronti della società elettrica qualora avesse continuato ad essere nostro inserzionista pubblicitario ?

E’ questo forse il concetto di concorrenza, di rispetto per il lavoro giornalistico altrui, per il rispetto del diritto d’impresa, radicato nei sindacalisti della Gazzetta del Mezzogiorno ?

E’ questa la libertà di stampa che chiedete a gran voce pur di non chiudere e restare disoccupati, ginuflettendovi con il cappello in mano dinnanzi alla politica (leggasi: Giuseppe Conte, Francesco Boccia, Michele Emiliano ecc.) ?

Sarebbe molto interessante sapere se i giornalisti che si sentono offesi, hanno mai fatto chiarezza su chi siano stati i loro colleghi ad essere lautamente e profumatamente pagati come consulenti dalle Ferrovie Sud Est, e magari svelare e rendere noto anche chi siano stati quei giornalisti accorsi alla corte di Michele Emiliano per riferirgli che lo stavano indagando, invece di scriverlo sul proprio giornale ! Loro preferiscono solo sbraitare quando arrivano le perquisizioni …

Sono tutti quesiti questi a cui nessuno di voi del CdR della Gazzetta e dell’ Assostampa di Puglia avrete mai il coraggio di rispondere pubblicamente e spiegarlo magari a quei quattro gatti che ancora vi leggono (appena 9.000 copie vendute al giorno in Puglia e Basilicata, in un bacino di 6 milioni di potenziali lettori) .

Scrivono “si va dal giudice” ma in realtà davanti ai giudici penali, civili, deontologici e fallimentari al momento ci stanno loro, ma evidentemente poverini con la vecchiaia incalzante hanno perso la memoria….o preferiscono non raccontarlo ai propri lettori. E non è la prima volta…

Potrei continuare a lungo, ma preferisco farlo nelle opportune sedi giudiziarie dove i responsabili dell’ennesimo volgare e strumentale attacco sindacale nei miei confronti verranno chiamati a rispondere.

Vorrà dire che lo farete davanti ai giudici. Molto presto.

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Grazie, Antonello de Gennaro

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