ROMA – Andrea Stroppa è nato a Roma nel 1994 e un curriculum da fare invidia a chiunque. Infatti. ad appena 23 anni è ritenuto tra gli esperti di cyber sicurezza più autorevoli in Italia. Anche se lui con grande umiltà dice: “Non credo di essere un esperto – ha scritto in un lungo post sulla sua pagina Facebook – ma credo di saperne qualcosa in tema di cyber security“. Entrato giovanissimo nelle file di Anonymous Italia, il gruppo di hackers etici, è stato lui l’autore del report pubblicato alcuni giorni fa dal ‘New York Times‘ nel quale è stato dimostrato come la pagina ufficiale di ‘Noi con Salvini‘ condivida gli stessi codici Google con siti di disinformazione e con una pagina non ufficiale di propaganda del Movimento 5 Stelle.
Stroppa fa parte di un team di ricercatori che lavorano tra Italia, Gran Bretagna e Stati Uniti. Ricercatore di Ghost Data e consulente di Matteo Renzi sulla cyber security, Dopo aver pubblicato numerosi dossier e ricerche in tema di contraffazione online, malaware e botnet, il 23enne romana nel suo curriculum annovera anche collaborazioni con i quotidiani ‘La Stampa’ e la Repubblica‘. I suoi report sono stati pubblicati e diffusi oltre che sui prestigiosi quotidiani americani New York Times, Washington Post, Wall Street Journal anche sulla Cnn, sui magazines americani ‘Vanity Fair‘ e Forbes noti e letti in tutto il mondo solo per citarne alcuni.
Sul Il Fatto Quotidiano diretto da Marco Travaglio, l’altro giorno si occupavano di Stroppa alle pagine 1,2,3 compreso nell’editoriale dello stesso direttore, scrivendo “[…] Del suo amico Marco Carrai, che s’è messo in società con uno smanettone di 23 anni, Andrea Stroppa, che da minorenne faceva l’hacker per Anonymous Italia durante gli attacchi ai siti di Polizia, Carabinieri, governo, Viminale, Guardia costiera e – pensate un po’ – al blog di Grillo; perciò fu imputato e ottenne il perdono giudiziale dal Tribunale dei minori”. Non contenti quelli del Fatto, a pagina 2, pubblicavano un articolo su Stroppa a firma di Virginia della Sala e Carlo di Foggia, sostenendo che “Non è un tecnico ma può contare su una notevole rete di relazioni “, mentre a pagina 3, a firma di Wanda Marra viene definito “esperto di cyber security“. Basta tutto ciò per capire come sia crollata l’autorevolezza (e le copie vendute in edicola) sotto la direzione di Travaglio.
Stroppa non ha esitato un solo attimo a smentire Travaglio e ieri gli ha dedicato indirizzandogli un lungo post di replica via Facebook scrivendogli . “Caro direttore Travaglio, sì ho fatto parte di Anonymous. Avevo 17 anni, ho fatto degli errori, ho commesso dei reati e ne ho risposto di fronte la legge – si legge nel post – di fronte un tribunale, quello dei minorenni. Ho ottenuto il perdono giudiziale e ho ricominciato la mia vita facendo volontariato, costruendo la mia carriera con un lavoro lungo e appassionato. Nessuna scorciatoia, mi hanno proposto libri e interviste ‘sull’hacker di Anonymous’, potevo prendere la strada della notorietà, ho scelto quella del sacrificio“.
“Non ne ho mai parlato pubblicamente, non per vergogna, ma perché io penso che dei miei errori sia stato corretto rispondere di fronte la legge, non di fronte a lei, a voi – prosegue Stroppa -. Come forse saprà, i minori sono tutelati dalla legge sulla privacy e tutto quello che riguarda i loro processi non devono diventare di dominio pubblico. Lo sono diventati, prima con il libro di Belpietro ‘I segreti di Renzi‘, poi con un articolo di Fittipaldi su ‘L’Espresso‘ e ancora oggi sul suo giornale. Io non contesto ‘i guai giudiziari’ e guardi, non contesto in questa sede, nemmeno il fatto di aver violato nuovamente la mia privacy, ma contesto le falsità. Non ho mai attaccato i siti di Polizia, Carabinieri, Governo, Viminale e il blog di Grillo come lei scrive. E nemmeno il sito di D’Alema come ha scritto Fittipaldi. Sono andato di fronte il tribunale a rispondere alla legge italiana, per altri fatti. E questo come può intuire si chiama diffamazione“.
In merito ai suoi rapporti con Marco Carrai, Stroppa ha smentito di essere in società con l’imprenditore toscano. Circostanza confermata da Carrai lo scorso 27 novembre sulle pagine del ‘Corriere della Sera‘ “Stroppa lo conosco e per un periodo ha collaborato con una mia società - ha detto l’imprenditore -. Chiunque può andare al registro delle Camere di commercio e vedere che non ho mai avuto società con lui“. Nella lettera aperta a Travaglio, il cyber esperto rimarca di aver “sempre lavorato con persone più brave di me e sono orgoglioso di aver avuto accanto persone che mi hanno insegnato molto, non soltanto dal punto di vista professionale“.
Stroppa contesta le affermazioni pubblicate da Travaglio nel suo articolo dove afferma inoltre: “Del resto Renzi sospetta l’intervento di una ‘ mano’ russa. E chi gliel’ha detto? Una società di sorveglianza informatica. E di chi è? Del suo amico Marco Carrai, che s’è messo in società con uno smanettone di 23 anni, Andrea Stroppa“. Non c’è nessuna società con Marco Carrai e io personalmente non ho mai parlato di “mano russa”. Anzi, le dirò di più: durante le elezioni americane ho pubblicato un report in esclusiva con Forbes dove documentavo che un importante numero di russi seguivano il candidato Trump e lo sostenevano attivamente, ma che non era possibile documentare nessun legame ufficiale con il governo russo. Altroché i suoi giochini linguistici”
“Non cerco da voi né dagli esperti che consultate per attaccarmi i vostri applausi, agli ‘esperti‘ che continuano da mesi ad insultarmi dico solo: se siete più bravi sono contento per voi – sottolinea Stroppa -. Vi auguro tanta felicità e gioia nella vostra vita. Su una cosa però voglio essere chiaro: non mettete in dubbio la mia onestà, il mio onore, non permettetevi di infangare la mia persona“.
Stroppa chiude quindi il suo post con una dura “stoccata” a Travaglio: “Non ho bisogno della sua stima – scrive – penso che il mondo sia molto più grande de ‘Il Fatto Quotidiano’ e non credo sia un caso se le mie ultime ricerche sono state pubblicate con il ‘Washington Post‘, ‘Associated Press‘, ‘Wall Street Journal‘ e non con il suo giornale. E le assicuro che non è un caso nemmeno il fatto che quando voglio capire di economia, tecnologia, cultura, geo politica non leggo il suo quotidiano (…) Caro direttore Travaglio la coscienza è quella cosa che quando siamo soli ci guarda e non possiamo nasconderci. Mi auguro che lei possa affrontarla a testa alta”.