di Antonello de Gennaro
In questi giorni tutti hanno visto il sindaco “piagnone”Antonio Decaro autoelogiarsi del suo impegno contro la malavita, chiamando a proprio testimone il procuratore di Bari, Roberto Rossi il quale incredibilmente ha di fatto delegittimato l’operato dei magistrati della sua procura, al lavoro per la Direzione Distrettuale Antimafia di bari e delle forze dell’ ordine che hanno indagato ed arrestato 150 persone e messo sotto amministrazione giudiziaria l’ AMTAB, l’azienda dei trasporti municipali di Bari (alle cui dipendenze ci sono numerosi pregiudicati ed appartenenti a famiglie mafiose locali) e la concessionaria d’auto Maldarizzi.
Ma sia il sindaco Decaro che i giornalisti baresi che si occupano di cronache politiche o giudiziarie hanno dimostrato di avere la memoria corta…e non si sono accorti di un’altra “nomina” discutibile dal punto di vista etico effettuata dal sindaco di Bari . Quella di Giovanni (noto come Vanni) Marzulli, un piccolo commerciante barese, mandato a gestire l’ AMGAS, Azienda municipalizzata del gas di proprietà del Comune di Bari, privo di qualsiasi competenza settoriale, e nonostante appartenente ad una famiglia a dire poco imbarazzante.
Suo padre Domenico (detto Mimmo) 75enne, è attualmente sotto processo per “bancarotta fraudolenta” effettuata “al fine di ingannare il pubblico (in particolare l’Erario ed i terzi contraenti della società) e di conseguire per la società predetta un ingiusto profitto” che avrebbe sostanzialmente rappresentato “fraudolentemente nei bilanci relativi agli esercizi 2014, 2015 e 2016 fatti materiali rilevanti non rispondenti al vero ovvero omettevano informazioni necessarie». Così facendo, avrebbero ingannato i «destinatari sulla reale situazione economica, finanziaria e patrimoniale della società“, come contestava la Procura di Bari nell’ avviso di chiusura delle indagini preliminari nei suoi confronti. Insieme al padre Mimmo Marzulli , compare anche Antonio Marzulli l’altro fratello del presidente del gas.
L’indagine della Guardia di Finanza delegata dal pm Giuseppe Dentamaro, aveva avuto origine dalle verifiche effettuate in seguito al fallimento della I Gemelli srl (decretato con sentenza del dicembre 2018), che portò alla chiusura definitiva dei negozi di abiti da uomo, scarpe e accessori ubicati in piazza Umberto e via Argiro. Il primo segnale che la strada intrapresa dalla nota boutique non era delle più rosee, si era avuto già nella primavera del 2017, quando svendite clamorose avevano fatto da preludio alla prima chiusura del negozio di piazza Umberto.
Secondo la Procura uin quegli anni erano stati commessi reati distrattivi, a partire dall’indicazione di dati falsi nei bilanci fino al tentativo di nascondere le clamorose perdite. Nello stesso tempo però, tra gennaio e agosto 2017, gli amministratori si autoliquidavano compensi da 65 mila euro mentre i locali di un punto vendita venivano dati in locazione alla Emme&Emme (amministrata da Christian Marzulli del figlio di Marzulli) a un canone irrisorio di 6 mila euro l’anno.
Una famiglia quella dei Marzulli sicuramente poco esaltante non soltanto dal punto di vista della professionalità nella gestione aziendale, in quanto sempre presente nei fatti di giustizia nel capoluogo barese. La famiglia Marzulli compare nella nota “strage di San Valentino”, la più sanguinosa della criminalità organizzata barese, in cui furono uccisi Nicola Cassano e Vito Marzulli (zio dell’attuale presidente dell’ AMGAS Vanni Marzulli), tutti affiliati al clan Strisciuglio, e rimasero feriti Tommaso Montaruli, Francesco Abbrescia e Nicola Colangiuli.
A completare l’elenco dei “parenti eccellenti”….di Vanni Marzulli, compare suo cugino Rocco Ciampa, attualmente detenuto, ladro ben noto alle forze dell’ordine del capoluogo barese, arrestato nel 2022 per il reato di furto aggravato in concorso per il maxi furto di vini e di champagne per un valore complessivo di oltre 150mila euro nell’enoteca Vinarius di viale Europa, a Bari. Nel gennaio 2022 il Tribunale del capoluogo, al termine di un processo celebrato con il rito abbreviato, ha confermato quasi per intero l’impianto accusatorio decretando, nell’ordine, 4 anni e 5 mesi di reclusione al 47enne Rocco Ciampa.
Marzulli-Giovanni_CVDopo aver letto il curriculum di Vanni Marzulli e sopratutto le “gesta” fuorilegge della sua famiglia, c’è da chiedersi se a Bari non ci fossero altre persone competenti e senza scheletri negli armadi di famiglia a cui Antonio Decaro poteva affidare le sorti dell’ azienda comunale del gas ? Incredibilmente da circa 10 anni Vanni Marzulli è “delegato del Sindaco di Bari per la promozione dell’ attrattività del turismo e del commercio“, quindi persona di “fiducia” e stretta vicinanza con Decaro, circostanza questa che deve valere per il sindaco barese di più delle necessarie competenze per gestire un’azienda energetica, e di una necessaria distanza chilometrica dalle aule di giustizia.
Il primo cittadino barese Antonio Decaro ha evidentemente una visione un pò strana dei concetti di etica e legalità. Sino a prova contraria. Altrimenti non si agiterebbe e strillerebbe per un semplice accesso amministrativo disposto dal Ministro dell’ Interno.