Gli operai di IsolaVerde, la società costituita per volere ed iniziativa “elettorale” di Gianni Florido l’ex-presidente della Provincia di Taranto, e finita male, restando senza fondi e senza lavoro, avevano messo fine, qualche ora fa, l’occupazione della cappella adiacente a quella principale della Parrocchia del Carmine, dove si erano “accampati” per settimane, continuando lo “show” di protesta itinerante che da mesi cambia sede, nei confronti della politica e dell’ Amministrazione Provinciale di Taranto. Il Vescovo di Taranto mons. Filippo Santoro li aveva rassicurati e convinti “tornate a casa, state sereni, vedrete che si troverà una soluzione. Non vi licenzierà nessuno“. Parole e promesse inutili da parte del vescovo, che forse farebbe bene a preoccuparsi dei non pochi problemi della Chiesa, compresi quelli economici e gestionali come la struttura ospedaliera della Cittadella della Carità, invece di scendere come ama fare sul “territorio” della politica.
Invece, appena rientrati a casa, i dipendenti della società Isola Verde hanno trovato nelle rispettive caselle della posta, l’amara sorpresa: la lettera di licenziamento inviata loro dalla società che a questo punto sta per essere messa in liquidazione per mancanza di fondi e di lavoro. Di qui l’ennesima manifestazione di protesta-minaccia. Gli operai hanno violato il recinto di protezione che delimita l’accesso di Palazzo degli Uffici in piazza della Vittoria e sono saliti sul tetto pericolante minacciando di buttarsi sotto, motivo per cui sono intervenuti sul posto i Vigili del Fuoco, la Polizia di Stato, i Carabinieri.
Resta da chiedersi, se è mai possibile che la città debba essere messa sottosopra da queste persone, che seppure disperate, non hanno il diritto di “ricattare” gli enti pubblici, le autorità, la politica. Cosa dovrebbero fare tutti i lavoratori dei negozi, delle imprese di Taranto e provincia, che hanno perso il posto di lavoro ? Urge un intervento deciso che faccia rispettare la Legge. E crediamo che il Prefetto dr. Umberto Guidato debba intervenire una volta per tutte, e crediamo insieme alla Procura della Repubblica. La città di Taranto ha il diritto di vivere tranquillamente e la politica di amministrare la vita pubblica senza pressioni, minacce o ricatti di ogni genere.