di Antonello de Gennaro
Come vi avevamo promesso, siamo andati a fondo sui comportamenti interni alla LUMSA, l’università cattolica diretta a Taranto dal sacerdote don Antonio Panico, ed abbiamo trovato una sentenza di un recente processo per “mobbing” intrapreso a carico dell’ ex-vescovo di Taranto, lo stesso Mons. Papa coinvolto (in veste di indagato) nel processo “Ambiente Svenduto” in corso in questi giorni dinnanzi al Gup del Tribunale di Taranto, in cui è stato condannato l’attuale parroco della Chiesa del Carmine , don Marco Gerardo che a suo tempo era il segretario del vescovo Mons. Benigno Papa.
Quella che pubblichiamo in versione originale ed integrale, scaricabile, e vi offriamo in esclusiva lettura, è una sentenza che va letta attentamente ed è per questo motivo che vi abbiamo evidenziato in giallo i passaggi più salienti che evidenziano dei comportamenti sicuramente poco etici e legali da parte della Chiesa tarantina, come ha evidenziato anche il Giudice per le Udienze Preliminari dr. Pompeo Carriere, magistrato noto nel Foro di Taranto per il suo rigore morale ed onestà intellettuale. La fede ed il cattolicesimo promossa da Papa Francesco hanno ben poco in comune con la Diocesi di Taranto, più attenta agli affari ed alla politica locale.
Il processo penale a carico di Mons. Di Comite, don Antonio Panico e la professoressa Marinella Sibilla si è interrotto a seguito di una transazione economica disposta dalla Diocesi di Taranto e pagata dalla LUMSA di Taranto alla loro dipendente “mobbizzata” Matichecchia , per evitare una pressochè certa condanna dinnanzi al Tribunale Penale di Taranto. Ma i poco attenti (quando vogliono loro…) cronisti giudiziari di Taranto, si sono ben guardati dal darne notizia. Chissà perchè….???
Quindi, cari lettori, se i giornalisti (anonimi) del Nuovo Quotidiano di Puglia, vogliano credere alle ridicole tesi della LUMSA sul rifiuto ad iscrivere Greta Sangermano la giovane ragazza disabile, all’ Università, è semplicemente affar loro. La credibilità, l’autorevolezza, non si conquistano pubblicando sul proprio giornale i comunicati stampa della Lumsa, ignorando fonti “qualificate” e le parti in causa. Lo prevede anche il codice deontologico dell’ Ordine dei Giornalisti, che a Taranto sembra un documento pressochè sconosciuto…
Nel giornalismo, così come nella vita bisogna sempre raccontare la verità, anche quando si sbaglia è bene saper chiedere scusa. Ma per farlo bisogna innanzitutto avere una spina dorsale diritta. Abbiamo cercato di capire che attendibilità potessero avere don Antonio Panico e la sua “stretta” collaboratrice la prof. Sibilla. E la precedente vicenda processuale che li vedeva imputati in un processo per mobbing, in cui sono usciti solo pagando utilizzando i soldi della Chiesa, per non venire condannati, confermavano che avevamo visto giusto. E molto meglio dell’anonimo giornalista del Quotidiano !
In questa precedente triste squallida vicenda processuale che vi abbiamo documentato, Mons. Benigno Papa ne è uscito indenne solo grazie al buon lavoro fatto dai suoi legali. Esattamente come nel “processo Ambiente Svenduto“. E badate bene, non lo diciamo noi. Lo dicono due sentenze del Tribunale di Taranto, dove ci sono giudici e magistrati (non tutti purtroppo) per bene.
Se voi, cari lettori, volete credete a don Antonio Panico, alla professoressa Sibilla, ed ai comunicati stampa della LUMSA ? Liberi di farlo, chiaramente. Noi non crediamo a certa gente, che ha offeso, maltrattato ed umiliato Greta, la ragazza disabile, che aveva solo il sogno ed il desiderio di voler studiare.
Questo accade a Taranto nel 2016, città che voleva candidarsi a Capitale della Cultura…
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