di Antonello de Gennaro
Nei giorni scorsi abbiamo pubblicato un’inchiesta su fatti realmente accaduti nel Casinò Admiral di Mendrisio per i quali abbiamo tutte le documentazioni comprovanti la veridicità di quanto abbiamo pubblicato che confermiamo parola per parola. In data odierna abbiamo ricevuto una lettera di replica che ai di Legge sulla Stampa (ex Art. 8 Legge 47/1948), pubblichiamo di seguito integralmente:
“In merito agli articoli apparsi nei giorni scorsi riguardanti il nostro Casino Admiral SA di Mendrisio, riteniamo opportuno contestare integralmente il contenuto degli articoli, delle affèrmazioni in esse rese, nonché le neanche troppo velate illazioni sul nostro operato e su quello dei nostri collaboratori. Pertanto, ci dissociamo da quanto riportato rilevando che nella nostra Casa da Gioco si svolge tutto nel pieno rispetto delle normative svizzere vigenti e nell’assoluto rispetto del personale dipendente e dei nostri frequentatori. In alcun modo si favorisce l’evasione fiscale, il riciclaggio e il meretricio. la nostra professionalità, competenza, serietà e onestà è avallata dalle costanti verifiche del preposto Organo di Vigilanza Federale svizzero. Nel corso dei 20 anni di attività siamo stati regolarmente oggetto di ispezioni, come previsto dalla legge federale, da parte dell’autorità di vigilanza di cui l’ultima lo scorso mese di maggio. Mai sono emerse o altrimenti appurate, anche solo a livello indiziario, situazioni come quelle indicate negli articoli in questione. Abbiamo sempre tenuto un comportamento specchiato e volto alla tutela di tutti i collaboratori in base anche alle loro eventuali e specifiche richieste ovvero collaborato con le Autorità svizzere e con i collaboratori stessi qualora fosse stato necessario chiarire determinate situazioni. Tanto era dovuto a titolo di onestà intellettuale. Casinò Admiral SA Mendrisio“
Replica del Corriere del Giorno:
- confermiamo parola per parola quanto raccontato e pubblicato nel corso della nostra inchiesta che continua senza alcun timore. Non abbiamo fatto alcuna illazione ma semplicemente raccontato dei fatti realmente accaduti dei quali siamo in possesso della documentazione probatoria.
- non abbiamo mai accusato nella nostra inchiesta il Casinò Admiral di “evasione fiscale, meritricio e riciclaggio” come da loro strumentalmente sostenuto.
- saremmo veramente curiosi di vedere la scheda cliente-giocatore di C.P. che il Casinò era tenuto a trasmettere agli organi di controllo della Commissione Federale svizzera sui casinò. Se il casinò ama la trasparenza e legalità, perchè non ce la fornisce ?
- Troviamo imbarazzante che il cliente-giocatore C.P. del Casinò Admiral fermato alla frontiera con 100 mila euro non denunciati e sequestrati dalla Guardia di Finanza di Como, lo stesso giorno sia stato ospitato dal Casinò Admiral in hotel a Mendrisio , nonostante i precedenti fatti accaduti alla loro ex-dipendente B.M. e da lei denunciati alla Polizia Ticinese. E’ così che il Casinò tutela (come millanta) i propri dipendenti , ospitandoli in hotel ?
- La “professionalità, serietà e competenza” autoreferenzialmente dichiarata dal Casinò Admiral dov’ erano finiti 8 anni fa, nel 2015, quando la Polizia di Stato italiana arrestò degli strozzini chiamati dalle vittime “i mangiapelle” che Imponevano un tasso di interesse del 10 per cento alla settimana che si attivava anche per prestiti di un solo giorno ? La banda era formata da 3 uomini e tre donne (di cui due coppie), di età compresa tra 38 e 40 anni. La loro base era nella Chinatown milanese e nel Casinò Admiral di Mendrisio dove agganciavano le vittime tra i giocatori in difficoltà. eppure ci risulta che il casinò di Mendrisio ha un sistema di video sorveglianza ed una sicurezza interna, che ni è mai accorta di nulla. Che strano…!
Il Casinò Admiral sostiene di aver avuto sempre un “comportamento specchiato e volto alla tutela di tutti i collaboratori in base anche a loro eventuali specifiche richieste”. Allora come mai la sera delle molestie sessuali ed aggressione allo loro dipendente B.M. , il Casinò Admiral ha impedito alla dipendente di chiamare la polizia ? E come mai il giorno dopo i gravi fatti accaduti, il cliente-giocatore C.P. ha avuto accesso al Casinò ed in seguito ospitato a loro spese in hotel ? E concludendo, come mai C.P. non può più accedere al Casinò Admiral ?
Il casinò attraverso i suoi legali italiani che pensano di intimorirci, sostiene che non sono “mai emerse o altrimenti appurate anche a solo livello indiziario, situazioni come quelle indicate negli articoli in questione“. Peccato per loro che ci siano testimoni (anche fra i dipendenti del Casinò), relativi ad un’indagine della Polizia Ticinese successiva ad una denuncia penale fatta dalla loro dipendente B.M. Così come l’organizzazione di usurai cinesi che sguazzavano nel Casinò Admiral sono stati arrestati dalla Polizia di Stato Italiana. Ma la “sicurezza”security” del Casinò cosa controllava, le gambe delle hostess ? E la Polizia Ticinese dov’era, cosa controllava ?
Concludendo se i fatti da noi raccontati non sono veri, come mai esistono delle attività legali non solo di B.M. ma anche di altri dipendenti (ed ex) che ci hanno contattato raccontato e documentato altre vicende ? Nei prossimi giorni la nostra inchiesta continua e parleremo la triste vicenda di un loro dipendente (da 20 anni) , che nonostante fosse un Rappresentante della Commissione Interna del Personale, era stato licenziato per qualche “prurito” della direzione risorse umane e di un responsabile della sicurezza del Casinò di Mendrisio. Quel povero dipendente disperato si è suicidato.
Un suicidio di cui parleremo nella prossima 3a puntata della nostra inchiesta giornalistica che va avanti senza alcun timore. Una vicenda che ha scosso tutto il personale del Casinò Admiral. Ma evidentemente non chi l’ha licenziato !
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