Antonio Maruccia, neo procuratore generale della Corte d’Appello di Lecce, fresco d’insediamento dopo la cerimonia di inaugurazione del nuovo anno giudiziario tenutasi a Lecce, con cui venerdì ha preso possesso del suo ufficio, ereditato dal pg uscente Giuseppe Vignola si è soffermato ampiamente sullo stabilimento siderurgico tarantino ed ha sottolineato la “colpevole assenza degli altri pubblici poteri”, conseguenza che ha portato a una “supplenza non cercata e men che meno voluta” da parte della magistratura, senza il cui intervento “i conti in Svizzera dei signori Riva sarebbero cresciuti e il cielo di Taranto sarebbe diventato più scuro”. Un passaggio più forte e intenso è stato per Alessandro Morricella, l’ operaio 35enne dell’Ilva di Taranto, deceduto dopo quattro giorni di agonia lasciando soli due bimbi piccoli e la moglie, dopo essere stato investito da una violenta fiammata mista a ghisa liquida mentre controllava l’altoforno. “Scusa, Alessandro, a nome delle istituzioni e della stessa comunità del lavoro, se non siamo riusciti a imporre prima del tuo sacrificio l’osservanza delle norme sulla sicurezza che avrebbero potuto salvarti la vita”.
Tra i momenti più emozionanti della cerimonia, il commosso omaggio reso dall’aula magna della Corte d’appello all’avvocato leccese Angelo Pallara, scomparso all’improvviso, nel maggio scorso, a 57 anni. Una standing ovation dedicata ad “un uomo straordinario – come lo ha ricordato Maruccia – un avvocato moderno che ha saputo inverare i valori alti della professione forense»., un avvocato moderno ” che ha saputo inverare i valori alti della professione forense”.
Sul fronte della criminalità organizzata Maruccia dopo aver rimarcato il fenomeno del consenso sociale perseguito dai clan, si è soffermato, sui punti di collegamento tra esponenti politici locali e criminalità mafiosa. “L’aggressione criminale alle amministrazioni comunali ritengo non sia tanto l’espressione di una maggiore pericolosità dei clan quanto l’espressione della debolezza dei Comuni e degli esponenti delle classi dirigenti locali, spesso isolate. È debole il tessuto sociale di solidarietà e di controllo democratico attorno alle istituzioni locali: una situazione che apre varchi facili alle infiltrazioni illecite”, ricordando le inchieste tarantine fra le quali ha messo in evidenza quella sulle tangenti nella Marina Militare e quella per i lavoratori esposti all’amianto. Ha parlato di una Procura “moderna e coesa” come quella di Brindisi, molto attiva in materia di tutela ambientale, che ha portato a galla – ha aggiunto il procuratore Maruccia – “l’aggressione a fini di speculazione anche da parte di poteri economici esteri” e contemporaneamente “ la fragilità delle amministrazioni locali nel salvaguardare il rispetto delle regole”. “Indagine modello” è stata quella sulle infiltrazioni mafiose a Cellino San Marco, lì dove l’attività illecita è continuata nonostante lo scioglimento del Consiglio comunale.
Ma per il neo-Procuratore Generale l’inquinamento criminale nelle istituzioni è presente anche a Lecce, elencando cinque Comuni: Lecce, Squinzano, Gallipoli, Acquarica del Capo e Parabita, su cui è all’opera la lente investigativa della magistratura antimafia. Nel Salento, “i clan continuano a mantenere segnali di interesse verso il territorio e ambiscono alla ricerca del controllo tramite il consenso”, operando soprattutto nell’estorsione e nel traffico di droga. Citando la scrittrice salentina Rina Durante, Maruccia ha detto che“occorre che il cielo di Lecce sia sempre meno indifferente tra i cieli d’Italia” . E’ una carta vincente una Procura che collabora con le istituzioni: esemplare quanto avvenuto nel settore dell’edilizia e urbanistica, con procedimenti dimezzati(433 nell’anno appena chiuso) rispetto a cinque anni fa e autodemolizioni fatte dagli stessi proprietari sui fabbricati abusivi, perché, con il progetto pilota elaborato dall’ex aggiunto Ennio Cillo, si è dimostrato che “la legalità conviene”.