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22 Novembre 2024 01:43

Lecce: Centro sportivo intitolato al poliziotto Antonio Montinaro, ucciso mentre scortava Giovanni Falcone

"Quando le comunità si sentono così coinvolte perché si sentono in dovere di riconoscere alla nostra gente di avere un’imperitura memoria, si realizza una cosa straordinaria. Con questo gesto, noi non abbiamo messo un cippo soltanto a ricordare nel tempo Antonio Montinaro, voi con questo gesto avete offerto un modello a tutti quelli che frequenteranno questa struttura"

ROMA – Il Centro sportivo polifunzionale di Lecce è stato intitolato alla memoria dell’assistente capo della Polizia di Stato Antonio Montinaro, il caposcorta del giudice antimafia Giovanni Falcone, rimasto ucciso nel tragico attentato di Capaci. La cerimonia si è svolta questa mattina alla presenza del capo della Polizia prefetto Franco Gabrielli, dei familiari di Antonio Montinaro e delle autorità militari, civili e religiose.

La città di Lecce ha intitolato ad Antonio Montinaro una struttura sportiva polivalente  alla presenza della famiglia del poliziotto salentino, da sempre residente a Palermo, e del Capo della Polizia di Stato , prefetto Gabrielli oltre che del vescovo di Lecce, monsignor Michele Seccia .

Il sindaco di Lecce  Carlo Salvemini, nel suo discorso ha ricordato  quando appena rientrato a casa dalla caserma dove svolgeva il servizio di leva militare,  accendendo il televisore, ebbe notizia dell’attentato di mafia. “Presi il telefono e in lacrime e chiamai mio padre Stefano“, che qualche anno dopo sarebbe diventato sindaco, proprio come lo è diventato lui recentemente.“Le bombe che uccisero questi uomini di Stato servirono a risvegliare nella pancia del paese l’indignazione e l’orgoglio dei cittadini, che si trovarono uniti, da Nord a Sud, contro il ricatto mafioso. Lo capimmo a partire dalle tristissime esequie – ha detto il sindaco Salvemini –   nelle quali, per la prima volta, l’Italia ebbe modo di conoscere la straordinaria passione civile di Tina Montinaro. È stata lei, con le sue parole, in quel buio disperato, a farci comprendere che era possibile raccogliere l’eredità di quelle vittime innocenti, indicandoci una luce da seguire”.

Il Sindaco Salvemini ha quindi spiegato che la scelta di realizzare questo impianto sportivo corrisponde ad una funzione sociale precisa: “Io vorrei che i ragazzi che entreranno in questa struttura per fare sport e per condividere dei momenti di svago si sentissero in sintonia con la figura di Antonio, che era un ragazzo come loro. Mi piace molto l’idea che il nome di questo nostro illustre conterraneo verrà pronunciato per darsi appuntamento per una partita, per un allenamento, per un evento sportivo. Perché la funzione che vogliamo assegnare al Centro Polifunzionale Montinaro è proprio quella di offrire opportunità di crescita sana a tanti ragazzi. Peraltro l’impianto è posto a cavallo di quartieri che ancora possiamo definire difficili, nei quali gli spazi di socialità sono ridotti e più alto è il rischio di dispersione, di apatia. Antonio sarà con noi in questa piccola opera di inclusione ai valori della cittadinanza attraverso lo sport. A noi è sembrato un bel modo per onorare la sua memoria e proseguire i valori che lo hanno portato a servire in maniera così onorevole il proprio paese”.

 

Durante la cerimonia è stata scoperta, oltre alla targa di intitolazione, anche una gigantografia con l’immagine di Montinaro ripreso in un momento della sua vita professionale.

Giovanni Montinaro, figlio del caposcorta  Antonio, durante il suo intervento, ha ringraziato le autorità che hanno permesso di ricordare suo padre dedicandogli una struttura dove i giovani potranno allontanarsi da realtà difficili.

Giovanni Montinaro

Giovanni che è il figlio più piccolo di Antonio Montinaro, venne chiamato Giovanni per l’ammirazione che suo padre e sua madre avevano nei confronti del giudice Falcone, ha apprezzato e colto  l’intenzione di associare la memoria e l’esempio del padre a un luogo che può servire a tenere lontano i ragazzi dalle tentazioni della strada e che ha rinnovato il forte legame tra la famiglia Montinaro e la terra natia del padre.

Commovente un passaggio dedicato dal giovane Montinaro a Antonio Fumarulo, il 38enne dirigente della Regione Puglia che si occupava di antimafia e di politiche migratorie, stroncato in casa all’improvviso nell’aprile scorso da un malore .

Il capo della Polizia Franco Gabrielli, nel ricordare la figura di Antonio Montinaro e ringraziando l’amministrazione comunale, nel suo intervento  ha detto che “Quando le comunità si sentono così coinvolte perché si sentono in dovere di riconoscere alla nostra gente di avere un’imperitura memoria, si realizza una cosa straordinaria. Con questo gesto, noi non abbiamo messo un cippo soltanto a ricordare nel tempo Antonio Montinaro, voi con questo gesto avete offerto un modello a tutti quelli che frequenteranno questa struttura”. Il capo della Polizia ha anche ricordato che “chi sceglie la divisa è consapevole di correre dei rischi, che sono quasi sempre generici, con una percentuale bassa di possibilità di tramutarsi in eventi tragici. Ma Montinaro e i suoi colleghi sapevano perfettamente il rischio cui andavano incontro e che le probabilità erano molto alte” ringraziando  la città di Lecce .

Con questo gesto non abbiamo soltanto un cippo – ha concluso Gabrielli – o una via di un borgo sperduto, ma avete offerto un modello”.

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