di Federica Gagliardi – Una vera e propria sex-bomba che sta tenendo in fermento la Camera dei deputati ma questa volta per questioni di gossip extra politico . Tutti cercano di scoprire e conoscere le identità del deputato della Lega e della giovane collega (dicono) campana del Movimento 5 Stelle scoperti a fare sesso nei bagni al quarto piano di Montecitorio. L’involontario testimone ha raccontato a qualcuno quanto aveva visto ed in breve tempo l’indiscrezione ha fatto il giro di tutto il parlamento, divenendo addirittura argomento di discussione e curiosità tra tutti i politici.
Qualche giorno fa la collega Romana Liuzzo così scriveva per ilGiornale, : “Hot toilette alla Camera. E non per i riscaldamenti accesi da poco. Nei giorni scorsi sono stati sorpresi in un incontro piuttosto ravvicinato un deputato leghista e una collega che non passa inosservata del M5s. Ovviamente ne conosciamo i nomi; non li facciamo perché la privacy è un diritto. Tanto più che non si parlava di politica, anzi non si parlava proprio”.
Da lì, è partito di fatto il gossip e il toto-nomi. Secondo Franco Bechis, nuovo direttore del quotidiano romano Il Tempo, adesso a Montecitorio non si parla d’altro. E in un pezzo sul quotidiano, a firma Fosca Bincher (pseudonimo notoriamente usato da anni del direttore), si legge: “Tutti conoscevano i nomi della coppia, e ognuno dava giudizi un po’ a casaccio fornendo i particolari dell’ incontro: ‘Due bei ragazzi entrambi, mori, alti. Travolti da una insolita passione, tanto da non potere tergiversare rifugiandosi in un bagno del quarto piano, dove il rischio è altissimo perché c’ è il continuo viavai delle commissioni...'”. Secondo il quotidiano diretto da Bechis, il capogruppo pentastellato, Francesco D’Uva, avrebbe “inviato un sms ai suoi dai toni imperiosi, vietando a chiunque di parlare con i giornalisti della vicenda”.
La legislatura del cambiamento magari non inciampa sui soldi ma il sesso resta un punto debole: decrescita sia ma non del tutto infelice. D’altronde, i precedenti militano a favore della concezione della toilette come zona franca, rispetto alla quale fare o dire cose fuori dall’ortodossia istituzionale. Basti pensare al ‘caso’ Vladimir Luxuria o alla svastica disegnata su una porta. Risale al 2006 la prima vicenda che fa salire la temperatura nei bagni di Montecitorio: non per una vampata di lussuria ma per un attacco a Luxuria, intesa come Vladimir, deputata Prc e transessuale, da parte di Elisabetta Gardini all’epoca portavoce di Forza Italia.
Vladimir si era recata nella toilette delle donne, e alla deputata forzista la scelta non andò giù: “Questo è il bagno delle donne e tu non ci puoi stare”. Luxuria all’inizio pensò ad uno scherzo e invece era tutto reale. Ne scaturirono persino dibattiti sull’opportunità di installare anche i servizi ‘transex’ e il socialista Lucio Barani presentò persino un’interrogazione.
Nel marzo 2017, invece, al centro della scena finirono le tracce di cocaina ritrovate nei bagni di Montecitorio, secondo le rivelazioni del ‘Fatto quotidiano‘, che riuscì a fare delle rilevazioni sulle mensole, in una giornata di votazioni. In questo, per la verità, i Palazzi non sembrano variare a seconda delle latitudini, se è vero che anche alla Camera dei Comuni e al Bundestag si sono registrati casi analoghi. E’ del 2006 l’inchiesta delle ‘Iene‘ che riuscì a fare i rilevamenti sugli onorevoli, usando le tracce lasciate sui tamponi del trucco per le interviste in trasmissione. Ne nacque una scia di polemiche che portò anche agli ‘onorevoli’ test sui capelli dei parlamentari, a volte esibiti come trofeo nei loro risultati negativi.
La battuta rimasta storica fu quella di Daniele Capezzone: “Se un cane antidroga si presenta a Montecitorio gli va in tilt il naso“. E dire che il suo ex leader, Marco Pannella, fu condannato per aver distribuito hashish alla Camera… Ma i tempi cambiano, o tornano, a seconda delle aspirazioni (qui però la droga non c’entra): sempre nel bagno della Camera, appena otto mesi fa, ha destato scalpore la svastica disegnata su una porta. Prontamente rimossa, ma che on line non conosce diritto d’oblio.
E a proposito di gossip che sta travolgendo la curiosità dei deputati in Parlamento , il giornalista Emilio Carelli ora deputato, uno dei rappresentati del M5S alla Camera, avrebbe detto: “Sono sempre l’ ultimo ad accorgermi di queste cose. Sto ore in commissione a lavorare e non vedo e non sento nulla anche se avviene a pochi metri da me”.
Secondo un deputato leghista, invece, l’onorevole che è stato scoperto da quando l’episodio è sulla bocca di tutti, sarebbe diventato alquanto schivo . “In effetti ho notato che l’ indiziato da giorni è nervoso, intrattabile. Non si ferma alle riunioni, parla sempre freneticamente al telefonino con qualcuno, e preferisce stare solo come prima non accadeva”. Alcuni deputati del Pd, visto l’accaduto, si sarebbero divertiti a prendere in giro i partiti coinvolti. Ettore Rosato, vicepresidente della Camera, avrebbe commentato: “Finalmente un buon modo, da parte degli esponenti della maggioranza, di utilizzare il tempo qui dentro. Ce ne fossero tanti così, farebbero meno guai”.
E a sapere meglio di altri chi sono i “due amanti” sarebbe una deputata del PD: “Chiedete ad Alessia Morani, lei sa ogni particolare”. Ma al momento né lei nè altri si lasciano andare a rivelazioni sui nomi. La privacy regna sovrana. E non manca chi coglie l’occasione per fare battute di spirito parlando di “una riunione di gabinetto” o di un modo per rinsaldare i rapporti tra i due partiti…
Secondo un sondaggio pubblicato sul quotidiano francese La Tribune un europeo su due ha avuto una storia con un o una collega. Un altro, intavolato da un servizio di appuntamenti britannico, Singles Elite, ha invece confermato come il 56 per cento delle donne e il 61 degli uomini abbiano la mente intasata di fantasie sessuali verso i colleghi. Fantasticherie spesso messe in pratica tramite neanche troppo furtivi flirt. Insomma, elementi che confermano le più popolari immaginazioni erotiche, a dire il vero in particolare maschili: quelle del fast sex in ufficio, della scappatella lavorativa (quando uno dei due è sposato o fidanzato), del breve ma passionale rapporto consumato nascosti in uno sgabuzzino o affidandosi a orari poco frequentati.
Conclusa quest’analisi strategica, c’è da individuare il luogo: qual è il migliore? Dipende. Per i maschi c’è in vetta il ripostiglio o comunque la stanza dell’archivio. Si tratta di un posto con una porta spesso fornita di chiave. Occhio però a non chiudervi dentro altrimenti dovrete affidarvi agli addetti delle pulizie. Al secondo posto c’è la sala conferenze: tanto piena in certi momenti quanto deserta in altri. Terza piazza per il proprio ufficio o per il proprio spazio negli open space. Curiosamente, il bagno arriva solo in quarta posizione (troppo via vai), precedendo l’ascensore (ultrafast), la scrivania (non si è capito bene di chi, forse del capo) e l’area fumatori (ma dopo serve una doccia).