di Antonello de Gennaro
Il comandante di una nave che affonda è notoriamente sempre l’ultimo a lasciare la nave. Nel caso della Nazionale italiana, vedere ieri il Ct Giampiero Ventura scappare dai microfoni e taccuini è stata la conferma della “pochezza” di questo tecnico, che di calcio internazionale ha dimostrato di non avere alcuna conoscenza e competenza.
Un grande “grazie” ed onore al merito dobbiamo darlo a quel grande uomo, campione e sportivo che è Gigi Buffon, che come al solito ci ha messo la faccia, il carisma, e ieri purtroppo anche le lacrime. E’ un vero uomo chi piange e non si vergogna di mostrare il proprio dolore. Non lo è al contrario chi si nasconde. La sconfitta italiana chiude il ciclo in Nazionale di un grande campione, che probabilmente a fine stagione indossando la maglia della sua “amata ” Juventus, lascerà purtroppo il calcio giocato .
La vera colpa dell’eliminazione dai “Mondiali” non è quella di Ventura, ma di chi lo ha chiamato sulla panchina italiana, e quindi parliamo di Carlo Tavecchio attuale presidente della FIGC e della pletora di portaborse, affaristi e ruffiani di cui si circonda. Non si rinuncia ad un grande tecnico come Antonio Conte, per prenderne uno a spasso, per risparmiare qualche centinaio di migliaia di euro, in un mondo dove girano sponsors e milioni di euro come noccioline. Adesso la Federazione ha bisogno di una rivoluzione interna. Di un rinnovamento dirigenziale, tecnico e calcistico. Prendere un esempio, non equivale a copiare, o ad ammettere di avere sbagliato a non fare altrettanto. Ed in Europa ne abbiamo due: la Spagna e la Germania, due nazioni dove il movimento calcistico, le società, le federazioni investono sui vivai, sulla preparazione dei giovani calciatori. Ed i risultati sono da anni ed anni sotto gli occhi di tutti.
Occorre un progetto nuovo, diverso, guidato da un c.t. a cui affidare per un lungo periodo le sorti della nazionale. In Germania Joachim Löw è alla guida della Nazionale tedesca in panchina dal luglio 2006. Cioè da 11 anni dopo essere stato il secondo di Klinsmann nel biennio 2004-06, in cui la Germania ottenne il terzo posto ai Mondiali. In Italia abbiamo avuto un caso simile: quello di Carlo Ancellotti che dopo aver fatto da 2° in panchina ad un signore che si chiama Arrigo Sacchi ai Mondiali in USA, ha sviluppato una carriera piena di successi nazionali ed internazionali in mezzo mondo. Ma la FIGC non lo ha saputo apprezzare abbastanza, affidandogli la Nazionale e sopratutto un progetto “serio” degno di essere definito tale.
Un mea-culpa lo devono fare però anche i vertici delle società calcistiche di seria A, i direttori sportivi, gli allenatori , i procuratori, che pensano sempre e solo al lato “mercenario” di questo sport, facendo arrivare in Italia barconi di calciatori migranti, spesso super valutati e pagati, che alla fine si rivelano sovente dei veri e propri “bluff” . E’ dal vivaio italiano che sono usciti i vari Buffon, Chiellini, Barzagli, Bonucci, Marchisio, Del Piero, Maldini, Totti, De Rossi, Inzaghi, Tardelli, Cabrini, cioè quei giocatori che ci hanno fatto amare il calcio sin da quando eravamo bambini, che ci hanno fatto piangere di gioia quando alzavano al cielo le coppe internazionali e mondiali che hanno vinto con la maglia azzurra.
Occorre creare una vera propria “casa” sempre attiva del calcio italiano, disegnare i campionati, prevedere delle soste necessarie per far allenare più spesso la Nazionale, farle giocare amichevoli, testarla, amalgamarla. E’ arrivato il momento di ringraziare e mandare in pensione i “senatori” in campo ed affidare la panchina ad un allenatore che abbia indossato la maglia azzurra, e che quindi riesca a capire quanto valga quella maglia per tutta la Nazione, per i tifosi italiani in tutto il mondo che l’amano come una seconda pelle cucita addosso. È così difficile pensare di poter realizzare qualcosa del genere? Per realizzare qualcosa di nuovo, adesso, però innanzitutto bisogna far sloggiare la politica dallo sport, rottamare chi siede ai piani alti della Federazione, dove proprio per la sua inesperienza, da lassù, non ha mai visto bene la “partita” che si stava giocando, dopo l’uscita di Antonio Conte.
L’ eliminazione della nostra Nazionale dai Mondiali di Russia potrebbe rivelarsi incredibilmente più importante di una vittoria di un “Mondiale”, e potrebbe essere quanto mai utile se non fondamentale al fine di riprogrammare l’intero movimento calcistico. A cominciare dai campionati professionistici composti da troppe squadre, dalla presenza dei troppi stranieri, dalla mancanza di un salary-cup (tetto per gli ingaggi) come nel basket professionista USA dell NBA, dalla scarsa fiducia concessa alle nostre giovani speranze, dall’invadenza delle televisioni ed opinionisti da un tanto al chilo…. e dalla moltitudine di calciatori e procuratori arricchitisi a dismisura, con ingaggi e contratti straripati ormai ben oltre il senso della morale condivisa.
Guardiamo per questo con nostalgia al passato, agli anni in cui le formazioni delle squadre del cuore le imparavamo a memoria, come una poesia; cosa adesso impossibile, vista la rotazione impressionante dei calciatori e di come le singole squadre italiane siano ormai prive di uomini bandiera. Salvo un’unica eccezione, che non a caso fa il bello ed il cattivo tempo in Italia: la Juventus.
Dove i dirigenti investono sul vivaio e basta vedere che LA Nazionale Under 21 è composta da giocatori di proprietà del club bianconero. Una società dove è più importante l’uomo-calciatore, il suo stile di vita, che il suo modo di giocare.
Come poteva l’anonimo Tavecchio ex- presidente della Lega Dilettanti, che di calcio professionistico non sa e non capisce nulla, uno che se la prendeva con “Opti Poba, che prima mangiava le banane e adesso è venuto qua e gioca titolare”….. , un vero e proprio pupazzo “pilotato” dietro le quinte da Lotito, portarci ai Mondiali con in panchina un allenatore così modesto come Giampiero Ventura ?