di Giandomenico Amendola
Dovremmo ormai essere abituati a tutto ma la vicenda di Francesco Spina, sindaco di centro di Bisceglie con il Pd all’opposizione, arruolato da Emiliano nella sua legione straniera perché gli trovi candidati ed alleati nella BAT colpisce pesantemente. Il vecchio trasformismo, che ha da sempre segnato la politica meridionale, fa ormai quasi tenerezza non tanto per i piccoli numeri di allora quanto per il pudore con cui all’epoca avvenivano i cambi di casacca. Nei casi più eclatanti, diventati sempre più numerosi soprattutto a partire dagli anni ’90 , si tirava in ballo la crisi ideologica che veniva presentata, con contorte argomentazioni, come una folgorazione sulla Strada di Damasco. Si dimenticava, allora come oggi, che Paolo cadde da cavallo mentre i suoi più furbi adepti si sentono folgorati per restare in sella.
Oggi, si cambia partito con la stessa noncuranza con cui si sceglie tra una pizza alla romana ed una margherita. Ciò che importa è andare con il vincitore. Il motto “o Franza o Spagna, purché se magna” attribuito al Guicciardini, sembra aver trovato dopo cinque secoli piena cittadinanza in Puglia. Ennio Flaiano, che di Italiani se ne intendeva, parlava dell’antico vizio di correre in soccorso del vincitore. Corrono in folla quando il vincitore – come nel caso delle regionali pugliesi – sembra ormai certo.
A destra, infatti, sembrano ormai rimaste solo macerie, ciò che Forza Italia offre è l’immagine di una città alla Beirut semidistrutta dalla guerra civile. Malgrado una vittoria quasi certa, il candidato di quello che per comodo può ancora chiamarsi centro sinistra continua gli arruolamenti di massa senza alcun filtro né personale né ideale. Il comune denominatore è EX, ex Udc, ex Forza Italia, ex Centro democratico. Ci sono anche gli ex al quadrato, quelli cioè che hanno attraversato quasi tutti i partiti. Su qualcuno che ha anche attraversato le aule giudiziarie è in corso un dibattito.