ROMA – Il partito Liberi e uguali (LeU) partito nato lo scorso 3 dicembre dalle idee politiche della coppia Boldrini-Grasso , che hanno cavalcato la diaspora del Pd e dal commiato pre-elezioni cui ha dato seguito Pietro Grasso, all’epoca evidentemente fiducioso e ottimista sull’affermazione elettorale che invece, il 4 marzo. Ma l’aspettativa non c’è stata e LeU non è arrivato a spegnere neanche la prima candelina durando meno di un anno.
Nessuno in realtà ha mai capito obiettivi e programmi di Leu la cui creazione ha però consentito la riconferma in Parlamento di Pietro Grasso, di Laura Boldrini e di pochi altri parlamentari (14 deputati e 4 senatori) sopravvissuti alle elezioni dello scorso 4 marzo, quando il partito, che nasce da una costola del Pd e dagli ex-adepti di Sel-Vendola raccolse a malapena il 3,3% dei voti.
Una storia già scritta segnata dal post voto. Pier Luigi Bersani fu eletto alla Camera, Massimo D’ Alema venne “trombato” (cioè) non eletto al Senato nel suo collegio elettorale pugliese ritenuto “sicuro“… Arrivarono subito le prime defezioni ed in molti abbandonarono il partito. Il primo a lasciare fu Pippo Civati che, mancata la sua rielezione alla Camera, criticò la neonata creatura politica e se ne andò.
Anche Laura Boldrini subito dopo la rielezione in Parlamento, ha iniziato ad allontanarsi da Leu e di recente ha annunciato la formazione di una lista progressista e europeista. Soltanto Pietro Grasso ha cercato di tenere unito il partito, ma di fatto nessuno sembra averlo seguito. Ora tutti cercano di allontanarsi, senza però aver spento la candelina. E’ la politica, bellezza