L’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano attraverso il suo legale ha depositato ai magistrati della procura di Roma una denuncia contro l’imprenditrice Maria Rosaria Boccia, la bionda quarantunenne di Pompei al centro del caso mediatico della sua nomina-fantasma a consulente del ministro per i grandi eventi che ha, di fatto, costretto l’allora titolare della Cultura spinto dalle polemiche sollevate dall’opposizione alle dimissioni, dopo aver ammesso che la relazione tra lui e la donna era di natura sentimentale. Il fascicolo di indagine sarà coordinato dal procuratore Francesco Lo Voi al quale spetterà aprire il fascicolo e procedere a iscrivere nel registro degli indagati la 41enne di Pompei, che, ieri in serata, non aveva commentato direttamente la notizia, pubblicando però negli stessi minuti in cui è arrivata la notizia del deposito dell’esposto due storie su Instagram fatte a due passi da Montecitorio, dove ormai non può più entrare.
Sangiuliano aveva già annunciato la sua iniziativa legale e la sua intenzione era stata confermata dall’avvocato dell’ex ministro, Silverio Sica, che aveva spiegato di essere già al lavoro su un esposto-denuncia. Denuncia così annunciata che sul punto Maria Rosaria Boccia non aveva mancato di replicare piccata tanto per cambiare sui suoi profili social: “Le denunce non si minacciano, si fanno, e queste continue minacce hanno il sapore di un’estorsione“. Peccato che la Boccia, a digiuno anche di materia legale, non sappia che secondo la Corte di Cassazione, annunciare una denuncia non è un reato.
Adesso la difesa legale di Sangiuliano è partita, ed il suo avvocato Silverio Sica si chiude nel massimo riserbo dichiarando di non voler “né confermare né smentire” il deposito della denuncia né il reato in essa contenuto ed ipotizzato a carico della Boccia. Nelle scorse settimane Sica aveva comunque chiarito di voler allegare all’esposto “anche una serie di documenti che dimostrano l’assoluta correttezza della condotta del mio assistito fornendo anche una ricostruzione cronologica dei fatti”.
In merito all’ipotesi di reato commesse dalla Boccia, il penalista salernitano aveva ricordato come Sangiuliano sarebbe stato oggetto di “pressioni illecite” da parte della “bionda di Pompei”, ed infatti anche la denuncia depositata alla procura di Roma si limiterebbe cautamente a rimarcare le indebite pressioni esercitate dalla donna all’ormai ex ministro, una indicazione per gli inquirenti che sembrerebbe suggerire implicitamente alla procura di Roma di indagare la Boccia per tentata estorsione e/o, nel caso in cui venisse provato che i dati personali di Sangiuliano siano stati trattati o divulgati da Boccia senza il consenso dell’interessato, anche per violazione della privacy o per diffusione illecita di corrispondenza privata. Reati non indifferenti.
La procura di piazzale Clodio ha aperto anche un fascicolo per peculato e rivelazione e diffusione di segreto d’ufficio che chiama in causa il giornalista rientrato in Rai , a seguito della strumentale denuncia presentata al posto di polizia della Camera dei deputati dal portavoce dei Verdi, Angelo Bonelli come sempre alla continua ricerca di visibilità. Il fascicolo è destinato ad essere trasmesso al tribunale dei ministri, considerando la carica di ministro ricoperta da Sangiuliano fino alle dimissioni .
Sulla vicenda Sangiuliano-Boccia, è stato aperto anche un fascicolo dalla procura regionale della Corte dei Conti del Lazio. I magistrati, coordinati dal procuratore regionale Paolo Luigi Rebecchi, sono al lavoro per verificare eventuali profili di danno erariale.