L’ex presidente americano, Donald Trump, è sotto indagine per potenziali violazioni dell’Espionage Act e di altre leggi relative all’intralcio alla giustizia e alla distruzione dei documenti riservati del governo federale. È quanto emerge dal mandato di perquisizione presentato lunedì dagli agenti dell‘Fbi che hanno perquisito la casa di Trump a Mar-a-Lago.
![](https://www.ilcorrieredelgiorno.it/wp-content/uploads/2022/08/Schermata-2022-08-13-alle-13.34.09-720x346.png)
L’indagine è incentrata sul fatto che quando Trump ha lasciato la Casa Bianca, ha portato con sé delle scatole contenenti documenti. L’Archivio Nazionale ha cercato per mesi di recuperare il materiale, per acquisire ciò che per legge avrebbe dovuto essere conservato negli archivi federali. Quando quest’anno gli archivisti hanno recuperato 15 scatole, hanno scoperto diverse pagine di materiale classificato e hanno segnalato la questione al Dipartimento di Giustizia. In seguito i funzionari si sono convinti che altro materiale classificato fosse rimasto a Mar-a-Lago. Mesi prima che l’FBI entrasse a Mar-a-Lago, Trump aveva ricevuto un mandato di comparizione a cui non avrebbe dato seguito. Secondo il New York Times alcuni dei documenti sequestrati erano così sensibili e legati alla sicurezza nazionale che il Dipartimento di Giustizia ha dovuto agire.
Il mandato di perquisizione firmato dal giudice federale Bruce Reinhart venerdì 5 agosto ma gli agenti dell’Fbi hanno aspettato fino a lunedì per intervenire, si legge. Il giudice, in particolare, ha autorizzato gli agenti del Fbi a perquisire quello che viene chiamato ’45 Office’ e “tutte le altre stanze o aree” a Mar-a-Lago che erano a disposizione dell’ex presidente Trump e del suo staff per conservare scatole e documenti. Nel mandato la residenza di Trump è descritta come una villa con circa 58 camere da letto, 33 bagni, su una tenuta di 17 acri.
In particolare, il mandato di perquisizione della residenza dell’ex presidente pubblicato su ordine del giudice statunitense Bruce Reinhart, ha autorizzato l’Fbi a sequestrare materiali che potrebbero costituire la prova che Trump ha violato l’Espionage Act e le disposizioni sull’intralcio alla giustizia. L’ FBI stava cercando prove sul fatto che la cattiva gestione di documenti riservati da parte di Trump, inclusi alcuni contrassegnati come top secret, costituisse tre tipologie di reato.
FBI_TrumpTrump, documenti sequestrati da Fbi erano declassificati
I documenti sequestrati nel resort in Florida dell’ex presidente Usa, Donald Trump, “erano tutti declassificati” e dunque non più top secret. Lo ha dichiarato lo stesso Trump in un post pubblicato sulla sua piattaforma social, Truth. “Primo punto – ha scritto Trump – erano tutti declassificati. Secondo, non avevano bisogno (gli agenti dell’Fbi, ndr) di sequestrarli. Potevano averle senza politicizzare e fare irruzione a Mar-a-Lago. I documenti erano in un posto sicuro, con una sicura aggiuntiva messa su loro richiesta“.
Tra i documenti sequestrati ci sarebbero, secondo il dipartimento Giustizia, segreti riferiti alla sicurezza nucleare del Paese e informazioni sulla Francia. Trump, secondo i media americani, rischia di essere incriminato per violazione della legge che regola i casi di spionaggio. Le ricevute del mandato sono state firmate dall’ex avvocato del presidente Trump Christina Bobb che secondo quanto riferisce la Cnn si è lamentata del fatto che a lei e ad altri avvocati di Trump non è stato permesso assistere alla perquisizione.
Trump ha poi accusato il suo predecessore Barack Obama di aver portato a Chicago 33 milioni di pagine di documenti riservati, ma gli archivi nazionali e registri dell’amministrazione (Nara) hanno smentito Trump, dichiarando di avere l’esclusiva custodia legale e fisica di tutti i documenti della presidenza Obama, come vuole la legge. Circa 30 milioni di pagine di documenti non classificati si trovano a Chicago, mentre tutti i documenti classificati sono a Washington.