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22 Luglio 2024 13:47
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L’ex procuratore di Taranto Franco Sebastio è morto

Da magistrato ha guidato numerose indagini dedicando gran parte delle sue battaglie alla lotta all’inquinamento. Tarantino di nascita, a vent'anni ha cominciato la sua carriera da cancelliere . Quindi il concorso in magistratura con una lunga carriera cominciata da pretore. Nell'82, proprio da pretore di Taranto, arrivò la prima sentenza "storica" contro i responsabili del siderurgico che all'epoca di chiamava Italsider.
di Antonello de Gennaro

Franco Sebastio, ex procuratore capo della città di Taranto si è spento. 80 anni , era ricoverato nell’ ospedale Taranto Nord “Moscati” da qualche giorno, ma è deceduto poche ore fa. Ha guidato numerose indagini dedicando gran parte delle sue battaglie alla lotta all’inquinamento. Era presidente del Consiglio di amministrazione della Ladisa ristorazione e della Ledi srl, società editrice del quotidiano interregionale “L’Edicola del Sud”. Sebastio, tarantino di nascita, a vent’anni ha cominciato la sua carriera da cancelliere , quindi il concorso in magistratura con una lunga carriera cominciata da pretore. Nell’82, proprio da pretore di Taranto, arrivò la prima sentenza “storica” contro i responsabili del siderurgico che all’epoca era dello Stato e si chiamava Italsider.

Tra le tante inchieste che Franco Sebastio, ex procuratore capo di Taranto ha seguito nella sua lunga carriera c’è quella sull’omicidio della 15enne Sarah Scazzi, avvenuto ad Avetrana nell’agosto 2010. Circa un anno fa, Sebastio è stato tra i protagonisti della docu-serie “Sarah, la ragazza di Avetrana trasmessa su Sky. “Io ho lavorato nell’amministrazione della giustizia per oltre 50 anni e sono andato in pensione a quasi 74 anni. Questo episodio non rientra nella categoria degli episodi più efferati che io ho dovuto trattare. Come le ho detto prima si è trattato di un omicidio di una ragazzina brutto da un punto di vista morale, etico, ma stranissimo è stato l’ambiente nel quale si è sviluppata questa vicenda. Noi inquirenti ci siamo trovati di fronte ad una complessità di personaggi, a volte anche inquietanti da un punto di vista umano. È stato un caso difficile da trattare ma tutto sommato ne ho viste anche di peggio” concludeva Franco Sebastio.

Sebastio ricordava in quell’intervista un processo estremamente difficile. C’era una persona che prima aveva confessato l’omicidio, poi si si era dichiarata innocente, poi era tornata ad accusarsi – raccontava -. La vicenda ha rappresentato quasi un fatto unico nella storia processuale italiana degli ultimi 50 anni. Dal punto di vista professionale tutto ha funzionato perfettamente. Non ha funzionato invece il contorno sociale e non c’è da prendere in considerazione solo la stampa ma anche il clamore popolare. Io ricordo che non potevamo muoverci perché ci trovavamo circondati da una marea di persone. Per non parlare del turismo. Si verificò infatti una cosa incredibile. Persone che si spostavano da tutte le parti d’Italia per andare a vedere la casa e la villetta coinvolte nell’omicidio. Insomma non ha funzionato l’aspetto più civile di una società civile, mi perdoni il gioco di parole“.

Andato in pensione come magistrato si era candidato a Sindaco di Taranto con una sua coalizione di liste civiche non venendo eletto, ma venne convinto dal governatore della Regione Puglia Michele Emiliano a sostenere la candidatura dell’attuale sindaco Rinaldo Melucci, di cui è stato assessore alla legalità per alcuni mesi nel corso della 1a consiliatura, andando dopo breve in rotta di collisione per alcune posizioni della Giunta Melucci che non condivideva.

“Dopo il primo turno delle Amministrative, – raccontò Sebastioil mio amico e collega Michele Emiliano mi ricontattò, chiedendomi di sostenere il candidato sindaco Rinaldo Melucci. Quando gli parlai mi conquistò il suo entusiasmo. Pensai che questo giovane, che non era un politico di professione, potesse dare una speranza alla mia città e a me stesso, alla mia età. Decisi così, di non restare alla finestra ed offrire il mio contributo“.

Franco Sebastio, a distanza di qualche giorno dalla revoca dell’incarico di assessore alla Cultura, Legalità ed Attuazione del programma, così raccontava ai giornali locali le tappe della sua esperienza di amministratore cittadino, spiegando che “La richiesta di dimissioni è giunta assolutamente inaspettata. Sono stato avvisato delle intenzioni del sindaco Melucci da lui stesso. Mi ha chiamato e mi ha fatto presente che aveva problemi di carattere politico per la composizione della sua maggioranza e che, quindi, aveva necessità di disporre del mio incarico. È anche quanto, in maniera più forbita ed elegante, ha detto nel suo comunicato stampa. Dopo questa comunicazione mi ha chiesto se intendessi dimettermi oppure se dovesse procedere lui con la revoca“. e continuò “cadendo dalle nuvole, ho detto che avrei voluto pensarci. Nella stessa serata, però, mi è stato comunicato che aveva firmato il provvedimento di revoca dell’incarico“.

Sebastio raccontava di aver accettato l’incarico di assessoreanimato esclusivamente dal desiderio di fare qualcosa di utile per la mia città e questo mi ha portato in questi mesi anche a trascurare le mie attività professionali. Questo è il primo motivo di delusione. Non mi aspettavo di essere trattato in questa maniera. Fino al giorno prima della richiesta di lasciare l’incarico si erano instaurati rapporti cordialissimi, affettuosi e di rispetto reciproco. Avevo davvero la sensazione di essere impegnato in qualcosa di utile per la mia città. Sono, quindi, deluso per la perdita di questo rapporto umano e professionale“.

“In questi mesi sono intervenuto numerose volte” raccontava Sebastioper approfondire questioni o bloccare appalti, ma è stato un lavoro silenzioso. Mi interrogo sull’epilogo di questa vicenda e, con la forma mentis del magistrato, prendo in considerazione tutte le ipotesi. Per cinquant’anni sono stato un magistrato definito “super attivo” e mi chiedo se, forse, tale attivismo possa aver creato qualche preoccupazione all’interno o all’esterno. Mi chiedo se, anche in ambienti fondamentalmente corretti come quelli che ho frequentato negli ultimi mesi, il fatto di vedere che mi interessavo di determinate questioni abbia potuto creare qualche preoccupazione. E fu lì che Franco Sebastio decise di mettere fine alla sua esperienza politica.

Confesso e faccio ammenda di essere stato eccessivamente critico nei confronti di Franco Sebastio negli ultimi anni del suo incarico di procuratore capo a Taranto, salvo poi conoscerlo meglio e diventarne amico e custode negli ultimi tempi di molte sue confidenze e confessioni. Devo riconoscergli (e non certamente per convenienza o in ritardo) il suo grande rispetto che ha sempre manifestato per la libertà di stampa. Diceva :”un magistrato non deve mai querelare un giornalista. La libertà di stampa è l’ossigeno della nostra democrazia” ed il suo “credo” per una giustizia giusta.

Rammarico per la scomparsa di Franco Sebastio espresso dall’ onorevole Dario Iaia (Fratelli d’Italia), avvocato penalista del Foro di Taranto che lo ricorda come un “uomo serio ed equilibrato” che “ha sempre mostrato grande capacità e competenza professionale, oltre che doti umane ed esemplari. Ha diretto il Tribunale di Taranto con determinazione e dando un forte impulso anche alle indagini più delicate e complesse – prosegue Iaia -. Di lui resterà non solo il ricordo ma i tanti risultati conseguiti sul campo, in nome della Giustizia, che è stata il suo faro e la sua guida“.

“La notizia del decesso di Franco Sebastio, ci addolora profondamente. L’ex Procuratore della Repubblica di Taranto è stato e sarà sempre un simbolo di giustizia e legalità per questa comunità“. Così il deputato pugliese del Partito democratico, Ubaldo Pagano, ricorda la figura di Sebastio. “Indelebile – afferma – resterà il suo instancabile impegno per questa città e per il bene dei tarantini. Oggi Taranto piange un magistrato che non si è mai rassegnato a considerare i tarantini figli di un Dio minore sacrificati sull’altare della produzione industriale siderurgica nazionale. A lui dobbiamo molto e nel suo ricordo continueremo a portare avanti le sacrosante battaglie in difesa dei diritti di Taranto e dei tarantini“, conclude Pagano.

“Taranto e la Puglia hanno perso un Uomo straordinario, competente, coraggioso e dotato di una grande umanità. Le sue inchieste, nel corso di una lunga e luminosa carriera, hanno restituito verità e giustizia seguendo per anni il dramma dell’inquinamento ambientale determinato dall’Ilva a Taranto ed altre importanti inchieste. Franco Sebastio era una figura di riferimento dell’intera società tarantina e pugliese e ci mancherà tanto. Alla famiglia, ai colleghi e a tutti coloro che gli vogliono bene va il cordoglio della Regione Puglia e quello mio personale”. Sono le parole del presidente della Regione Puglia Michele Emiliano per la scomparsa del magistrato Franco Sebastio. Incredibile ma vergognoso, lasciatemelo dire, il silenzio del sindaco di Taranto Rinaldo Melucci.

Alla moglie Anna ed ai suoi figli Paolo e Giorgio che amava alla follia, vanno le nostre più sincere condoglianze. Buon viaggio caro Franco, che la terra ti sia lieve. I funerali si svolgeranno mercoledì alle 11 presso la chiesa di Sant’ Antonio.

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Grazie, Antonello de Gennaro

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