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22 Novembre 2024 06:59

“Libera circolazione ai coingiunti…” Forse Conte voleva essere tranquillo di poter vedere la sua compagna “illegale”?

ESCLUSIVA. Tutti i retroscena della inesistente separazione del premier Conte con sua ,moglie. E Palazzo Chigi fa una norma per consentire a Conte di frequentare "legalmente" la sua compagna illegale !

ROMA – Il premier Giuseppe Conte, pochi sanno, risulta ancora oggi regolarmente sposato con Valentina Fico, un’autorevole legale dell’Avvocatura di stato molto apprezzata in ambito giudiziario, dal cui matrimonio è nato un figlio Niccolò.

l’avv. Valentina Fico, moglie del premier Giuseppe Conte

Il padre della moglie di Conte, è il direttore del Conservatorio di Santa Cecilia in Roma. Molti parlano di fine del loro matrimonio, ma in realtà Valentina Fico e Giuseppe Conte legalmente parlando risultano ancora oggi marito e moglie non avendo mai formalizzato la loro separazione di fatto. E per il momento la vera “signora Conte” non vuole sentire parlare di separazione e divorzio.

il premier Conte festeggia il compleanno del figlio insieme alla moglie Valentina

L’incontro fra i due è avvenuto a seguito delle frequentazioni dei rispettivi figli Nicolò ed Eva la figlia di Olivia Paladino, entrambi undicenni e compagni di scuola. Il colpo di fulmine sarebbe avvenuto durante un colloquio tra genitori ed insegnati.

Olivia Paladino separata, ha quasi quarant’anni più giovane di Giuseppe Conte di circa quindici anni è la figlia dell’imprenditore Cesare Paladino, (proprietario dell’ Hotel Plaza di Roma), e dell’attrice Ewa Aulin.

Sarà stato questo il motivo per cui Palazzo Chigi ha inteso precisare che nell’ultimo Dpcm firmato dal premier Conte che avrà decorrenza dal prossimo 4 maggio che per “congiunti si intendono parenti, affini, coniugi, conviventi, ma anche fidanzati e affetti stabili”. Adesso Conte potrà “legittimamente” incontrare e frequentare la sua attuale compagna Olivia Paladino per la quale ha abbandonato il tetto coniugale.

Il gip Giovanni Giorgianni, del Tribunale di Roma nel giugno 2018 su richiesta della procura, ha provveduto a sequestrare la somma di 2 milioni di euroCesare Paladino ( padre di Olivia Paladino) il quale aveva intascato la tassa di soggiorno per quattro anni, dal 2014 al 2018, invece di versarla al Comune di Roma.

il procuratore aggiunto Paolo Ielo

Paladino è stato accusato dal procuratore aggiunto Paolo Ielo e dal sostituto Alberto Pioletti di peculato, quale amministratore unico della società in qualità di amministratore unico della società Unione Esercizi Alberghieri di Lusso s.r.l., che gestisce il Grand Hotel Plaza, struttura alberghiera a 4 stelle nella centralissima via del Corso della Capitale. Albergo in cui lavora anche come manager Olivia, la compagna del presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

Olivia Padino e lo staff dell’ Hotel Plaza di Roma

La lista delle violazioni riportate dal capo d’imputazione a carico di Paladino è lunga . Secondo quanto accertato e contestato dagli uomini della Polizia Municipale di Roma Capitale, l’imprenditore si sarebbe illecitamente appropriato di oltre 300mila euro per l’anno 2014, di oltre un milione e 500mila euro per gli anni 2015, 2016 e 2017 e di circa 88mila euro per l’anno in corso per un totale di oltre due milioni di euro. La tassa di soggiorno attivata a Roma dal 2010 e prevede un contributo da applicare secondo criteri di gradualità a carico di chi alloggia nelle strutture alberghiere della Capitale.

Nel giugno 2019 la società Unione Esercizi Alberghieri di Lusso s.r.l. ha restituito alla casse del Comune di Roma Capitale i due milioni di euro versati dai turisti per la tassa di soggiorno, che l’imprenditore Paladino aveva trattenuto per sé, ed ha richiesto un accordo con la giustizia, con un profila un patteggiamento a un anno, 2 mesi e 7 giorni di carcere (con sospensione della pena) per Cesare Paladino, 77 anni, il proprietario dell’Hotel Plaza di via del Corso a Roma

Il pm Alberto Pioletti e il procuratore aggiunto Paolo Ielo, hanno concesso l’accordo giudiziario che a breve dovrebbe essere avallato dal giudice per l’udienza preliminare. Imbarazzo quasi superato, insomma, per il “patron” dell’ Hotel Plaza. Resta aperta solo la questione interessi. Infatti Roma Capitale è decisa a richiedere anche i 300mila euro di interesse maturati nei cinque anni in cui è stata privata della tassa di soggiorno. Somma che potrebbe venire richiesta con un procedimento parallelo, considerando che il patteggiamento esclude le parti civili.

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