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24 Novembre 2024 13:18

L’ignoranza giornalistica imperversa sulla città di Taranto. E la politica (vera) latita !

di Antonello de Gennaro

Cari lettori questo quotidiano online che ogni giorno seguite sempre più numerosi, come ben noto a tutti, sinora non ha lesinato critiche a nessuno. Nella politica, da destra a sinistra passando per il centro, politici e politicanti allo sbaraglio, nella vita sociale, dai sindacati alle associazioni di categoria, nei confronti di banche ed imprese,  imprenditori e “prenditori”, dal mondo pseudo-cattolico a quello militare, giornali e giornaletti, giornalisti e pennivendoli, senza dimenticare la Chiesa e gli “adepti” di Comunione & Liberazione, le lobbies varie, massonerie etc. , motivo per cui riteniamo di poterci ritenere a ragione, liberi ed indipendenti da tutto e da tutti, come i fatti, cioè i nostri articoli dimostrano da oltre un anno.

Questa premessa è dovuta e necessaria , perchè come abbiamo difeso da “soli” ed a ragion veduta,  il Presidente della Provincia di Taranto, Martino Tamburrano a seguito della squallida “bufala” giornalistica sulla presunta ed inesistente illegalità relativa al rilascio di un’ autorizzazione assolutamente legittima e “dovuta”  alla  discarica della CISA di Massafra,  questa volta mi tocca difendere il Sindaco di Taranto Ippazio Stefàno.  In questa città, abituata a vivere di assistenzialismo soldi e commesse pubbliche, da oltre 60 anni a questa parte sono molti, troppi i giornalisti o presunti tali che in realtà non sanno cosa sia il giornalismo, non conoscono i sistemi elettorali, le normative, le leggi sulla pubblica amministrazione, e ciò nonostante parlano sempre e solo per sentito dire dai soliti “amichetti” di turno, dalle “gole profonde” e dai molteplici “sciacalli” e “corvi” del sottobosco politico, che ben si guardano dall’assumersi delle responsabilità ed esporsi quindi in prima persona. Così come sono tanti, forse troppi i “politicanti” allo sbaraglio. Definirli e chiamarli “politici” sarebbe un offesa al vero nobile significato della parola  !

Ieri come è noto il Sindaco di Taranto ha azzerato la Giunta comunale, ed alla sua conferenza stampa a cui ho partecipato personalmente, di giornalisti ne ho visti veramente pochi. Quasi nessuno di quelli che oggi hanno scritto su giornali, siti internet e televisioni varie. Sicuramente più presenti fotografi ed operatori video. Oggi sfogliando i giornali, navigando online, ho letto tante bestialità, a partire da quelle di un collega già collaboratore di Radio Cittadella, il quale ha titolato in prima pagina “Il Sindaco è Mons. Santoro”  cioè l’attuale vescovo di Taranto, meritevole … a dire del giornalista, di  “prendere in mano anche la vertenza Isola Verde“,  quando invece in realtà altro non ha fatto che di esprimere la sua solita pressochè inutile solidarietà .

Quel giornalista, dimentica, bontà sua….., che Isola Verde è una società voluta e creata (a chiari scopi elettorali) dall’ ex-presidente della Provincia di Taranto, Gianni Florido arrestato e carcerato per la nota inchiesta “Ambiente Svenduto”. Quindi caro collega , ci spieghi cosa c’entra il Sindaco Stefàno con la questione “Isola Verde” ?

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O forse quel giornalista che inneggia a Mons. Santoro, “sindaco di Taranto” , ambisce a partecipare alle riunioni, recentemente diradatesi in Curia a cui partecipavano pseudo-imprenditori locali ( io amo definirli “prenditori”) , affaristi, gente senza pudore… che senza le commesse pubbliche, senza gli appalti e forniture alle società municipalizzate,  dovrebbero portare i bilanci in tribunale e chiederne il fallimento ? Sarebbe bello vedere quel giornalista recarsi, non a Radio Cittadella dove intervistava solo e soltanto esponenti politici ed imprenditori senza venire pagato dall’editore della radio cattolica (anche per non perdere la cassa integrazione di cui godeva) ma bensì magari impegnarsi una volta tanto nel suo lavoro e fare una bella vera inchiesta sull’attuale “buco” finanziario dell’ ospedale della Cittadella della Carità , magari ricordandosi (“papà Google” può aiutarlo..!) della decisione iniziale del vescovo Santoro di nominare contro la Legge a capo della struttura ospedaliera cattolica, l’ex-direttore generale dell’ ASL Taranto , Fabrizio Scattaglia che con i suoi atti  amministrativi precedenti in realtà l’anno scorso stava decretando di fatto  la “morte” della struttura ospedaliera cattolica tarantina.

nella foto, Fabrizio Scattaglia
nella foto, Fabrizio Scattaglia

Quello stesso Scattaglia la cui gestione come direttore generale dell’ ASL Taranto è stato criticata e denunciata dalla Corte dei Conti pugliese, in quanto nonostante le dichiarazioni mendaci del management (che aveva parlato di “graduale riduzione, anche se non generalizzata e/o stabilizzata per tutte le prestazioni e per tutte le strutture aziendali“) la magistratura contabile pugliese, ha rigettato ed espresso “perplessità” perché erano stati forniti solo alcuni valori a campione e non i dati completi.  Scattaglia ed il Vescovo Santoro (che esprime un pò troppa spesso solidarietà …)  dovrebbero ringraziare ancora oggi quel magistrato tarantino, ben noto a chi ci legge e segue da tempo, che consigliò a Scattaglia di rinunciare all’incarico per non finire nel registro degli indagati.

Dov’erano i giornalisti di Taranto ? In quella battaglia di legalità, gli altri giornalisti,  tacevano. Tutti.  E come ben sapete cari lettori, in quella battaglia giornalistica siamo restati da soli ma ciò nonostante abbiamo vinto, anzi ha vinto la “legalità” che invocavamo, e che sempre difenderemo, anche contro la Chiesa, o quella parte di magistratura “deviata” o politicizzata,  o contro qualche militare che dimenticava il reale motivo per cui  lo Stato gli paga lo stipendio !

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l’ex sindaco di Taranto,  Rossana Di Bello (Forza Italia)

Dove è finita la memoria dei giornalisti, e quella dei “prenditori”- imprenditori tarantini  ? Mi rivolgo a coloro che strisciando “fiancheggiano” la politica locale, a quelli che vanno da sempre a caccia di affari poco leciti ed a rischio “zero.  E’ sopratutto a costoro che va ricordato che il Comune di Taranto negli ultimi anni, e cioè con l’avvento della prima Giunta Stefàno, ha dovuto fare i conti per ben 5 anni con il dissesto finanziario, dovendo fronteggiare un buco di appena..900 MILIONI DI EURO ricevuto in eredità dalla giunta comunale Di Bello, che era espressione del centrodestra, votata e voluta dai tarantini ! Chi mi conosce personalmente, sa molto bene che  in tutta la mia vita mai ho votato e mai voterò per Forza Italia, così come   mai ho votato per il Pci, Ds, Ulivo, Margherita e mai voterò per il Pd , come è persino riuscito a capire l’attuale capogruppo del PD alla Regione Puglia,  Michele Mazzarano in una recente assise pubblica alla Camera di Commercio.

Per mia fortuna dal 1983 sono residente a Roma, dove ancora vivo e lavoro, come chiunque può verificare, ed ho sempre lavorato e continuo a lavorare, solo e soltanto grazie a me stesso. Devo dire solo grazie alla salute che mi assiste, ed alla mia famiglia che mi sostiene e sopporta…Non ho bisogno del voto di “scambio”, nè ho mai venduto la mia professione. Il mio amore per la verità, mi ha causato non pochi danni ed ingiustizie. Verità, grazie alla quale ho ricevuto tantissime soddisfazioni, che a Taranto nessuno ha mai ricevuto o raggiunto nella sua carriera. e si sa cari amici e lettori, che l’invidia genera brutti scherzi… !

Schermata 2015-10-04 alle 02.14.20La memoria è labile per qualche “staffista” ventriloquo al servizio dell’ex-sindaco  Di Bello, o per qualche ex addetta stampa-simpatizzante di Forza Italia,  che ora predilige occuparsi di divise militari. Quando si usano le scorciatoie per arrivare a questa professione, tutto è lecito, specialmente le vie “sindacali” …. vero ? Come meravigliarsi poi se i giornali pieni di sindacalisti, falliscono, chiudono, sopravvivono grazie ai contratti di solidarietà (come i dipendenti dell’ ILVA….) ?  L’indimenticabile Indro Montanelli nella redazione del quotidiano La Voce, diceva spesso, “ricordateviun vero giornalista non ha bisogno del sindacato per tutelarsi” . Aveva ragione !

In questi 30 anni di professione, non ho mai avuto  bisogno di avere una tessera in tasca, nè di partito, nè dell’inutile sindacato dei giornalisti. Montanelli in un suo libro ha scritto che “non è un gesto di esibizionismo, ma un modo concreto per dire quello che penso: il giornalista deve tenere il potere a una distanza di sicurezza . A Taranto, scusatemi la franchezza, ma questo non lo fa praticamente nessuno, tranne il sottoscritto ed un paio di colleghi della “vecchia guardia”. E’ per questo che molti pennivendoli, che non amo definire “colleghi” mi reputano e definiscono “pazzo“, “incontrollabile” ecc. . Poverini non sanno e non capiscono, che in realtà così dicendo e sparlando non mi offendono affatto. Quello che dicono alle mie spalle, nei miei confronti,   per me  in realtà costituisce un vero grande complimento ! Un elemento di diversità da chi come loro, non rispetta la professione di giornalista.

Un Sindaco deve fare i conti con la maggioranza del Consiglio Comunale, che riflette il voto degli elettori che lo ha eletto. I consiglieri comunali non sono dei “nominati”, ma bensì sono degli eletti dal popolo, cioè dalla cittadinanza. Quindi cari lettori di Taranto, questa città ha quello che si merita, quelle persone che siedono in Consiglio Comunale, le hanno votate, volute ed “elette” i tarantini. Cioè voi. Non si può quindi dare la colpa a Stefàno dei vari “turn over” in Giunta, cioè dei rimpasti di assessori che fanno parte della Giunta . Quei rimpasti spesso, o meglio quasi sempre,  sono avvenuti proprio su richieste e pressioni degli “scontenti” tramite i loro partiti di riferimento ed appartenenza. Addirittura (vedi il caso dell’ Udc ) sono stati nominati  ad Assessore delle persone in “quota” al loro partito, indicate peraltro da persone estranee allo stesso partito (!!!) venendo spacciate come “tecnici” di area.

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una foto di repertorio dell’ultima Giunta guidata da Ippazio Stefàno

Ma ditemi voi, cari lettori, ma come si può amministrare una città difficile, problematica e delicata come Taranto, con una giunta in cui siedeva un “poliziotto” come assessore alle attività economiche, il quale cercava di usare i soldi comunali per compiacere quattro pseudo rappresentanti dei commercianti, in quali in realtà invece che al bene della loro categoria, pensano solo e soltanto ai loro “affarucci” e debiti ? Come poteva un avvocato fare l’assessore alla “cultura” , o un dipendente dell’ ILVA fare il vice sindaco ed essere nello stesso tempo anche assessore ai lavori pubblici ? Sia chiaro, nulla contro queste persone che saranno anche brave ed oneste, ma di fatto non hanno le competenze necessarie per gestire le problematiche tecniche di quegli assessorati. Equivale come consentire ad un ingegnere di poter entrare ed operare in una sala operatoria al posto di un medico chirurgo, o ad un medico l’onere ed il compito di progettare un ponte !  Chi di voi entrerebbe serenamente in sala operatoria, e chi di voi attraverserebbe quel ponte senza aver paura che crolli, ammesso che lo si costruisca ?

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da sinistra i consiglieri comunali Capriulo, Liviano e Venere

Il paradosso è anche quello di vedere sedere all’opposizione della giunta di centrosinistra, tre consiglieri comunali di chiara ideologia politica di sinistra, e cioè  Liviano, Capriulo e Venere , uno dei quali, Gianni Liviano è assessore alla Regione Puglia, che pur non avendo il tempo per seguire tutti i suoi nuovi impegni istituzionali di assessore regionale ( basta leggere e seguire i suoi spostamenti che lui stesso da bravo lavoratore indica su Facebook),  non lascia la poltrona di consigliere al Comune di Tarantoper attaccamento alla città” , ma in realtà non lascia per non far entrare al suo posto  in consiglio comunale Tommy Lucarella  l’attuale segretario cittadino  del Pd che gli subentrerebbe di diritto. E’ così che si ama e si vuole il bene di Taranto ? Non siamo d’accordo caro assessore Liviano, per principio con chi vuole tenere il piede in due scarpe… . E vogliamo parlare  anche dei due consiglieri comunali eletti nelle liste del Pd e recentemente usciti dal partito e dalla maggioranza, dopo aver abbandonato anche i propri “riferimenti” politici (uno era legato a Gianni Florido, l’altro all’on. Ludovico Vico) in quanto scontenti e gelosi della visibilità altrui ? E’  per questo motivo, cari lettori, che questi consiglieri, a differenza degli altri, non li nominiamo neanche ! Se questi due signori,  fossero delle persone serie e coerenti, dei “veri” politici, si dovrebbero dimettere immediatamente dal Consiglio Comunale, essendo stati eletti nella lista del Pd. Ma appunto, dicevano, se fossero “persone serie e coerenti”….

O probabilmente fa loro ancora gola il “gettone” di presenza di 500 euro, previsto per la partecipazione ad ogni seduta del consiglio comunale, comprese quelle dove arrivano, e dopo qualche minuto se ne vanno ???

Angelo Bonelli
nella foto Angelo Bonelli

O vogliamo parlare dell’ “opposizione”… , pressochè silente ed inesistente dei consiglieri di centrodestra ? A proposito: ma esiste ancora il centrodestra al Comune di Taranto ? E dov’è finito il candidato-sindaco “ambientalista” Angelo Bonelli passato nell’oblio totale dopo aver visto i suoi consensi pressochè più che dimezzati, dopo appena due anni di aria fritta e battaglie contro i mulini al vento, buone per giustificare il gettone ed il rimborso spese di viaggio per la presenza in Consiglio Comunale a Taranto, che di fatto è l’unica carica pubblica che gli è rimasta dopo essere stato “trombato” in Parlamento ed Consiglio Regionale del Lazio ?

Un Sindaco, chiunque esso sia, amministra una città insieme agli assessori, che sono quasi sempre indicati dai partiti della maggioranza, ma può farlo solo e soltanto con la fiducia della “maggioranza” del consiglio comunale, i cui componenti e consiglieri,  è bene ricordarvelo,  sono VOSTRA espressione, li avete eletti VOI,  cari cittadini di Taranto. Se i dirigenti degli Assessorati del Comune di Taranto lasciano a desiderare, bisognerebbe andarsela a prendere con chi li ha assunti e promossi anni fa, e non invece con chi se li è ritrovati comodamente sprofondati sulle poltrone, e di fatto ne è “ostaggio” !

Ben venga quindi una “rotazione” periodica del personale negli uffici pubblici, in questa maniera tanti “giri” strani, interessi poco leciti, clientele ed “affarucci” e “merende” varie finiranno. La città di Taranto ha bisogno di rinascere con “trasparenza” ed onestà intellettuale e morale. Quindi ben venga un ultimo sacrosanto necessario rimpasto di Giunta sperando ed augurandoci che questa volta venga fatto con il buon senso e per il bene della città, e non  soltanto per interessi personali e di partito, in vista delle prossime amministrative previste nella primavera 2017.

*  *  *  *  *  *  *

Dopo 30 anni di lavoro, di giornalismo professionistico, vivendo e lavorando in 4 Paesi e cambiando 14 città, credetemi ho visto ed imparato tanto, quindi approfitto e mi permetto con l’occasione di segnalare al Sindaco Stefàno qualche umile suggerimento. Potrebbe farsi ricordare dai suoi concittadini, per aver cambiato in meglio l’organizzazione della “vita pubblica” tarantina, invece di venire offeso e dileggiato da chi non ottiene qualcosa dal Comune di Taranto. Notoriamente si sa, a parlare e criticare aspramente, sono sempre i delusi, gli scontenti. Quelli che non hanno ottenuto qualcosa. E sicuramente questo non è il mio caso.  Ecco quindi qualche idea per il Sindaco Stefàno e la sua prossima Giunta,  formulata con spirito “costruttivo” ed  offerto senza alcuna presunzione o saccenza:

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nella foto, i “tornelli” a Palazzo Chigi

PRESENZA SUL POSTO DI LAVORO Bisognerebbe installare ed attivare agli ingressi dei pubblici uffici del Comune, delle società municipali,  dei tornelli  e delle telecamere di controllo (che sono installate persino al Comune di Milano, alla Presidenza del consiglio dei Ministri a Roma !) per verificare la presenza sul posto di lavoro,  di tutti  i dipendenti comunali, e dico proprio tutti  a partire dai dirigenti per finire ai semplici impiegati (non a caso molti di loro sono finiti sotto processo per assenteismo) , vigili urbani compresi.

Le comunicazioni all’interno ed all’esterno del Comune dovrebbero essere sempre “tracciate” informaticamente, firmate dal dirigente, dal capo ufficio e dall’impiegato responsabile del procedimento con indicati i loro telefoni ed indirizzi di posta elettronica, e tutto cioè inserito online. Tutto deve essere visibile a tutti.

Schermata 2015-10-04 alle 02.35.14NETTEZZA URBANA. Tutti i cassonetti stradali devono essere chiusi, e la puzza della spazzatura contenuta e non lasciata evaporare a cielo aperto. I cassonetti numerati in grande e visibili chiaramente a tutti, per identificare quelli non svuotati completamente.

Le loro postazioni per strada, indicate visivamente sull’asfalto, e non spostate di volta in volta, a seconda di dove vuole qualcuno che olia…. il solito “furbetto” di turno che così facendo arrotonda lo stipendio comunale !

POLIZIA MUNICIPALE.

Schermata 2015-10-04 alle 02.37.16Gli agenti della Polizia Municipale devono uscire dagli uffici dove si nascondono, i loro ordini di servizio giornalieri pubblicati online, in maniera tale da sapere quotidianamente dove sono, quanti sono e cosa fanno, visto che per trovarli bisognerà chiamare un giorno di questi il programma “Chi l’ha visto ?” o richiedere l’intervento di un camioncino dei reparti mobili dei Carabinieri, Polizia o Finanza per andarli a prendere tutti ed inchiodarli alle loro responsabilità e molteplici abusi ed omissioni che ogni giorno compiono sotto gli occhi dei cittadini per bene. E’ notizia di meno di 24 ore fa che a Palermo, 48 Vigili urbani e 36 dipendenti del Comune sotto  finiti inchiesta per “assenteismo”. Nel fascicolo aperto dalla Procura palermitana dovrà ancora essere passata al vaglio la posizione di 420 agenti della polizia municipale palermitana . Emblematico il commento del Sindaco di Palermo,  Leoluca Orlando: “Qualcuno non si è forse accorto che la musica in questa città è cambiata”. 

Ippazio Stefàno potrebbe e dovrebbe utilizzare la stessa “musica” del suo collega di Palermo. Sarebbe una buona occasione per confermare di essere un galantuomo, e di operare sempre solo e soltanto dalla parte della Legge.

*  *  *  *  *  *  *

Questa città non ha più bisogno di promesse ed illusioni, di politici (anche se ce n’è qualcuno che è persona seria) che promettono la luna, mare e monti agli elettori solo e soltanto per avere un voto e conquistare uno stipendio o sistemare parenti o sostenere gli affari di famiglia…Taranto ha bisogno di politici, di imprenditori, di commercianti, di artigiani, di giovani che amino realmente con i fatti, non a parole questa città, si uniscano in un progetto di rinascita comune senza colorazioni politiche, economiche, cattoliche o ambientaliste, ed ognuno faccia la sua parte solo e soltanto per il bene comune. Un invito ai magistrati in pensione, a quelli prossimi alle pensione, al Vescovo ed a qualche militare in partenza:  si godano le tante giornate libere che hanno ed avranno a breve, e  lascino in pace questa città martoriata dalla sua disperazione economica, ambientale e lavorativa.  Questa gente ha già fatto troppi guai.

Taranto, alzati e cammina. La mia città, la vostra, la nostra città deve e può salvarsi soltanto da sola, tutt’insieme, senza schieramenti, antipatie e gelosie. E lo dobbiamo fare per i figli, nipoti, per i ragazzi ancora seduti sui banchi di scuola, per quei ragazzi che oggi non hanno e non vedono alcun futuro all’orizzonte.  Concludendo cari giornalisti, pennivendoli,  e “mestieranti” vari di Taranto, ricordatevi l’insegnamento di Montanelli durante una  sua “lezione” di giornalismo all’ Università di Torino, nel maggio 1997  quando disse: ” Chi di voi vorrà fare il giornalista, si ricordi di scegliere il proprio padrone: il lettore“.

Io questa scelta l’ho fatta sin dal primo giorno della mia carriera. E ringrazio i lettori di averlo capito. Sono la stragrande maggioranza, e sono fiero che a Taranto e provincia ci sia ancora tanta gente per bene ed onesta che ogni giorno da oltre un anno apprezza il mio ed il nostro lavoro. Non lo dimenticherò mai.

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Grazie, Antonello de Gennaro

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