Danilo Coppola, è stato rilasciato nei giorni scorsi ed è tornato libero dopo essere stato arrestato la scorsa settimana ad Abu Dhabi su mandato d’arresto internazionale per una condanna definitiva per bancarotta . A dare la notizia è stato l’avvocato dell’immobiliarista, Gaetano De Perna: per il Tribunale degli Emirati Arabi Uniti – ha spiegato – non è necessaria la custodia cautelare, “perché non c’è il pericolo di fuga .Tutti sanno dove si trova Danilo Coppola, non è scappato e non scapperà” . Adesso si attende la richiesta di estradizione del ministero della Giustizia italiano, e “quando eventualmente sarà fissata l’udienza per decidere se estradarlo o meno“.
Coppola da tempo pubblica dei video sui suoi profili social in cuisi proclama vittima di errori giudiziari attaccando i magistrati milanesi e romani che si sono occupati di lui negli anni . Ed anche dopo l’arresto e il rilascio, è tornato online per diffondere la propria versione : “Ringrazio le persone che mi hanno dimostrato solidarietà anche in questa ultima follia che mi è successa – ha detto Coppola, col tono di chi si ritiene “perseguitato” – La giustizia funziona, dove non funziona è solo in Italia, ma non funziona non per colpa dei magistrati, ma per colpa di alcuni magistrati che nel tempo hanno montato decine di processi sulla mia persona che si sono conclusi con un nulla di fatto, e poi sempre gli stessi pm...”.
Danilo Coppola ha aggiunto nel suo video: “In altri Paesi c’è giustizia perché si leggono le carte, la Svizzera ha negato l’estradizione, come mai una persona che è arrivata a 41 anni senza mai prendere nemmeno una multa è diventato il 21esimo uomo più ricco d’Italia e sono cominciati trenta processi?” Il video si è concluso con un appello al ministro della Giustizia Carlo Nordio : “La riforma della giustizia serve – ha continuato Coppola -: mi rivolgo al ministro, la maggior parte dei nostri magistrati sono persone perbene che svolgono il loro lavoro delicato con cura e dedizione, altre purtroppo, una minoranza, sfruttano il loro ruolo da intoccabili per fare operazioni politiche o di classe sociale“.