di Antonello de Gennaro
Nei giorni scorsi il nostro quotidiano online è stato l’unico organo d’informazione che ha reso noto il nome del ristorante del centro di Taranto, l’ Osteria del Cozzaro Nero dove a seguito dei controlli della Guardia Costiera di Taranto, alla presenza del personale sanitario dell’ ASL, erano stati trovati ben TRE QUINTALI di alimentari (di cui 2 di pesce) non commestibili che sono stati posti sotto sequestro dall’ Autorità Giudiziaria, e che alla data odierna sono ancora sotto sequestro. Tutti gli altri giornali e giornalisti si sono dimenticati di essere dei consumatori, e che in quel ristorante potevano finirci anche loro, o loro parenti, amici ecc. O forse hanno preferito auto-censurarsi ?
A seguito del nostro articolo che avuto oltre 5 mila lettori sui socialnetworks (fonte: Facebook Insights) e più del doppio cioè 12mila lettori arrivati direttamente su queste pagine (fonte Google Analystics) è successo qualcosa che non possiamo tacere. In un primo momento siamo stati contattati via mail e telefonicamente dai ristoratori che volevano fare pubblicità sulle nostre pagine. Ma per fortuna chi vi scrive ha più di qualche capello bianco e la schiena ancora diritta, e quindi abbiamo rifiutato di accettare l’inserzione pubblicitaria. Avevo visto giusto e lungo.
Infatti, sabato scorso un quotidiano locale “Buona Sera“, nato sulle ceneri del precedente quotidiano Taranto Sera, ha pubblicato sull’ultima pagina del giornale una pagina di pubblicità a pagamento, commissionata del ristoratore, in cui non solo si fa del vittimismo (arte tarantina) ma si dice anche il FALSO sostenendo che non è vero che siano stati sequestrati ben TRE QUINTALI di pesce (competenza della Guardia Costiera) e cibo scaduto (competenza dell’ ASL) e vantandosi di aver riaperto in appena 24 ore. Pagina a pagamento che conclude così “grazie per l’ospitalità” ! Una pagina pagamento la chiamiamo “ospitalità” ?
Premesso che ogni direttore di giornale ha per contratto il diritto di veto sulle inserzioni pubblicitarie, e fermo restando il diritto di ogni editore di pubblicare quello che vuole (pur di far cassa a Taranto si pubblica di tutto e di più……) non possiamo che trovarci in disaccordo con la scelta di pubblicare l’inserzione del ristorante direttore di “Buona Sera” che applicando il nome “Taranto” sulla propria testata cerca di conquistare la “tarantinità”, dato che lui stesso non è di Taranto, e la testata che dirige è stata acquistata in Campania e poi “spacciata” agli ignari lettori per il precedente Taranto Sera, (che ha fatto una fine non certo bella…) . Ora capiamo uno dei tanti perchè…
Un buon direttore di giornale, e per mia fortuna in carriera ne ho avuti di ottimi, avrebbe chiesto in visione il verbale di sequestro della Guardia di Costiera al suo inserzionista-ristoratore, e si sarebbe ricordato che oltre alla Carta dei Doveri del Giornalista esiste anche la normativa di legge sulla trasparenza pubblicitaria emanata dall’ Autorità Antitust , che deve essere sempre e comunque “VERITIERA“. Noi peraltro non possiamo pubblicare il verbale di sequestro in quanto attualmente coperto dal segreto istruttorio, e tantomeno la Guardia Costiera può replicare alla DISINFORMAZIONE a pagamento del ristoratore, consentita e pubblicata a pagamento sul quotidiano “Buona Sera“.
A questo punto chiunque potrebbe pensare che basti pagare per far pubblicare sui giornali quello che si vuole, ma così non è e non deve essere. Non vogliamo fare guerre editoriali ad un concorrente, ma non possiamo accettare che la nostra professione venga svilita e squalificata per qualche centinaia di euro di pubblicità in più nelle casse di un editore, o presunto tale. Vi anticipiamo che presenteremo un esposto all’ Ordine dei Giornalisti di Puglia affinchè verifiche ed accerti se quanto accaduto sia regolare, così come siamo a conoscenza che in queste ore un’ associazione di consumatori specializzata in materia di comunicazioni e pubblicità ingannevole sta preparando un esposto all’ Autorità Antitrust per “pubblicità ingannevole” nei confronti della concessionaria-editore del quotidiano “Buona Sera“.
Per il momento preferiamo far parlare i documenti ufficiali in nostro possesso, e cioè il comunicato stampa della Guardia Costiera e le immagini che tutti hanno avuto, ma che nessuno ha sinora pubblicato. Qualcuno dirà nei nostri confronti le solite stupidaggini, tipo “ilCorrieredelGiorno vuole farsi pubblicità” oppure “stanno solo cercando di farsi pubblicità“. A questo qualcuno vogliamo rispondere in anticipo e spiegare il motivo che ci spinge a fare tutto ciò: vogliamo tutelare i cittadini, i consumatori e sopratutto onorare il significato della parola “giornalismo“.
Ecco cosa diceva testualmente il comunicato stampa n° 25/2014 del del 24 agosto 2014 rilasciato della Guardia Costiera:
TARANTO – INTERVENTO DELLA GUARDIA COSTIERA
NOTO RISTORANTE DEL CENTRO CITTADINO RISULTATO IN PRECARIE CONDIZIONI IGIENICO SANITARIE, DISPOSTA L’ IMMEDIATA CHIUSURA AL PUBBLICO
Circa tre quintali di prodotti alimentari, di cui due di prodotti ittici, sequestrati dal personale della Guardia Costiera di Taranto in un noto ristorante del centro cittadino del capoluogo jonico, particolarmente affollato all’atto dell’accertamento avvenuto la sera scorsa, per il cattivo stato di conservazione in cui si trovavano a causa delle precarie condizioni igieniche del locale cucina e dell’annesso deposito.
Lo scenario presentatosi ai militari accertatori ha indotto gli stessi, chiesto l’immediato intervento in supporto di personale del Dipartimento di prevenzione dell’Azienda Sanitaria locale e contattata la locale Autorità Giudiziaria, a chiudere immediatamente al pubblico il ristorante, circostanza verificatasi la sera del 22 scorso, con obbligo intimato al titolare dell’esercizio commerciale di ripristinare con ogni urgenza le condizioni igieniche del locale e divieto di riaprire al pubblico l’attività senza il preventivo sopralluogo favorevole eseguito da personale della Guardia Costiera congiuntamente a quello della locale ASL.
Tutte le derrate alimentari, pari a circa tre quintali di cui due di prodotti ittici, presenti all’interno del locale cucina e deposito sono state quindi sequestrate apponendo i sigilli alle celle frigorifere ivi presenti.
La precarietà delle condizioni igieniche è emersa subito evidente ai militari accertatori che oltre alle scadenti condizioni igieniche generali riscontrate nel locale cucina e deposito, hanno rinvenuto le pareti perimetrali ed il soffitto dei locali sporchi, con pannelli della controsoffittatura in parte divelti in parte pericolanti, quadri elettrici completamente aperti e cavi elettrici volanti.
L’Autorità Giudiziaria, immediatamente informata dai militari delle circostanze dell’accertamento, ha così concordato sul sequestro penale della merce presente all’interno del locale e destinata al confezionamento dei pasti per gli avventori.
Il titolare dell’esercizio commerciale è stato quindi denunciato all’Autorità Giudiziaria per l’ipotesi di reato consistente nella detenzione e commercio di sostanze alimentari in cattivo stato di conservazione oltre che nocive per la salute pubblica. Nella tarda serata del 23 su richiesta del titolare dell’esercizio commerciale, personale della Capitaneria di porto e della ASL, hanno effettuato sopralluogo al fine di verificare il ripristino delle condizioni igienico sanitarie minime per l’apertura al pubblico del locale e verificate le stesse si consentiva di riprendere il normale esercizio dell’attività commerciale.
Anche quest’ultimo fronte, ossia quello della tutela del consumatore sotto il duplice aspetto della salute pubblica e dell’affidamento dallo stesso riposto, per ciò che attiene alla commercializzazione dei prodotti ittici, vede particolarmente impegnato il personale della Guardia Costiera, soprattutto in questo periodo dell’anno in cui l’affollamento degli esercizi commerciali per la ristorazione registra un deciso incremento per la presenza di numerosi turisti e villeggianti”
E queste di seguito sono le immagini che nessuno vi ha fatto vedere. Ma la vergogna non erano soltanto le condizioni igienico-sanitarie in cui versava questo ristorante, ma sopratutto come venivano conservati il pesce, la carne ecc. Guardate con i vostri occhi:
Le foto sono state effettuate e fornite dalla Guardia Costiera di Taranto all’interno delle cucine del ristorante, il cui proprietario dovrà rispondere dinnanzi alla Magistratura. Non serve ripulire tutto d imbiancare in 24h. Sarebbe stato interessante se il direttore di “Buona Sera” avesse chiesto al suo inserzionista-ristoratore: “scusi ma queste pulizie generali, l’impianto elettrico a norma, ecc. tutto ciò non poteva farlo prima ?“. Domande, cioè giornalismo. Questo illustre sconosciuto…
AGGIORNAMENTO: anche La Gazzetta del Mezzogiorno ha accettato e pubblicato ieri la stessa pagina pubblicitaria del ristoratore. Non ci meravigliamo della “fame” di quattrini del giornale barese (e di proprietà sicula), anche perchè in forte crisi aziendale con i propri giornalisti in “solidarietà” pur di non accettare alcuni licenziamenti che l’editore vorrebbe fare nelle varie redazioni. Ma questo è nulla. Il peggio è che qualcuno a Bari si ritiene anche un “giornalista”. Povero giornalismo….