Giovedì 26 gennaio 2022
h. 11:20 | La pistola rinvenuta nel covo di Messina Denaro
L’arma “Smith & Wesson” calibro 38 special, consegnata al RIS per le analisi, era carica e occultata in un sottofondo di un mobile della cucina che è stata smontata totalmente. Gli accertamenti tecnici diranno se è stata usata per alcuni degli omicidi contestati al boss.
h. 11:20 | Nelle perquisizioni del ROS nei covi di Messina Denaro rinvenuta una pistola
Nel corso della perquisizione a Campobello di Mazara (TP) nell’abitazione di via CB 31 in uso a Matteo Messina Denaro, è stata rinvenuta una pistola revolver “Smith & Wesson” calibro 38 special, completa di 5 cartucce.L’arma da fuoco, aveva la matricola abrasa, Nella stessa circostanza è stato rinvenuto un involucro con ulteriori 20 cartucce dello stesso calibro.
Mercoledì 25 gennaio 2022
h. 08:00 | Continuano le perquisizioni del ROS sulla latitanza di Messina Denaro
Questa mattina i Carabinieri del Ros hanno effettuato nuove perquisizioni relative all’abitazione dell’ultima residenza di Matteo Messina Denaro.
Domenica 25 gennaio 2022
h. 18:00 | In paese il boss non usava l’alias Bonafede
In clinica, in ospedale, negli studi medici si presentava con il nome di Andrea Bonafede, ma a Campobello di Mazara, il paese in cui ha trascorso l’ultimo periodo della latitanza, il boss Matteo Messina Denaro utilizzava un nome diverso. Un’accortezza, confermata dagli investigatori, che l’avrebbe aiutato a condurre una vita praticamente normale.
h. 16:00 | La Polizia identifica concessionario che ha venduto l’auto al boss
La Polizia ha identificato il concessionario di auto che ha venduto nel gennaio del 2022 l’Alfa Giulietta di colore nero al boss mafioso Matteo Messina Denaro. Secondo quanto apprende l’Adnkronos, si tratta di un concessionario di Palermo la cui identità è top secret. L’auto è stata trovata nel garage del figlio di Giovanni Luppino, l’autista del capomafia arrestato con lui lunedì mattina alla clinica La Maddalena. La Giulietta sarebbe stata acquistata personalmente dal boss Matteo Messina Denaro. I documenti della macchina sono stati trovati nel covo di vicolo San Vito individuato martedì dai carabinieri.
h. 15:00 | Dal Padrino a Guttuso: poster e magneti ritrovati nel covo del boss
“Il Padrino”, diversi animali feroci, ma anche cartoni animati. È l’iconografia che circondava Matteo Messina Denaro in uno dei suoi covi. Questi gli ultimi ritrovamenti dei carabinieri del Ros nella casa di vicolo San Vito a Campobello di Mazara. Un magnete con la scritta “Il padrino sono io“, poster con l’immagine di Marlon Brando nel film e anche la locandina. Stampe di animali feroci e poi altri magneti: coniglietti e personaggi del cartone animato “Masha e Orso“. Infine, alla parete c’è anche una copia del quadro “La Vucciria” di Renato Guttuso.
h. 13:00 | La Polizia scientifica al lavoro sull’auto del boss
La Polizia Scientifica è ancora al lavoro sulla Giulietta di proprietà del boss mafioso Matteo Messina Denaro, trovata nel garage del figlio di Giovanni Luppino, l’autista del capomafia arrestato con lui lunedì mattina alla clinica Maddalena. L’auto sarebbe stata acquistato nel gennaio del 2022 personalmente dal boss Matteo Messina Denaro in una concessionaria auto di Palermo. I documenti della macchina sono stati trovati nel covo di vicolo San Vito individuato martedì dai carabinieri. Il contratto di acquisto della Giulietta era intestato a una anziana disabile di 86 anni, madre di Andrea Bonafede, il geometra di Campobello di Mazara che avrebbe prestato l’identità al boss. Alla donna è intestata anche la Fiat 500 data in permuta alla concessionaria. La Giulietta è stata acquistata in contanti per 10mila euro.
h. 12:00 | Nel covo di Messina Denaro trovati magneti con la scritta: «Il padrino sono io»
Foto di animali feroci, magneti da frigorifero con l’immagine di un boss in smoking che ricorda Al Pacino ne «Il padrino» e sotto scritto «il padrino sono io», la foto attaccata alla parete di Al Pacino, sempre nel film di Francis Ford Coppola: sono alcune delle cose trovate nel covo di vicolo San Vito a Campobello di Mazara in cui si nascondeva nell’ultimo periodo di latitanza il boss Matteo Messina Denaro. Oltre ai pizzini, documenti e carte, dunque, i carabinieri del Ros hanno trovato una serie di oggetti che si richiamano alla celebre pellicola.
Venerdì 20 gennaio 2022
h. 15:45 | Il Gip: “L’autista del boss arrestato con il capomafia era consapevole su sua identità”
«La versione dei fatti fornita dall’indagato, l’autista Luppino, è macroscopicamente inveritiera, non essendo credibile che qualcuno, senza preavviso, si presenti alle cinque del mattino a casa di uno sconosciuto per chiedergli la cortesia di accompagnarlo in ospedale per delle visite programmate, in assenza di una situazione di necessità e urgenza». Ecco perché il gip di Palermo Fabio Pilato ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare a carico di Giovanni Luppino, l’ autista del boss mafioso Matteo Messina Denaro, arrestato con il capomafia lunedì mattina alla clinica Maddalena. «È noto che il ruolo di autista costituisce compito estremamente delicato e strategico nell’organizzazione interna di cosa nostra, soprattutto per le esigenze di cautela e protezione dei capi mafia. Ne consegue che l’incarico viene assegnato a persone di massima fiducia, in grado di garantire segretezza, sicurezza ed affidabilità degli spostamenti – scrive il gip nell’ordinanza di custodia cautelare – Una simile funzione tocca il massimo livello di accortezza se poi il soggetto accompagnato sia addirittura il vertice assoluto dell’organizzazione criminale, costretto a destreggiarsi in un trentennale stato di latitanza». «Nel caso di specie, non v’è dubbio che Luppino abbia consapevolmente e diligentemente adempiuto a tale mansione fiduciaria, poiché in tal senso depongono le acquisizioni investigative – scrive ancora il Gip – Invero, basterebbero le semplici qualità soggettive di Messina Denaro ad escludere la versione che questi possa essersi affidato ad un ignaro quisque de populo, incontrato di sfuggita sei mesi addietro, ed avvalorare la tesi accusatoria che Luppino sia stato prescelto per uno spostamento ad alto rischio, proprio in virtù della massima fiducia che il capo mafia riponeva in lui».
h. 15:30 | Nel pomeriggio atteso georadar nell’ultimo covo
È atteso nel pomeriggio di oggi un georadar della Polizia di Stato che sarà utilizzato nel covo del boss Matteo Messina Denaro trovato ieri sera dalla Polizia. Gli uomini della Polizia scientifica entreranno con il georadar nell’appartamento di Campobello di Mazara (Trapani) che fu abitato da Messina Denaro fino al giugno del 2022, come scoperto dagli investigatori. Nel giugno, come hanno ipotizzato gli investigatori, il capomafia ha lasciato quella abitazione per andare nell’appartamento di vicolo San Vito.
h. 15:10 | Perquisita la casa dell’ex avvocato Antonio Messina
Continuano le perquisizioni nell’ambito delle indagini sulla latitanza di Matteo Messina Denaro. Intorno alle 14 i carabinieri sono entrati nell’abitazione di Antonio Messina, ex avvocato 77enne radiato dall’ordine professionale. La casa si trova in via Scuderi a Campobello di Mazara, di fronte a quella di Salvatore Messina Denaro (il fratello del boss) già perquisita lunedì scorso. Controllata anche la residenza estiva dell’ex legale in via Galileo Galilei, a Torretta Granitola (sul litorale di Mazara del Vallo, vicino alla sede dello Ias Cnr). Messina, vicino alla massoneria, è un personaggio noto alle cronache giudiziarie. Fu condannato per traffico di droga negli anni Novanta: assieme a lui erano imputati l’ex sindaco del Comune di Castelvetrano Antonio Vaccarino, che per conto dei servizi segreti intavolò una corrispondenza con Messina Denaro con il nome di Svetonio, e gli “uomini d’onore” Nunzio Spezia e Franco Luppino. Nel giugno del 2021 era stato assolto dall’accusa di traffico internazionale di stupefacenti nell’ambito del processo “Eden 3”, che ruotava proprio attorno alla figura di Messina Denaro. Il boss mafioso venne ritenuto ed indicato anche quale mandante dell’uccisione del giudice Giangiacomo Ciaccio Montalto dai collaboratori di giustizia Rosario Spatola e Vincenzo Calcara, ma è stato scagionato: per quel delitto sono stati condannati i boss Totò Riina e Mariano Agate.
h. 14:40 | Campobello di Mazara, proseguono le perquisizioni a tappeto
Perquisizioni a tappeto a Campobello di Mazara e non solo da parte delle forze dell’ordine, nell’ambito delle indagini sull’arresto del boss Matteo Messina Denaro. Stamane sono stati controllati l’abitazione di un legale, l’avvocato Antonio Messina, che si trova in via Selinunte, di fronte la casa di Salvatore Messina Denaro, fratello del boss, già perquisita lunedì scorso. L’abitazione estiva del legale a Torretta Granitola, sul litorale di Mazara del Vallo, nei pressi della sede dello Ias Cnr e un altro immobile in via Galileo Galileri a Campobello di Mazara.
h. 13:30 | Autista aveva in tasca pizzini e numeri di telefono
Al momento dell’arresto Giovanni Luppino, l’autista fidato di Matteo Messina Denaro, aveva in tasca, oltre a due telefoni cellulari in modalità aerea, anche dei ‘pizzinì, “una lunghissima serie di biglietti e fogli maoscritti con numeri di telefoni, nominativi e appunti di vario genere, dal contenuto oscuro e di estremo interesse investigativo”. A scriverlo, è il gip di Palermo Fabio Pilato nella ordinanza di custodia cautelare a carico dell’autista del boss appena emessa, 24 ore dopo la convalida dell’arresto del commerciante di olive. Nell’interrogatorio l’uomo ha detto di non sapere che si trattasse del boss Messina Denaro. Ma il gip evidentemente non gli ha creduto accogliendo le richieste dei pm della DDA di Palermo.
Il gip Fabio Pilato segnala “la particolare accortezza dimostrata da Luppino che ha posto i cellulari in modalità aerea prima di spegnerli, nell’evidente tentativo di innalzare al massimo il livello di cautela e riserbo onde evitare che gli apparecchi si agganciassero alle celle telefoniche di zona, così consentendo la mappatura dello spostamento“. E ricorda “la condotta elusiva e di favoreggiamento perpetrata dall’indagato”, dice il giudice per le indagini preliminari. “L’indagato ha agito in modo da non esporre Messina Denaro al pericolo di una cattura che avrebbe comportato l’esecuzione delle pene definitive gravanti sulla sua testa”, scrive ancora il gip.
“Ma al di là di ogni considerazione logica, sono le risultanze investigative a fornire il dato decisivo, nella misura in cui il possesso del coltello e dei due cellulari – entrambi tenuti spenti ed in modalità aereo– suggeriscono che Luppino fosse talmente consapevole dell’identità di Messina Denaro da camminare armato e ricorrere ad un contegno di massima sicurezza per evitare possibili tracciamenti telefonici”.
h. 13:15 | Subito dopo l’arresto, il boss ha detto al suo autista: “È finita”
Subito dopo il suo arresto, lunedì mattina, alla clinica Maddalena di Palermo, il boss Matteo Messina Denaro avrebbe detto al suo autista, Giovanni Luppino “è finita”. A raccontarlo, come si legge nell’ordinanza di custodia cautelare visionata è lo stesso commerciante di olive finito in carcere con il capomafia. Luppino “ha dichiarato di ignorare la vera identità di Messina Denaro – scrive il Gip – specificando che, circa sei mesi addietro, il suo idraulico di fiducia, Andrea Bonafede, glielo aveva presentato indicandolo come un suo cognato, di nome Francesco. Dopo quel brevissimo incontro, durato appena una manciata di minuti, non lo aveva più visto né incrociato, fino alla mattina del 16.1.2023 quando il tale Francesco, sedicente cognato di Andrea Bonafede, si era presentato all’alba (ore 5,45 del mattino) per chiedergli la cortesia di accompagnarlo a Palermo, dovendo sottoporsi a delle cure mediche in quanto malato di cancro”. “Luppino ha concluso le sue dichiarazioni sostenendo di essersi reso conto della vera identità di Messina Denaro soltanto a seguito dell’intervento dei Carabinieri, quando aveva chiesto al tale Francesco se cercassero lui, ottenendo in risposta le testuali parole: “Si, è finita”.
Giovedì 19 gennaio 2022
h. 21:00 | I covi di Messina Denaro ripuliti? Il comandante del Ros: “È un’ipotesi, ma allo stato non siamo in grado di confermarla”
“Non siamo in grado di dire se qualcuno sia andato prima. Mi auguro che se ci sia stato qualcuno abbia lasciato qualche traccia. È un’ipotesi, ma allo stato non siamo in grado di confermarla”. Lo ha detto il generale Pasquale Angelosanto comandante del Ros dei Carabinieri , a “Porta a Porta”, rispondendo in merito all’eventualità che qualcuno possa essere entrato nei covi di Messina Denaro subito dopo il suo arresto e prima degli investigatori, portando via documenti importanti.
h. 21:00 | Nel primo covo di Matteo Messina Denaro il poster del film “Il Padrino“
Nel primo covo di Matteo Messina Denaro perquisito dal Ros, a Campobello di Mazara, i carabinieri hanno trovato anche un poster con il volto de Il padrino, interpretato nell’omonimo film di Marlon Brando. L’immagine è una stampato in con il primo piano del padrino, che indossa il papillon e una rosa rossa alla sua destra, molto simile alla locandina del film di Francis Ford Coppola in cui il protagonista – Marlon Brando appunto – interpreta il personaggio di don Vito Corleone.
h. 19:20 | Medico del selfie con Messina Denaro rischia sanzione disciplinare
Ci potrebbero essere sanzioni disciplinari per M. P. medico chirurgo della clinica La Maddalena di Palermo, dove è stato catturato lo scorso lunedì il latitante Matteo Messina Denaro, ritratto in un selfie amichevole con il boss mandato dopo l’arresto a un collega e ai familiari e che poi è stata inoltrata nuovamente da chi l’aveva ricevuta diventando virale. La richiesta formale alla struttura sanitaria convenzionata, da parte dell’Ordine dei medici di Palermo, è pronta e sarà firmata domani dal presidente Toti Amato. “Chiederemo formalmente nome e cognome (ormai noto a tutti n.d.a.) e se è un medico – ha detto il presidente Amato – verrà convocato per un’audizione, poi si seguiranno tutte le procedure previste”. L’audizione del professionista è il primo step per un eventuale procedimento disciplinare a suo carico in quanto avrebbe violato le norme di decoro della professione medica, previste dal codice deontologico. Il medico Paci ha riferito alla direzione della clinica che quella foto è di oltre un anno fa, quando ancora non era nota la vera identità del paziente. L’ordine vuole valutare la diffusione di un’immagine con un paziente fragile per la sua patologia peraltro nel giorno in cui il paziente è stato arrestato e riconosciuto come Matteo Messina Denaro. Quella foto in realtà può essere stata diffusa inizialmente soltanto da chi è stato autorizzato dai due ritratti all’interno della stessa, ad effettuarla.
h. 15:20 | All’interno dell’agenda trovata nel covo, nomi, numeri, e sigle
Numeri, nomi, sigle. Ecco cosa c’è nell’agenda trovata nel covo del boss Matteo Messina Denaro. Tra i documenti ritrovati nell’appartamento di via CB 31 a Campobello di Mazara – il primo scoperto dai Carabinieri dopo la cattura – gli investigatori, che da due giorni setacciano ogni angolo della casa, c’è questa agendina scritta a mano da cui emergerebbe una rete di relazioni del capomafia in fuga per 30 anni. Non si sa ancora molto del contenuto, che dovrò essere decifrato, ma per gli inquirenti potrebbe trattarsi di un ‘reperto’ molto importante.
h. 12:10 | Arrivato reparto specializzato Carabinieri per perquisire il primo covo
Sono arrivate questa mattina alcune squadre dello squadrone eliportato “Cacciatori di Sicilia“, reparto dell’Arma dei Carabinieri specializzato in perquisizioni e ricerca di bunker, che procederanno a perquisire, non appena i RIS avranno terminato i rilievi tecnici, l’immobile in via Cb31, a Campobello di Mazara dove è stato trovato l’appartamento in cui si nascondeva il super latitante Matteo Messina Denaro.
h. 12:00 | Procura: “Impossibile che l’autista non sapesse chi era Messina Denaro”
“Nessun elemento può allo stato consentire di ritenere che una figura che è letteralmente riuscita a trascorrere indisturbata circa 30 anni di latitanza, si sia attorniata di figure inconsapevoli dei compiti svolti e dei connessi rischi, ed anzi, l’incredibile durata di questa latitanza milita in senso decisamente opposto, conducendo a ritenere che proprio l’estrema fiducia e il legame saldato con le figure dei suoi stessi fiancheggiatori abbia in qualche modo contribuito alla procrastinazione del tempo della sua cattura che, altrimenti, sarebbe potuta effettivamente intervenire anche in tempi più risalenti”. E’ una delle considerazioni della richiesta di custodia cautelare in carcere avanzata dalla Procura di Palermo a carico di Giovanni Luppino, autista del boss Messina Denaro arrestato lunedì col capomafia. Luppino, per i pm della Dda è un “soggetto pericoloso“. “Nonostante l’incensuratezza deve sottolinearsi che l’indagato risulta la persona più vicina allo storico capomafia trapanese su cui forze di Pg e magistratura siano riusciti oggi a mettere le mani“, scrivono i magistrati. I pm hanno ottenuto dal gip la convalida dell’arresto in flagranza. Si attende la decisione sulla richiesta della custodia cautelare.
h. 11:40 | Convalidato l’arresto dell’autista, riserva su custodia cautelare
Il Gip Fabio Pilato ha convalidato l’arresto in flagranza di Giovanni Luppino, l’autista che ha accompagnato il boss Matteo Messina Denaro alla clinica Maddalena di Palermo il giorno dell’arresto del capomafia. Il giudice si è riservato di decidere sulla richiesta di custodia cautelare in carcere. Luppino risponde di procurata inosservanza della pena e favoreggiamento aggravati dal metodo mafioso.
h. 11:35 | La difesa dell’autista Luppino: “Non sapevo fosse Messina Denaro”
“Non sapevo che fosse Matteo Messina Denaro, solo un pazzo avrebbe potuto accompagnarlo sapendo che si trattava del boss”. Così si è difeso Giovanni Luppino, l’autista del super latitante arrestato lunedì scorso a Palermo mentre lo accompagnava alla clinica “la Maddalena” di Palermo. Lo ha riferito il suo difensore, l’avvocato Giuseppe Ferro, al termine dell’udienza di convalida davanti al Gip che si è svolta nel carcere Pagliarelli. Luppino, 59 anni, commerciante di olive, ha sostenuto di non conoscere Messina Denaro, che gli era stato presentato come cognato di Andrea Bonafede, e di averlo accompagnato perché doveva sottoporsi alla chemioterapia.
h. 11:20 | Rinviata al 9 marzo l’udienza per il processo stragi
L’udienza del processo a Matteo Messina Denaro accusato di essere il mandante delle stragi di Capaci ( dove perse la vita Falcone) e via D’Amelio (dove perse la vita Borsellino) è stata rinviata al 9 marzo “per consentire al difensore di essere presente”. Lo ha deciso il presidente della Corte d’Assise di Caltanissetta Maria Carmela Giannazzo, dopo che oggi il boss ha deciso di non assistere all’udienza in videoconferenza dal carcere de L’Aquila. Uno dei due difensori d’ufficio del boss, l’avvocato Salvatore Baglio, ha comunicato di avere ricevuto una delega orale dal difensore di fiducia nominato da Messina Denaro, la nipote Lorenza Guttadauro, ed ha chiesto i termini a difesa.
h. 10:22 | Messina Denaro non compare in udienza: in collegamento la sedia vuota
È stato attivato il collegamento in videoconferenza con il supercarcere dell’Aquila per l’udienza del processo d’Appello sui mandanti delle stragi di Capaci e via D’Amelio nell’aula bunker del carcere Malaspina di Caltanissetta dove è imputato per strage l’ex superlatitante Matteo Messina Denaro, catturato lunedì a Palermo. Messina Denaro però non è comparso nella stanza predisposta nell’istituto di pena, dove si è vista solo una sedia vuota.
h. 10:22 | Posta sotto sequestro la casa della madre di Andrea Bonafede
E’ stata posta sotto sequestro la casa di proprietà della madre di Andrea Bonafede, l’ “alias” utilizzato dal boss Matteo Messina Denaro durante la sua latitanza. La casa si trova all’angolo tra la via Marsala e la via Cusmano a Campobello di Mazara. L’appartamento a pian terreno ha due ingressi. Da tempo però questa casa è disabitata, infatti la madre di Bonafede vive nella casa di Tre Fontane insieme a una delle sue figlie.
h. 09:45 | Iniziato l’interrogatorio dell’autista del boss
È iniziato pochi istanti fa nel carcere Pagliarelli di Palermo l’interrogatorio di garanzia di Giovanni Luppino, l’autista del boss mafioso Matteo Messina Denaro arrestato con il latitante. Luppino, 59 anni, è assistito e difeso dall’avvocato Giuseppe Ferro. A interrogare Luppino è il gip Fabio Pilato.
Mercoledì 18 gennaio 2022
h. 20:05 | Nel secondo covo di Messina Denaro gioielli e pietre preziose. Per ora nulla di scritto
Gioielli, collane, bracciali e anche pietre preziose di dimensioni consistenti. È quanto sarebbe stato trovato all’interno del bunker scoperto nel secondo covo utilizzato da Matteo Messina Denaro a Campobello di Mazara, secondo quanto si apprende da fonti qualificate, gli uomini del Gico della Guardia di Finanza e quelli del Ros dei Carabinieri che hanno effettuato la perquisizione. Dovrà essere ora una perizia ad accertare l’autenticità e il valore dei gioielli e delle pietre trovate. Al momento, sottolineano sempre le stesse fonti, non sarebbe invece stato trovato ancora nulla di scritto.
h. 19:20 | Il figlio della cugina del boss: “Ribellarsi alla mafia e gioire di questo arresto è un nostro dovere”
In piazza con un foglio bianco, dove simbolicamente riscrivere la nuova storia di Castelvetrano. È l’invito che Giuseppe Cimarosa ha rivolto a tutti per domani pomeriggio alle ore 16, in piazza Ruggero Settimo a Castelvetrano. A due giorni dall’arresto del boss Matteo Messina Denaro il cugino acquisito del super latitante ha pensato di organizzare un’iniziativa in piazza dal valore simbolico: “Si tratta di una manifestazione silenziosa e pacifica nel quartiere dove Matteo Messina Denaro è nato e dove vive ancora il resto della sua famiglia”. Cimarosa, regista di teatro equestre e gestore di un maneggio, è figlio di Rosa Filardo, cugina di primo grado di Matteo Messina Denaro e di Lorenzo Cimarosa, morto nel 2017 dopo aver collaborato con la giustizia. “Ribellarsi alla mafia e gioire di questo arresto è un nostro dovere di siciliani onesti. Fino a oggi la nostra storia è stata segnata e scritta dagli errori degli altri, da oggi ce la scriviamo da soli”, dice.
h. 18:20 | De Lucia: “Ho avuto un breve colloquio con Messina Denaro”
“Ho avuto un breve colloquio con Matteo Messina Denaro, è durato qualche minuto. Gli ho spiegato che è nelle mani dello Stato e gli ho detto che avrà piena assistenza medica. Lui ha ringraziato”. Così il procuratore capo di Palermo Maurizio De Lucia.
h. 17:20 | Il proprietario del secondo covo era stato assolto per mafia
E’ di Errico Risalvato, indagato e poi assolto, nel 2001, dall’accusa di associazione mafiosa, la casa di via Maggiore Toselli, a Campobello di Mazara, in cui il Gico della Guardia di Finanza ed i Carabinieri del Ros hanno scoperto il secondo covo di Matteo Messina Denaro. Errico è fratello di Giovanni Risalvato, condannato a 14 anni per mafia ora libero, imprenditore del calcestruzzi. Errico Risalvato era stato indagato nel 2019 nell’ambito di un’inchiesta sui presunti fiancheggiatori del boss Messina Denaro.
h. 16:00 | Guardia di finanza in secondo covo grazie all’analisi dei dati catastali
Al secondo covo utilizzato da Matteo Messina Denaro a Campobello di Mazara gli investigatori del Gico della Guardia di Finanza sarebbero arrivati grazie all’analisi di alcuni dati catastali. Secondo quanto si apprende da fonti qualificate, proprio lo screening su questa serie di informazioni, assieme ad un’analisi del contesto scaturita da un’attività informativa e investigativa, ha infatti consentito di localizzare il covo.
h. 15:50 | Messina Denaro non ha intenzione di parlare e non si pente
Secondo quanto apprende LaPresse da fonti penitenziarie il boss Matteo Messina Denaro, detenuto nel carcere di massima sicurezza de L’Aquila “non ha intenzione di parlare e non si pente”. Il latitante oggi ha fatto la visita psichiatrica nella quale non sono state riscontrate patologie.
h. 15:20 | Perquisito a Trapani il reparto di oncologia dell’ospedale
I carabinieri del comando provinciale di Trapani hanno perquisito il reparto di Oncologia dell’ospedale “Sant’Antonio Abate” alla ricerca del primo esame istologico effettuato da Matteo Messina Denaro, malato di tumore al colon. Gli inquirenti hanno iscritto nel registro degli indagati il primario Filippo Zerilli, che il giorno della perquisizione (cioè ieri mattina) era assente per malattia. Anche le posizioni di altri medici sono all’attenzione degli investigatori che voglio comprendere se fossero a conoscenza della vera identità di Andrea Bonafede, alias Matteo Messina Denaro.
h. 13:30 | Dal covo al bar Vito: 98 metri
Solo 98 metri: 98 metri, circa un minuto di cammino, separavano la casa di Messina Denaro dal punto di ritrovo, il bar Vito, dove il Ros dei Carabinieri a settembre scorso fece scattare un blitz che portò a 35 arresti tra i sodali del boss dei boss. Nemmeno il trambusto di quella circostanza deve avere impensierito «Alessio» (così si firmava Matteo Messina Denaro in codice nei pizzini indirizzati a Bernardo Provenzano) evidentemente circondato da un tale cordone di riservatezza da non venire allarmato nemmeno da una maxi operazione di polizia a due passi da lui.
h. 13:20 | Il “vero” Bonafede agganciato un anno fa da Messina Denaro
Andrea Bonafede, il geometra che ha ‘prestato’ l’identità a Matteo Messina Denaro, fu agganciato per la prima volta dal boss un anno fa che dunque da almeno un anno gravitava nella zona di Campobello di Mazara. Sarebbe dunque attorno al gennaio dello scorso anno, secondo quanto avrebbe raccontato lo stesso Bonafede agli investigatori e agli inquirenti, che ci sarebbe stato il primo contatto tra i due. Un incontro sul quale, si apprende da fonti qualificate, il geometra non avrebbe fornito particolari dettagli affermando solo di esser stato intercettato da Messina Denaro in paese. In quell’occasione, avrebbe ancora spiegato Bonafede agli inquirenti , il boss gli chiese di acquistare l’abitazione in vicolo San Vito in cui poi ha vissuto fino al giorno dell’arresto. Un acquisto che fu perfezionato a giugno del 2022.
h. 13:10 | Individuato il secondo covo di Matteo Messina Denaro: è a un chilometro dal primo
I magistrati della Procura di Palermo e i Carabinieri del Ros hanno individuato un secondo covo utilizzato dal boss Matteo Messina Denaro. Oltre all’appartamento di vicolo San Vito a Campobello di Mazara, scoperto ieri, il capomafia avrebbe fatto realizzare una sorta di bunker, ovvero una camera nascosta, all’interno di un’altra abitazione nella stessa area, nel complesso residenziale vicino alla casa di via Cb 31. Il nuovo covo si trova in via Maggiore Toselli, ai civici 32 e 34, a circa un chilometro in linea d’aria dal primo. Il proprietario dell’immobile è arrivato sul posto poco fa. Presenti i carabinieri del Ris e i finanzieri del Gico. Probabilmente, per Messina Denaro era un rifugio sicuro in caso di emergenza. E la caccia ai covi non si ferma. La procura guidata da Maurizio de Lucia sta passando al setaccio tutti i tasselli raccolti al momento della cattura: la chiave di un’Alfa 164 utilizzata dal latitante per muoversi in paese, due telefonini cellulari.
Martedì 17 gennaio 2022
h. 20:45 | Piantedosi: “Escluso che Messina Denaro si volesse consegnare”
“Sono stato informato dell’operazione e della sua positiva conclusione qualche minuto dopo che questa si è realizzata. Ero in atterraggio ad Ankara per una missione internazionale. Il ministro dell’Interno è parte anche della riservatezza che riguardano informazioni di carattere giudiziario, viene informato in generale su quella che può essere la ricerca di un latitante. Non si è mai violata nessuna riservatezza giudiziaria. Io sapevo che c’erano delle possibilità, sapevo che la cosa poteva avere prospettive di concretizzazione, dopodiché l’operazione l’ho appresa sul momento”. “Nella maniera più assoluta è stato escluso dagli inquirenti” che Matteo Messina Denaro volesse consegnarsi, “non ci sono retroscena né possibilità che si volesse consegnare per qualsiasi motivo. Si è comportato da latitante fino alla fine“. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, a Porta a Porta, (in onda stasera) smentendo le ipotesi di un pentito su una possibile consegna volontaria del capomafia malato.
h. 20:09 | Bonafede: “Quella casa l’ho comprata io con i soldi del boss”
“Conosco Messina Denaro fin da quando eravamo ragazzini. La casa in cui viveva l’ho comprata io con i suoi soldi”. Avrebbe detto questo agli inquirenti Andrea Bonafede, geometra di Campobello di Mazara che ha “prestato” l’identità al boss Messina Denaro. Bonafede è indagato per associazione mafiosa.
h. 19:20 | Chemioterapia in carcere per Messina Denaro
Matteo Messina Denaro comincerà nelle prossime ore, all’interno della struttura carceraria di massima sicurezza “Le Costarelle” dell’Aquila nel quale è rinchiuso da oggi, la somministrazione della chemioterapia per curare il cancro contro il quale combatte da oltre un anno. Nel momento in cui alla Asl provinciale dell’Aquila hanno avuto la certezza del trasferimento, è scattato il complesso protocollo: in queste ore si sta allestendo una stanza ad hoc all’interno dell’istituto di pena per sottoporre il boss mafioso, arrestato ieri a Palermo dopo 30 anni di latitanza, alla chemioterapia.
h. 19:15 | De Lucia: “Messina Denaro collaborera’? Facciamo il nostro lavoro e vediamo cosa succede”
“Non speriamo in nulla, facciamo il nostro lavoro e vediamo che evoluzione avrà questo lavoro”. Così il procuratore di Palermo, Maurizio de Lucia, rispondendo ai giornalisti sulla eventualità di una collaborazione di Matteo Messina Denaro. “Lavoriamo con la Procura nazionale e con le altre procure e i risultati sono oggetto degli sviluppi investigativi che sono in corso adesso, ma sui quali non posso dire nulla”. Lo ha detto il procuratore di Palermo, Maurizio de Lucia, al termine del lungo vertice, al palazzo di giustizia, con il procuratore nazionale antimafia, Giovanni Melillo il quale la pensa nella stessa identica maniera: “Farà delle scelte assolutamente legittime, qualunque esse possano essere”.
h. 18:40 | Procuratore antimafia: “Riunione per programmare il lavoro”
“Abbiamo fatto una riunione importante per tutti. Per me, per l’ufficio… Abbiamo condiviso le informazioni e progettato il lavoro che ora andrà fatto. Con il Procuratore di Palermo abbiamo anche in animo di riversare i dati raccolti nel corso dell’indagine nell’ottica di arrivare a un sistema di coordinamento con le altre procure interessate alle vicende legate al boss Messina Denaro”. ha dichiarato Giovanni Melillo capo della Direzione Nazionale Antimafia , al termine di una riunione con la Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo ed aggiunto “Faremo una riunione di coordinamento per far confluire il patrimonio investigativo raccolto e metterlo a disposizione degli uffici che a vario titolo si occupano di Messina Denaro”.
h. 18:00 | Mattarella: un grande successo dello Stato
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, aprendo i lavori del Consiglio supremo di Difesa, in corso al Quirinale, ha ribadito la soddisfazione per il grande successo dello Stato con l’arresto di Matteo Messina Denaro e ha rinnovato le congratulazioni e la riconoscenza espresse al ministro dell’Interno, all’Arma dei Carabinieri, a tutte le Forze dell’Ordine e alla Magistratura. Il Consiglio si è associato a queste parole. Il Presidente della Repubblica ha inoltre sottolineato “la coincidenza, altamente significativa, della grande partecipazione popolare a Palermo alle esequie di Fratel Biagio Conte, esempio di solidarietà e dedizione agli altri; partecipazione che manifesta gli autentici sentimenti che animano la società italiana“.
h. 15:30 | Il messaggio sulla tomba di Falcone: “Ce l’abbiamo fatta Giova’”
Sulla lapide della tomba di Giovanni Falcone, il giudice ammazzato dalla mafia nelle stragi del ’92, qualcuno ha lasciato un messaggio: “Ce l’abbiamo fatta, Giovà”. Un biglietto che non ha bisogno di spiegazioni e che qualcuno ha voluto lasciare per Falcone, come ad avere la certezza che il messaggio arrivasse anche a chi ha pagato con la vita la lotta alla mafia. La foto è stata postata su Facebook dalla Fondazione Falcone.
h. 15:15 | L’oncologo: “Messina Denaro e’ in gravi condizioni”
“Le sue condizioni sono gravi, la malattia ha avuto un’accelerazione negli ultimi mesi. Non lo definirei un paziente in buone condizioni di salute. Sono certo che continuerà a ricevere tutte le cure di cui ha bisogno. Ieri i Carabinieri mi hanno chiesto se posticipare di tre, quattro giorni il ciclo di chemioterapia che avrebbe dovuto fare qui avrebbe avuto conseguenze e io ho firmato l’autorizzazione perchè un ritardo così contenuto non avrà alcun effetto sul suo stato di salute”. Lo ha dichiarato Vittorio Gebbia, responsabile dell’Oncologia medica della clinica La Maddalena, dove il boss Matteo Messina Denaro è stato arrestato ieri mattina. Gebbia ha visitato il boss, alias Andrea Bonafede, nel gennaio 2021 prima di una valutazione multidisciplinare chirurgica. Poi il mafioso ha iniziato la chemio e il 4 maggio 2021 è stato operato per le metastasi al fegato da una equipe chirurgica. Gebbia dice che la prognosi infausta è stata “accolta con grande dignità” dal paziente che aveva, la “piena consapevolezza delle sue condizioni di salute” e “nessun atteggiamento che potesse destare sospetto”.
h. 14:30 | La chiave di un auto: così si è arrivati al covo
La chiave di un’Alfa Romeo 164 ritrovata nel borsello del boss Messina Denaro: è stato questo l’input che ha consentito ai Carabinieri e ai magistrati di risalire all’ultima abitazione del boss a Campobello di Mazara, perquisita questa notte. Gli inquirenti, attraverso il codice della chiave, sono risaliti al veicolo e grazie a un sistema di intelligenza artificiale hanno ricostruito, con tanto di immagini, gli spostamenti dell’Alfa. Tra le riprese c’era anche quella del boss che entrava e usciva dall’abitazione di Campobello con le borse della spesa: circostanza che ha portato i magistrati al covo.
h. 13:00 | Nel covo anche pillole per prestazioni sessuali e profilattici
Vestiti di lusso, sneakers griffate (Prada. Louis Vuitton) , il frigorifero pieno di cibo, ricevute di ristoranti, pillole di Viagra e Cialis per potenziare le prestazioni sessuali, profilattici, sono alcune dei reperti trovati nella casa utilizzata dal boss Messina Denaro (e di sua reale proprietà) scoperta dai carabinieri nella notte nel centro di Campobello di Mazara. L’abitazione risultava intestata ad Andrea Bonafede, il geometra che avrebbe prestato la sua identità al padrino e che ora è indagato, il quale interrogato ha ammesso di averla comprata per il boss con i suoi soldi. Al momento non risulta che nell’immobile vi fossero documenti particolari tanto che gli inquirenti sospettano che possa esserci un secondo immobile in cui cercare il cosiddetto “tesoro” di Messina Denaro.